21 Dicembre 2018

Tanto tempo fa un bravo e generoso padre di famiglia decise di regalare alla figlia, la Principessa, una casa in centro a Milano del valore di 800mila euro affinché da tale immobile potesse trarre una rendita che le avrebbe garantito, pur senza lavorare, un buon tenore di vita e al figlio, il Delfino, che aveva individuato ormai da tempo come il soggetto votato a prendere in mano le redini dell’azienda di famiglia, il 100% delle quote di una spa avente un fatturato annuo di circa 50 milioni di euro.
Purtroppo, il Delfino non aveva le doti manageriali che il padre aveva intravisto in lui e nel giro di pochi anni portò l’azienda al fallimento, che venne dichiarato qualche mese prima del decesso dell’amato padre.
Orbene, in una situazione di questo tipo, la cosa che a molti potrebbe apparire come assurda, è che proprio il Delfino - che a suo tempo aveva ricevuto il bene di maggior valore - avrebbe diritto a pretendere dalla Principessa il 50% del valore della casa che le aveva regalato il padre, in quanto - ai fini del computo della legittima (ossia quella quota dell’eredità che spetta a ciascun figlio a prescindere dalla volontà del genitore) - il valore dei beni donati in vita dal de cuius (in questo caso, il padre) si calcola con riferimento al momento dell’apertura della successione e, quindi, del decesso del padre.
Questa vicenda, seppur un po’ romanzata, ci porta a riflettere sull’importanza di una corretta pianificazione successoria.
Se infatti il buon padre avesse sottoposto ai figli un patto di famiglia – istituto  disciplinato dagli artt. 768 bis e seguenti del codice civile - al momento dei trasferimenti patrimoniali sopra descritti avrebbe ben potuto evitare gli effetti distorsivi conseguenti all’applicazione della normativa civilistica, cristallizzando, appunto tramite tale strumento contrattuale, il valore dei beni destinati a ciascun figlio, al momento della sottoscrizione dell’accordo, anziché rinviarlo a un momento successivo, ossia quello dell’apertura della successione.
Per tale motivo è sempre consigliabile, anche per evitare futuri dissidi tra i figli (nel caso in esame la Principessa non sarà infatti contenta di dover riconoscere al Delfino il 50% dell’immobile che le aveva regalato il buon padre), confrontarsi con il proprio professionista di fiducia per valutare assieme lo strumento migliore per attuare una corretta pianificazione successoria.

Davide Dimalta