15 Settembre 2017

Fotografa professionista, da poco trasferitasi a Segrate, ha avuto subito fin dal suo arrivo un forte impatto sociale ed artistico sulla comunità l’ha accolta. Lei è Sharon Sala, che nello specifico si occupa di ritratti, e in particolare di branding e boudoir. Il branding consiste in un servizio fotografico per tutti quei professionisti che hanno l’esigenza di avere un corredo di immagini da utilizzare per siti internet o canali social, mentre il boudoir è ramo della fotografia molto poco conosciuto in Italia che cerca di ridare alle donne che hanno passato un periodo travagliato, come la maternità o un particolare momento di stress lavorativo, confidenza con il proprio corpo e le propria femminilità tramite foto intime nella loro camera da letto o nell’ambiente casalingo. «L’approccio che ho con la mia professione è molto psicologico», spiega Sharon. «Infatti spesso mi faccio affiancare da figure come appunto lo psicologo o il life coaching». Appena arrivata a Segrate dal varesotto nel gennaio del 2016, la giovane fotografa ha pensato di usare la sua arte per conoscere e farsi conoscere dai suoi nuovi concittadini. Quando il Comune ha iniziato a cercare sponsor per offrire finanziamenti o servizi attivi in occasione della festa cittadina dell’anno scorso, Sharon si è proposta come fotografa ufficiale. «In quella occasione ho avuto la possibilità di esporre un’idea che avevo per portare la fotografia nella vita dei segratesi. Il progetto era quello di ritrarre le persone che compongono la comunità con lo scopo di mettere in piedi una mostra, che si sarebbe appunto chiamata Gente di Segrate». Questa iniziativa ha una doppia se non tripla valenza: innanzitutto è servita alla fotografa per conoscere meglio il posto dove si era appena trasferita e farsi conoscere come professionista, ma ha anche il ruolo sociale di unire la cittadinanza di Segrate, che si estende in frazioni molto distanti e distaccate tra loro, in un unico grande insieme, accrescendo il senso di far parte di una collettività. «Mi sono accorta fin da subito che i cittadini vivevano in realtà molto distanti tra loro. Quartieri come Milano Due, San Felice e Novegro sembrano spesso non avere niente in comune quando in realtà dovrebbero sentirsi parte di un unico insieme. Nel mio piccolo ho cercato di creare un collante tra tutti i rioni fotografando persone che abitano le diverse frazioni e unendole in un’unica raccolta». E così per un anno Sharon ha raccolto le candidature dei suoi nuovi concittadini volenterosi di far parte di questo progetto e gli ha incontrati tutti, uno per uno, passando del tempo con loro davanti a un caffè o a una pizza e conoscendoli pian piano. «Chiedevo ad ognuno di loro di scegliere un ambiente in cui si trovavano a loro agio, che poteva essere in casa o al parco, e un abbigliamento con cui si sentivano loro stessi», prosegue la fotografa. «L’aspetto umano per me è fondamentale, ed è importante che le persone siano in una situazione confortevole perché la foto venga bene». Il risultato è stato davvero sorprendente e la mostra è diventata realtà. È stata, infatti, inaugurata lo scorso weekend, sarà visitabile fino al 22 settembre al centro civico Verdi e contiene quarantasette foto in bianco e nero, tecnica che secondo l’artista esalta le forme e le espressioni e non distrae lo spettatore, di persone di tutte le età e immortalate nella loro quotidianità. Immagini che creano nel pubblico un senso di serenità unico e che esprimono in pieno la vita di una comunità. «Devo ringraziare l’amministrazione per avermi concesso questo ampio spazio che mi permette anche di organizzare workshop gratuiti per chi vuole approcciarsi alla fotografia», continua Sharon. «Ho inoltre pensato che sarebbe bello lasciare questo progetto in eredità proprio ai segratesi, che potranno usare una pagina instagram creata ad hoc per postare le loro foto con l’hashtag #gentedisegrate. Secondo me è un modo fantastico per dare continuità a questa iniziativa», di fatto creando una mostra permanente, seppure su internet. Ma l’apporto creativo che questa giovane fotografa ha portato nel comune milanese non si ferma qui: a Cascina Ovi ha infatti organizzato dei veri e propri corsi aperti a tutte quelle persone che vogliono imparare a impugnare una macchina fotografica, o anche un semplice smartphone, con la mano critica e progettuale di un vero fotografo. «Mi piace molto l’idea di instaurare con i miei allievi dei legami di autentica amicizia e di coinvolgerli anche in attività professionali che esulano dai semplici corsi», conclude la neo segratese. «La fotografia è come uno sport, va praticato tanto e bisogna tenersi in allenamento, cerco pertanto di dare degli stimoli ai miei corsisti in modo da tener vivo in loro l’interesse per questa splendida arte».
Mattia Rigodanza