28 Giugno 2019

Ci sono momenti nella vita in cui le esigenze familiari e personali cambiano e la possibilità di un impiego a orario ridotto può risolvere molti problemi: un genitore anziano da accudire, un bimbo piccolo da seguire, una malattia che richiede ritmi meno serrati, ed ecco che il part time può diventare un’opportunità da valutare.
Il decreto n. 81/2015, noto come Jobs Act, ha ampliato la possibilità dei lavoratori di vedersi riconosciuta la trasformazione del contratto di lavoro da full time, ossia a tempo pieno, a part time: secondo le nuove disposizioni, il diritto alla trasformazione del rapporto da full time a part time, già riconosciuta ai dipendenti affetti da malattie oncologiche, viene esteso anche ai casi di gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti per i quali residui una ridotta capacità lavorativa.
A ciò si aggiunga che il suindicato decreto riconosce altresì la priorità nella trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale ai coniugi, ai figli o ai genitori di una persona affetta da patologie oncologiche o da gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti, al lavoratore che assiste una persona convivente con totale e permanente inabilità lavorativa con disabilità grave ai sensi della Legge n. 104/1992, ossia alla quale è stata riconosciuta una percentuale di invalidità pari al 100%, con necessità di assistenza continua perché incapace di compiere gli atti quotidiani della vita, nonché al lavoratore con un figlio convivente di età non superiore a tredici anni o portatore di handicap ai sensi della medesima Legge.
Infatti, nel caso in cui il datore di lavoro intenda procedere con l’assunzione di nuovo personale a tempo parziale, è tenuto preliminarmente a darne tempestiva informazione al personale già dipendente con rapporto a tempo pieno, così da prendere in considerazione le loro eventuali domande di modifica dell’orario di lavoro.
Inoltre, è interessante notare che il Jobs Act ha introdotto la possibilità per il lavoratore di chiedere, per una sola volta, al posto del congedo parentale o entro i limiti del congedo ancora spettante, la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, purché con una riduzione d’orario non superiore al 50%.
In ogni caso, i singoli contratti collettivi nazionali di lavoro possono prevedere ulteriori ipotesi per il lavoratore di ottenere la trasformazione del proprio rapporto di lavoro da full time a part time.
Considerata la varietà delle fonti che disciplinano questa materia, è consigliabile rivolgersi a un legale per valutare se sussistano o meno le condizioni per ottenere la riduzione dell’orario di lavoro.

dott.ssa Giada Cammarata