29 Maggio 2020

Mentre una delle priorità per il sindaco Paolo Micheli e la sua squadra resta la tutela assoluta della salute di dipendenti e cittadini, tanto che proprio ieri pomeriggio, giovedì 28 maggio, in giunta è stata approvata una delibera che obbliga gli impiegati comunali e chiunque lavori per cooperative che collaborano con il Comune ad effettuare le analisi, sembra invece allontanarsi il via libera in fatto di test sierologici e tamponi; Ats ha momentaneamente congelato l'attività dei laboratori privati. Il motivo è una direttiva regionale dello scorso venerdì 22 maggio con la quale viene imposta alle strutture private la cessione dell'80% dei tamponi alla sanità pubblica. Provvedimento, questo, che richiede la sottoscrizione di accordi specifici tra le parti e che di fatto blocca la possibilità dei centri analisi di dare inizio ai test. “È un altro episodio che conferma la debolezza del sistema sanitario pubblico rispetto al privato, nella nostra regione” ha commentato il primo cittadino. “Il pubblico non riesce a disporre di abbastanza tamponi e allora obbliga i privati, che invece li hanno e li vendono, a destinarli quasi interamente alle esigenze della sanità pubblica”. Si complica così il terreno sul quale era maturata l'idea dell'amministrazione segratese di attivare convenzioni con alcune società del settore per garantire ai residenti le tre tipologie di test (rapido pungidito, prelievo venoso e tampone) a prezzi scontati dal 20 al 30%. Synlab, Biorep e l'istituto Auxologico di Pioltello avevano confermato il proprio interesse, i preventivi erano già stati visionati dagli uffici comunali preposti e le convenzioni si sarebbero potute attivare a breve. “Gli accordi che abbiamo fatto con i laboratori privati per test sierologici e tamponi a prezzo convenzionato, adesso sono fermi e questo non è solo un ritardo burocratico; vuol dire non riuscire a sapere qual è stata la diffusione della malattia nella nostra città, quali rischi abbiamo corso, quali stiamo correndo e di conseguenza quali atteggiamenti dobbiamo assumere, più o meno rigorosi. Questo è ciò che un sindaco, autorità sanitaria locale, deve sapere in una situazione come quella in cui ci troviamo”, ha concluso Micheli.

Eleonora Pirovano