11 Settembre 2020

Tra i volti nuovi di questa tornata amministrativa, troviamo anche quello di Dena Arabsogar, ingegnere gestionale e mamma di due bambini, candidata sindaco per la lista civica SegrateSì.

Come nasce la sua idea di entrare in politica?

«È da qualche anno che mi trovo impegnata su diversi temi riguardanti il nostro territorio. Da genitore, nel 2017 ho iniziato a interessarmi della questione rette degli asili, che erano state aumentate in maniera spropositata. E, un anno dopo, mi accorsi, grazie alle mie competenze, che l’assegnazione della gestione dei nidi a una cooperativa era sbagliata. Insieme ad altre 60 famiglie abbiamo fatto presente la cosa in Comune e la gestione è stata riassegnata. Lì ho capito che se i cittadini si informano si possono trovare soluzioni a tante questioni e così abbiamo iniziato numerose battaglie, come la fondazioni del comitato Parchi Segrate o la raccolta firme per salvare l’Asl di Rovagnasco».

E come siete diventati lista civica che corre alle amministrative?

«A furia di sentircelo chiedere dalla gente, abbiamo deciso di fare una lista civica, ognuno con le sue competenze. Io, ad esempio, nella vita mi occupo di far funzionare i gruppi di lavoro e, se dovessimo vincere, creerò una struttura non piramidale, ma orizzontale».

Quando le hanno proposto di fare la candidata sindaco, come ha reagito?

«Ho accettato subito, so a cosa vado incontro. Come detto, conosco le mie competenze gestionali. E poi ho anche un nonno che ha fatto il sindaco per 15 anni».

Vi definite apartitici. Cosa risponde a chi vi fa notare che tra i fondatori troviamo Giove e Bertagna, e tra i candidati Sormani, che in passato hanno ricoperto ruoli nel Pd...

«Che non siamo appoggiati da alcun partito e che abbiamo simpatizzanti da entrambe le parti, alcuni che si sono esposti di più, altri di meno».

Uno dei temi su cui state spingendo è quello della salvaguardia del territorio. Siete pronti a bloccare piani edilizi che hanno già le concessioni, rischiando contenziosi in tribunale?

«Ogni lotto ha una situazione diversa. Dove c’è già il permesso di costruire, ci spiace ma non si può fare nulla. Prima di rilasciarli però esistono vari tavoli e lì è possibile intervenire  con forza, valutando.  E poi, perché costruire nel Centroparco? È meglio farlo in zone già contaminate o delocalizzare i progetti. E poi c’è il progetto per Segrate Centro che prevede la costruzione di palazzi con volumetrie inaccettabili».

Quella però è l’idea vincitrice di un concorso. È ancora lontana dal divenire realtà...

«Per me quel concorso era già nato male».

Altro tema delicato è quello del rilancio del commercio: qual è la vostra ricetta?

«Si possono mettere in campo piccoli accorgimenti, come la riduzione di alcune tasse per il primo anno di apertura di una nuova attività, oppure come organizzare iniziative specifiche per zona. E bisogna rendere vivi i quartieri, ad esempio, con delle feste in piazza supportate dal Comune, in modo da far conoscere le attività esistenti. Per quanto riguarda le grandi aziende, invece, si possono supportare con l’individuazione di un’occupazione qualificata e migliorando i servizi per permettere ai dipendenti di raggiungere Segrate comodamente».

Su Westfield, invece, che idee avete?

«Nessuno ne parla ma la rinuncia di Westfield sembra un’ipotesi concreta. Vogliamo mettere sul tavolo una proposta alternativa da attuare nel caso in cui il progetto di costruire un centro commerciale venga unilateralmente abbandonato. La politica deve governare i processi e non subirli. Oggi è il momento di agire ed evitare che Segrate venga messa ulteriormente a rischio economico e di sviluppo da scelt e dettate da altri. Come SegrateSì presentiamo la proposta di un “Kilometro verde dell’innovazione”. Si tratta di un piano di cooperazione tra Università e Industria, dove la ricerca diventa innovazione con un approccio interamente green e sostenibile. Un campus universitario di portata europea, che cooperi in sinergia con le imprese dell’area Martesana dando spazio ai giovani e al futuro».

Tema sicurezza: secondo voi c’è una reale emergenza?

«Esistono situazioni che non rendono tranquillo il vivere in città. Ad esempio l’incremento dei morti che percorrono la Cassanese in bicicletta oppure la mancanza dei dossi davanti a certe scuole, come a Rovagnasco».

Per quanto riguarda, invece, la microcriminalità?

«In generale non c’è un aumento, ma anche in questo caso ci sono situazioni potenzialmente a rischio. Ad esempio a Segrate Centro spesso ci sono gruppi di ragazzini che si ritrovano e schiamazzano fino a tardi. Non è ancora successo nulla, ma bisogna prevenire».

Come?

«Serve potenziare le pattuglie della polizia locale, magari cambiando gli orari, inserire ovunque il vigile di quartiere, oppure trovare accordi con i carabinieri. Sappiamo che le nostre forze dell’ordine sono sotto organico, tant’è che a volte è capitato di telefonare in comando e non si è ricevuta alcuna risposta, tutti evidentemente impegnati a fare altro. Proprio per questo servono più uomini. E dobbiamo rendere viva la città anche di sera, invece di chiudere i locali». 

La vostra campagna elettorale prevede numerosi post sui social contro l’attuale amministrazione. Non le riconoscete nulla di buono?

«Ha fatto veramente poco e quel poco senza coraggio. Come giunta si sono chiusi all’interno del palazzo senza prevedere la partecipazione dei cittadini, che non sono mai stati coinvolti».

Secondo lei, le casse comunali possono realmente supportare tutte le idee che avete messo in campo?

«Il Bilancio va letto e studiato attentamente, e nel nostro gruppo c’è chi lo fa. Quello che posso certamente dire è che non possiamo più basarlo sugli oneri di urbanizzazione, questa è certamenrte una logica che deveessere cambiata. E comunque ci sono altre forme per trovare fondi che richiedono solo lavoro in più».

Ad esempio?

«Puntare sui bandi. Ci sono Comuni, e Modena è un esempio, che riescono a recuperare 4, 5, 10 milioni di euro all’anno tramite bandi che permettono di finanziare progetti. Si può strutturare un apposito ufficio e istruire personale che capisca come muoversi per vincerli. Parliamo di bandi regionali, nazionali ed europei che porterebbero nelle casse comunali tanti soldi in più».

Chiaro che in una competizione tutti partano per vincere e questo vale anche per le elezioni. Fatta questa premessa, qual è il vostro obiettivo?

«Quello di vincere e diventare sindaco. Segrate ha bisogno di liste civiche e di tornare a essere governata dai cittadini».

Nel caso si vada al ballottaggio e voi ci siate?

«Non chiederemo appoggi ai partiti classici».

E se, invece, non ci sarete?

«Intanto aspettiamo l’esito delle elezioni, ma posso già dire che non appoggeremo nessuno».

Non darete indicazioni di voto o non andrete a votare? Sono due cose diverse, forse è meglio specificare.

«Vero. Non daremo indicazioni, però ribadiamo che è giusto votare. Ognuno lo farà con la propria coscienza».

Lo scrutinio è previsto solamente martedì 22 settembre. Quella mattina si alzerà e...

«Porterò i bimbi a scuola, andrò a lavorare e attenderò che qualcuno mi telefoni per informarmi sull’esito del voto».