L’utilizzo dei cani aiuta gli ospiti a rilassarsi nella loro nuova realtà

02 Luglio 2021

Dopo il difficile periodo passato a causa della pandemia da Covid19, alla Residenza Il Melograno finalmente alcune attività educative sono ritornate a far compagnia e stimolare i nostri ospiti, sempre nel rispetto delle normative sanitarie in vigore. Tra queste, da qualche settimana, anche la Pet therapy molto amata e apprezzata.

Si tratta di un progetto che nasce come una terapia dolce, basata sull'interazione uomo-animale con la partecipazione del cane e serve per facilitare il rilassamento e diminuire i disturbi del comportamento (wandering, agitazione e aggressività). Gli obiettivi principali sono di stimolare l’attenzione, la creatività, l’immaginazione e facilitare il rilassamento.

La pet therapy non è quindi una terapia a sé stante, ma una co-terapia che affianca quella tradizionale in corso. Lo scopo di queste co-terapie è quello di facilitare l'approccio medico e terapeutico delle varie figure mediche e riabilitative soprattutto nei casi in cui il paziente non dimostra collaborazione spontanea. La presenza di un animale permette in molti casi di consolidare un rapporto emotivo con il paziente e, tramite questo rapporto, stabilire sia un canale di comunicazione paziente-animale-medico sia stimolare la partecipazione attiva del paziente.

Questo tipo di attività, definito genericamente con il termine anglosassone di Pet Therapy (terapia condotta con animali da affezione o animali domestici) ha suscitato notevole interesse essendo finalizzata a un miglioramento delle condizioni fisiche, sociali ed emotive delle persone a cui sono dirette L’introduzione di animali, soprattutto cani, in residenze per gli anziani ha dimostrato non solo di influire positivamente su alcuni parametri sociali e individuali, quali interazione e comunicazione (interpersonale e interspecifica), ma si è dimostrata efficace su parametri comportamentali riducendo l’agitazione, stimolando la creatività, la curiosità e la capacità d’osservazione e sull’affettività con miglioramento della depressione e dell’ansia. Il principale fattore condizionante è la solitudine e il senso di vuoto assoluto in cui si sprofonda quando ci si allontana dagli affetti familiari perdendo la propria funzione sociale, lavorativa e di utilità per i propri cari e se poi, lo stato di sofferenza psicologica si trasforma in malessere fisico, i problemi si complicano. In questa situazione un pet, attraverso il gioco e l’accudimento, importanti canali di interazione tra uomo e animale, può diventare un ancora di salvezza promuovendo e rinforzando il legame affettivo e stimolando la relazione interpersonale: la sua semplice presenza riempie tanti vuoti, la sua naturale inclinazione a non passare inosservato è così disarmante che non può non invitare al buon umore anche la persona più triste. L’obiettivo fondamentale degli operatori s’indirizza alla riattivazione o all’apprendimento delle competenze relazionali spesso compromesse dalle patologie di cui soffrono i pazienti. Sfruttando il contesto della relazione del paziente con l’animale questo progetto si pone degli obiettivi cognitivi, motori, comunicativi e sociali. La relazione paziente animale è in grado di creare un ponte tra l’individuo e le persone a lui vicine spingendo i pazienti ad una maggior socializzazione, ad una maggior responsabilizzazione e cura di sé. Inoltre la relazione fra uomini ed animali, oltre ad agire nella sfera affettivo-simbolica è fortemente contraddistinta e radicata nella corporeità, nel contatto fisico. Nell’accarezzare un’animale la percezione fisica dell’altro può essere stimolo al riconoscimento di un’altra corporeità e portare alla consapevolezza e all’accettazione della propria. Tutte queste sensazioni sono state amplificate a causa del periodo di isolamento che abbiamo passato a causa della pandemia. Con l’arrivo del cane tutti gli ospiti sono apparsi felici e sereni, nei loro volti si leggeva la consapevolezza di aver lasciato alle spalle un momento triste che spariamo non torni più.