23 Luglio 2021

Nei giorni scorsi è stato presentato il rapporto Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente) sul “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, edizione 2021 redatto dall’Ispra, L’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale. I  Comuni analizzati sono i 134 che formano la provincia di Milano e se la maglia nera spetta a Sesto San Giovanni con il 68.8% di suolo consumato per un totale di 806 ettari e 0,47 dal 2019 al 2020, spicca subito la 16esima posizione di Segrate. I numeri parlano chiaro: Al 2020 la percentuale di suolo consumato era del 54.7%, in ettari pari a 958 e nell’anno preso in riferimento il ,consumo è stato di 5,60 ettari. Per quanto riguarda gli altri Comuni di cui ci occupiamo, Cernusco è 26esima (47,1%, pari a 623 ettari e in un anno 0,62 ettari), Pioltello 30esima (43,9%, pari a 575 ettari e in un anno 1,70 ettari), Peschiera 69esima (29.3%, pari a 682 ettari e in un anno 2,81 ettari). La palma del Comune meno cementificato è, invece, andata a Morimondo con il solo 5,2% pari a 136 ettari e nessuno nell’ultimo anno analizzato. Tocca, invece, al sindaco Paolo Micheli fare una riflessione sui dati emersi, riguardanti Segrate: “Anni fa sono entrato in politica stupito dal fatto che sembrasse naturale che la grande Milano dovesse aumentare le cementificazioni e avanzare anche su Segrate. Quando ho incominciato a occuparmi della mia città, il mio motto, e quello di chi è insieme a me in questa avventura, è sempre stato “Stop costruzioni”, ma è chiaro che da quando amministriamo dobbiamo modulare la pesantissima eredità ricevuta. Siamo riusciti a cancellare 500mila metri quadrati di cemento, ma altrettanti ancora gravitano e arriveranno e su questi non possiamo farci nulla: sono diritti già concessi. Gli operatori in questi ultimi mesi magari hanno rallentato a causa del covid, ma sappiamo che presto busseranno. Parlo di edificazioni sul Centroparco, del nuovo quartiere di fronte San Felice. di Westfield e, in parte, nella zona sud Redecesio. È un’eredità da cui non possiam sfuggire, anche perché ci sono oneri che sono già stati versati. La situazione è molto complessa. Quello che posso aggiungere è che, per quanto mi riguarda, amministrare non vuol dire guardare al giorno dopo, bensì al lungo periodo, per i nostri figli. E aggiungo che parlare di cemento non è un tema naif da ambientalista, ma qualcosa di oggettivo per il nostro futuro. Quando si parla di questioni climatiche si pensa, a torto, che siano fuori dalla nostra vita, invece riguardano anche le nostre scelte di tutti i giorni. Non sono solo cose di cui devono occuparsi i politici di Bruxelles”.