19 Giugno 2020

La paura, le relazioni, gli "angeli", i test e i tamponi: quanti capitoli di questa storia sono serviti e serviranno per rendere visibile un nemico invisibile? Lo sanno bene i responsabili delle residenze Anni Azzurri che fin dal primo secondo hanno messo in campo ogni accortezza e tutta l’esperienza dei loro professionisti per combatterlo.  Quando si viene colpiti all’improvviso da un male sconosciuto che si annida subdolo e spesso in modo asintomatico anche nelle persone a noi più vicine e amate, la paura diventa un mostro che ci rende inermi, si insinua nelle menti pietrificando sentimenti e pensieri. L’epidemia da Covid-19 ha devastato come un fulmine a ciel sereno uno dei dogmi della nostra vita: le relazioni famigliari e sociali. Il Coronavirus ha imposto alle persone un peso terribile, quello di combattere battaglie individuali in solitudine, in casa isolati e in ospedale senza il conforto di un famigliare al fianco. Medici, infermieri e operatori sanitari sono diventati “angeli” anche per questo, perché non solo la cura ma la loro umanità ha fatto più che mai la differenza. Stanare il virus con test e tamponi ci permetterà di continuare a isolarlo, proteggendo tutti. Una strategia in atto, tanto che a oggi nelle nostre residenze sono stati effettuati migliaia di controlli su ospiti e operatori sanitari, esami eseguiti nel rispetto delle normative regionali. Si riparte da qui. Lasciando la paura alle spalle, senza abbassare la guardia, ma con una situazione costantemente monitorata e sotto controllo, con la serenità di una grande scorta di dispositivi di protezione che consentiranno di lavorare in sicurezza e affrontare le prossime fasi dell’emergenza.

Non ci aspettavamo un evento di queste dimensioni, ma abbiamo reagito sin da inizio pandemia con procedure condivise e dispositivi di protezione sempre disponibili. I dispositivi di protezione individuale, quelle mascherine, guanti, tute, che ci sembravano scontati, sempre disponibili in un mondo consumistico dove tutto è abbondante, in realtà sono diventati merce preziosa, introvabile, soggetta a ritardi per blocchi alle dogane e non sufficienti per far fronte ad una pandemia. Si era tranquilli, come bagnanti su una spiaggia in una giornata serena, ignari che in breve tempo un’onda enorme e anomala, senza preavviso, avrebbe travolto tutto e gettato un allarme senza precedenti. In queste situazioni, la prontezza e la capacità di navigare a vista ma senza perdere mai l’orizzonte ci ha consentito di restare lucidi, trovare i primi salvagenti e recuperare tutto ciò che nell’immediato serviva a tamponare l’emergenza. Allo stesso tempo si pianificavano nuove rotte. Insieme al progredire delle terapie, la sicurezza ha iniziato ad essere la svolta per allontanare il virus dalle nostre case e riprendere una “socialità”. Affrontare uno tsunami di questa portata significava raddoppiare e diversificare le energie. In piena tempesta, con grandi difficoltà di rifornimento, parte del nostro team si è dedicato all’approvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e alla loro distribuzione agli ospiti e al personale a rischio. Avere i dispositivi di prevenzione individuale però non basta, è necessario saperli usare correttamente, conoscerne utilità e limiti; è necessario essere sempre lucidi e tranquilli e non perdere di vista le regole e le procedure. Sembra difficile in momenti di emergenza trovare anche il tempo di formarsi. Ma così è stato. Anni Azzurri ha organizzato in tempi record corsi di formazione all’usi dei dpi, incrementato di oltre il 25% le assunzioni nel periodo, per avere la forza di affrontare la mole di lavoro richiesto. È stato avviato anche un percorso di supporto psicologico, uno sportello d’ascolto, per i dipendenti e gli operatori sanitari sul campo. Un modo efficace per aiutare a scaricare lo stress accumulato, acquisire consapevolezza del periodo e dominare il carico della gestione emergenziale, per non farsi sopraffare, mantenere lucidità sul lavoro e un rapporto sereno con gli ospiti.

Ora in sicurezza si riparte, con la pazienza di rivedere modalità di contatti e interazioni si abbandona l’isolamento sia pur sostituito dal distanziamento.
Tutti noi la prima volta che siamo riusciti a fare qualcosa che ci era stato proibito, uscire, rivedere parenti o amici anche se a distanza, abbiamo sentito, insieme a un nuovo timore, un sollievo ed un senso di ripresa di una normalità. Ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma vivere seguendo le regole ed in sicurezza, senza cedere a tentazioni di abbassare la guardia, ci consentirà di prevenire contagi e fermare l’epidemia. Con calma e con cautela. Per ripartire stiamo mettendo a punto procedure e iniziative per evitare ogni contatto tra persone positive al virus e quelle negative, attraverso il distanziamento, la sistematica somministrazione di test e tamponi ad ospiti e operatori e isolamenti cautelativi di filtro. Le visite dei famigliari resteranno ancora protette e contingentate. L’animo umano ha la straordinaria capacità di cogliere in ogni situazione, anche la più tragica, un risvolto positivo. Abbracci, baci, pranzare insieme, chiacchierare senza barriere di mascherine o pareti di plexiglass, torneranno. E daremo più valore alla vita, che era arrivata ad essere per molti anche troppo frenetica al punto da trascurare le cose vere. Come il tempo di qualità in famiglia, i momenti con gli amici e quelle belle, lunghe, chiacchierate con i nostri nonni. Tra passato, presente e futuro.

E chiudiamo con le belle notizie. Alla residenza Il Melograno tutti i pazienti sono negativizzati, mentre alla San Rocco ne resta solo uno positivo, ma i medici sono ottimisti e convinti che tra pochi giorni anche lui sarà guarito.