10 Maggio 2019

Sarà un’inaugurazione davvero bipartisan, quella prevista per sabato 18 maggio, alle 11, nell’area verde adiacente alla rotonda dell’aeroplanino, sulla Cassanese. Proprio lì, infatti, sorgerà un nuovo giardino che verrà intitolato ad Antonio Megalizzi, il 29enne giornalista vittima di un attacco terroristico ai mercatini di Salisburgo l’11 dicembre 2018. Alla cerimonia, oltre ai familiari,  presenzieranno i senatori Donatella Conzatti (Forza Italia) Eugenio Comincini e Simona Malpezzi (Pd), Alessandra Riccardi (M5S) e l’onorevole Maria Elena Boschi (Pd). Si attende inoltre la conferma del prefetto e dei sindaci di Cernusco, Pioltello, Vimodrone e Peschiera. Ma la festa porta con sé una striscia polemica. A portarla avanti è la sezione locale della Lega Nord: «L’amministrazione sostiene di aver salvato quel triangolo verde dalla cementificazione. Quello che però non dice è che si è permessa la traslazione di questo volume con la cementificazione di un’area, a ridosso della chiesa di Lavanderie, attualmente a verde e voluta dalla precedente amministrazione come  uno degli accessi al Centroparco. Il tutto in barba al Piano Territoriale Regionale, quale Piano Paesaggistico, e al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Verrà costruito un capannone non più di 11.500 metri cubi ma di 17mila. Abbiamo molte perplessità ad affermare che questo sia salvare dalla cementificazione il territorio di Segrate, come è nei loro intendimenti e nel loro programma politico. Come Lega, avremmo salvaguardato entrambe le aree da qualsiasi costruzione e avremmo intitolato a Megalizzi l’intera area del Centroparco». Immediata la replica del sindaco Paolo Micheli: «La Lega si risveglia dal sonno più profondo solo per gridare allo scandalo riguardo l’edificazione di una piccola porzione del Centroparco, di cui essa stessa è responsabile. È bene ricordare ai leghisti smemorati che c’era anche il loro vicesindaco Grioni a votare nel gennaio del 2015 la delibera che concedeva a un imprenditore privato il diritto di costruire su un’area verde comunale, assicurandogli una situazione di enorme vantaggio nel nostro successivo tentativo di rimediare. Inoltre la Lega spieghi come mai nella successiva delibera di definitiva approvazione del piano edilizio, il 19 maggio 2015, dieci giorni prima delle elezioni comunali, il vicesindaco leghista votò contro. La delibera fu comunque approvata con il voto determinante del mio predecessore, ma in pratica Grioni votò perché il diritto di costruire rimanesse nel Centroparco. I leghisti paladini del verde sono davvero ridicolo».