29 Marzo 2019

Hanno preso il via martedì, con gli scavi per l’impianto di irrigazione, le operazioni di messa a dimora di 295 piante ad alto fusto, come querce e carpini,  e di circa 450 arbusti fioriti nel terreno di Lavanderie, oltre via Pagano, i lavori per la creazione di un nuovo bosco all’interno del Centroparco. Nel progetto anche un filare lungo la stradina sterrata e l’utilizzo delle piante per creare ombra nell’area giochi. Quella in corso è solo una prima fase di lavori. Durante l’anno, infatti, saranno piantumati altri 500 alberi che andranno a creare nuovi boschi, sempre nella zona ovest del Centroparco. Facendo i conti, quindi, siamo davanti a  circa 800 nuove piante a cui si devono sommare anche le 80 messe a dimora a gennaio tra via Cervi e la Cassanese.
Non solo verde, però, nella testa dell’amministrazione comunale. La giunta, infatti, ha anche approvato la realizzazione di una ciclabile in via Marche, prima opera per completare l’anello ciclopedonale sulla sponda sud del lago. L’ intervento in questione prevede anche la restituzione a verde di circa 15mila metri quadri di asfalto. «Abbiamo abbandonato per scelta un vecchio e sbagliato modello di consumo del territorio che il buonsenso e la legge non permettono più» spiega l’assessore al Territorio Roberto De Lotto. «La nostra visione, più moderna e legata al benessere di tutti i segratesi, è quella di salvaguardare i nostri parchi e i nostri golfi agricoli, collegandoli tra di loro e riportando la natura ad essere protagonista, con la creazione di boschi, di filari e il recupero di fontanili». Soddisfatto anche il sindaco Paolo Micheli: «Andiamo oltre il concetto di stop al consumo di suolo: togliamo l’asfalto sostituendolo con il prato. In questi anni  ci siamo trovati davanti a piani d’urbanizzazione già approvati e non più stoppabili e, dove è stato possibile, abbiamo provato a migliorarli dal punto di vista ambientale, grazie alle norme introdotte con il nostro Pgt. In altri casi, invece, siamo riusciti a bloccarli, a ridurne le volumetrie o a traslocarle in aree già compromesse».