23 Marzo 2018

Durante le attività di animazione abbiamo ricordato con alcuni Ospiti come si passava la Pasqua anni fa. Unendo i loro racconti abbiamo pensato a questa storia….
“Quando ero bambina mi ricordo che per questa festa in casa mia si facevano molti preparativi.  
Al mio paese si cominciava  a far festa la sera del Giovedì Santo con la lavanda dei piedi. Il Venerdì era poi il giorno dedicato alla via Crucis per il paese. Mi ricordo che mio padre seminava durante la Settimana Santa perché era tradizione dire che “la luna non comanda.
Durante la settimana, la mamma ci portava per i negozi per comprarci i vestiti della festa, poi preparava i tortellini, puliva a fondo la casa e faceva una grande spesa alimentare. Mi ricordo che il Sabato Santo si facevano cuocere le uova e poi le si portavano in chiesa a far benedire.
La domenica della Pasqua metteva sul fuoco la pentola per fare il brodo, ci preparava la colazione e ci vestiva coin gli abiti nuovi, noi potevamo andare alla messa e lei continuava con la preparazione del pranzo. Finita la messa ci fermavamo in sacrestia dal sacerdote per farci dare un bicchiere d’acqua santa. Lui riempiva il bicchiere d’acqua dal rubinetto, ci aggiungeva un po’ di sale e poi, dopo una breve preghiera in latino, ce lo porgeva e ci salutava bonariamente. Tornate a casa, la tavola era già apparecchiata con il rametto dell’ulivo vicino al posto dove sedeva mio padre, appoggiavamo il bicchiere con l’acqua lì vicino e ci cambiavamo gli abiti: non ho mai chiesto alla mia mamma perché ci facesse sfoggiare gli abiti proprio per Pasqua, mi ricordo che aveva buon gusto nello sceglierli, sembravamo delle signorinelle. Poi ci chiamava e tutti ci sedevamo a tavola. Allora prima di iniziare il pranzo avveniva un rito molto caro a me: Papà diceva una preghierina molto semplice con parole sue, poi immergeva le foglie del rametto d’ulivo nell’acqua santa e ce lo spruzzava addosso e benediceva la mamma, noi e la casa. Quindi mangiavamo le cose preparate da mamma, i tortellini in brodo, la carne lessa con le verdure, lo spezzatino d’agnello con i piselli e le uova, i carciofi romani lessati, le uova sode, il salame, la ricotta salata, poi la torta pastiera e la colomba. Ci alzavamo da tavola felici, ma poi la mamma aveva tante stoviglie da lavare, poveretta. Da piccola non ho mai ne visto, ne mangiato le uova di cioccolato, semplicemente a quei tempi non si usavano”.

Gli Ospiti della RSA San Rocco