10 Settembre 2020

L’epidemia Covid ha modificato molto la nostra vita quotidiana. Dalla scuola al tempo libero, sino a incidere anche sul modo di frequentare un ristorante.
In molti locali capita, infatti, che il gestore, all’ingresso, chieda di compilare un registro con nome, cognome e recapiti. Ma è corretto?
Si tratta di una prassi conforme alla normativa privacy?
Le due domande sono pertinenti e meritano attenta risposta. Le linee di indirizzo emanate dalla Conferenza delle Regioni in materia di riapertura delle attività produttive a seguito del lockdown, in parte riproposte nel cosiddetto Decreto Agosto, prevedono che negli esercizi di ristorazione che dispongono di posti a sedere sia privilegiato l’accesso tramite prenotazione. I ristoratori sono poi tenuti a mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato, per un periodo di 14 giorni. È quindi legittima la richiesta del ristoratore volta a ottenere la corretta compilazione del registro.
Resta però un ultimo interrogativo: con la privacy come la mettiamo? Al fine di agire nel rispetto della normativa in tema è necessario che il ristoratore fornisca un’informativa in cui spiega finalità e modi del trattamento dei dati raccolti. L’informativa dovrà, tra l’altro, precisare che la richiesta avviene in forza della normativa emergenziale e che la conservazione del dato non supererà i 14 giorni di cui sopra. È poi necessario indicare i dati di contatto del titolare del trattamento e tutte le altre informazioni previste nell’art. 13 del GDPR. Sia chiaro, la legge non impone in alcun modo di consegnare un foglietto con informativa ad ogni cliente. È sufficiente, ad esempio, che il ristoratore esibisca l’informativa all’ingresso o in altro luogo ben visibile, cosicché tutti possano consultarla in assoluta tranquillità.

Avv. Andrea Pratelli
Dimalta e Associati