Se al mattino vi capita di passeggiare per il terzo piano della Residenza San Rocco di Segrate, sarete sicuramente attirati dalla musica accattivante della fisarmonica, suonata dal signor Delfino, che si diletta a fraseggiare con le dita sulla tastiera, mentre le signore cantano spensieratamente i motivetti proposti.
Ho chiesto al nostro ospite come è nata la sua passione per la musica e nel rievocare immagini del passato mi ha raccontato le sue vicende...
Delfino Mantovani nasce a Ceneselli, provincia di Rovigo, nel lontano 1926. Purtroppo la mamma è deceduta dandolo alla luce e il suo rammarico è quello di non avere foto che possano ricordargliela. È stato cresciuto dalla nonna materna ma all’età di otto anni, dopo aver fatto la Prima comunione, si è presentato suo padre per portarlo via: “ormai era grande e doveva lavorare”.
Il papà faceva di lavoro il cantastorie; giravano per le piazze dei paesi vendendo canzoni. Il piccolo Delfino passava tra la gente con un vassoio, vendendo i fogli delle canzoni per cinquanta centesimi, mentre il papà cantava e il fratello suonava la batteria.
Ma la vita gli preservava altre difficoltà da superare; il papà morì improvvisamente in un incidente d’auto a soli 44 anni e Delfino, rimasto solo con il fratello minore, continuò con difficoltà il mestiere di famiglia.
All’età di 33 anni, dopo mille avventure e diversi amori giovanili in giro per l’Italia, conobbe a Vercelli l’amore della sua vita: una bellissima ragazza di nome Elisa, che tutti chiamavano Regana. Si sposarono e dal loro matrimonio nacquero due figli.
Così iniziò una nuova avventura e un nuovo lavoro con la famiglia di sua moglie, che aveva le bancarelle di giochi del tiro a segno con cui seguiva i giostrai nelle feste di paese. Si occupava di tutto: organizzava le date, gli spostamenti, montava i tirassegni, gestiva la famiglia.
In particolare aveva allestito uno zoo itinerante con gabbie di animali da mostrare al pubblico; Delfino era diventato domatore e la gente pagava il biglietto per vedere gli animali.
Ha iniziato con una scimmia, due fagiani, tre trampolieri, un varano, i vampiri, poi ha aggiunto un orso tibetano che gli ha azzannato un dito, un leone che portava a spasso di notte, leopardi, iene, serpenti, ecc.
L’impegno era tanto per cui, dopo alcuni anni, decise di vendere lo zoo a Nando Orfei, che fece un buon affare, visto che pagò il tutto solamente sei milioni e mezzo di lire.
Venduti gli animali si trasferì a Genova con tutta la famiglia gestendo i tirassegni, ma contemporaneamente svolgeva un altro lavoro in Svizzera: montava i guard-rail sulle autostrade.
Finalmente decise di fermarsi all’Idroscalo di Segrate e lì rimase per 30anni. Ha smesso di lavorare a 78 anni per un infortunio alla gamba, ma ha tanta voglia di vivere.
La sua fisarmonica ci accompagna dolcemente durante la giornata e per Delfino è non solo un legame con i ricordi del passato ma un mezzo per vivere in modo spensierato il presente, perchè la vita lui l’ha vissuta intensamente, non ha rimpianti, rifarebbe tutto e rivivrebbe le sue avventure.
A San Rocco continua a suonare per noi e a farci cantare, insegnandoci che “La musica non è solo passione ma è vita!”