01 Giugno 2020

E se fosse possibile, nel pieno di una pandemia virale come quella che stiamo vivendo, riconoscere in anticipo tra la popolazione gli individui maggiormente esposti al rischio infezione, per certezza e non per supposizioni? E se ancora, per i soggetti già contagiati, fosse possibile prevedere sin da subito quale sarà il decorso della malattia distinguendo immediatamente i pazienti meno gravi da quelli più critici? No, non si tratta di un episodio di “Ritorno al futuro”, e nemmeno di fantascienza, ma di sola scienza. Si chiama Al-SCoRE (Artificial intelligence-Sars covid risk evaluation), nasce dall'idea dei professori Carlo Tacchetti e Antonio Esposito, docenti all'università Vita-Salute, ed è un progetto di intelligenza artificiale sviluppato dall'ospedale San Raffaele che, in collaborazione con Microsoft e Nvidia, colossi nel settore delle tecnologie informatiche, ha messo a punto una piattaforma di apprendimento autonomo estremamente innovativa in grado di elaborare indicatori clinici per calcolare la probabilità di un determinato soggetto di sviluppare le forme più gravi di Covid-19: potenzialità, questa, capace di stravolgere il modo di fronteggiare le epidemie, permettendo interventi sanitari mirati, stratificazione del rischio e dunque riduzione dell'impatto sull'intero sistema sanitario. “Nella Fase 1 non abbiamo potuto identificare con anticipo le persone più fragili tra i pazienti con i primi sintomi della malattia; vogliamo poterlo fare in modo preciso e veloce, perchè solo così potremo capire chi sono i soggetti che una volta infettati necessitano di cure tempestive, anche in assenza di sintomi gravi” ha spiegato Carlo Tacchetti, coordinatore del progetto. “Ovviamente il nostro sogno è di spingerci oltre e sfruttare questa occasione per sviluppare algoritmi trasversali in grado di individuare soggetti maggiormente a rischio anche nella popolazione generale”. Per il momento il progetto è nel pieno della sua prima fase, ovvero quella di costruzione dell'infrastruttura software su cui poggerà il prezioso algoritmo e di contemporanea raccolta dati da oltre 2mila pazienti ricoverati nelle scorse settimane. Seguiranno una seconda fase per lo sviluppo e l'implementazione dell'algoritmo, che verrà letteralmente allenato a combinare e integrare le informazioni in modo intelligente e infine una terza fase per testarlo su un secondo campione di pazienti.

Eleonora Pirovano