20 Gennaio 2017

Vitali è nato a Bellano, sul lago di Como. Lì ha esercitato la professione di medico e sempre lì ha cominciato a scrivere i suoi romanzi esordendo nel 1989 con Il Procuratore, che si aggiudicò l’anno seguente il premio Montblanc per il romanzo giovane.
E poi è stato un susseguirsi di romanzi e di premi. I suoi romanzi più recenti sono Le mele di Kafka e Viva più che mai.
Mercoledì 21  Dicembre  Andrea Vitali è stato ospite allo Sporting Club di Milano 2 per presentare, appunto, il suo libro Viva più che mai.
Garbato, con un aplomb invidiabile e uno humor un po’ british, Vitali si racconta con semplicità e con pazienza si sottopone all’inevitabile intervista.
Viva più che mai è un romanzo che gioca con i chiaroscuri, tra colpi di scena e strane coincidenze. Il lettore è catturato dalla lineare complessità dei protagonisti; Ernesto, soprannominato il Dubbio per la sua indole instabile e insicura, è un personaggio che suscita tenerezza e sconcerto nello stesso tempo. È un contrabbandiere poco convinto che, durante una delle sue traghettate che hanno lo scopo di trasportare sigarette dalla Svizzera, con la sua barchetta si imbatte nel cadavere di una donna. Trascina il corpo sulla riva e va a chiamare un suo cliente fidato, il dottor Lonati, perché ovviamente dei carabinieri non si fida. Ma al mattino seguente il cadavere è scomparso…e da questo momento in poi Vitali si diverte prima ad ingarbugliare la matassa e poi a districarla abilmente. I suoi personaggi parlano un linguaggio semplice e diretto, a volte intercalato da espressioni dialettali ; racchiudono in sé il bello e il brutto della natura umana: meschinità e generosità, ignoranza e saggezza, allegria e disperazione, il tutto condito con l’onnipresente odore del lago immateriale, incorporeo.
La penna di Vitali è prolifica e i suoi romanzi scaturiscono da una frase, da un volto incontrato per strada, da una storia che all’improvviso torna a galla dopo essere stata tanto tempo sepolta sotto i ricordi. Così è successo per il suo libro Le mele di Kafka; Vitali rimase colpito dalla leggenda che narrava che, durante il soggiorno di Franz Kafka, il grande scrittore boemo, in un albergo di Lugano, egli si fosse lamentato della scarsa presenza di frutta e allora il direttore gli offrì un grande cesto di mele. Da allora nella hall di quell’albergo è sempre esposto un cesto di mele a disposizione degli ospiti. È affascinate ripercorrere l’iter del racconto che, tramite i suoi molteplici e pittoreschi personaggi,  supportati da una storia semplice eppure surreale,  porta il lettore a varcare la soglia di quell’albergo aspettando che accada un qualcosa che renderà credibile e ineluttabile sia la presenza del cesto di mele che il gesto imprevedibile di uno dei protagonisti. Il romanzo è ricco di personaggi così come può esserlo un piccolo paese sul lago; i soprannomi dati ai protagonisti riflettono l’abitudine dei piccoli centri di “marchiare” una persona in base a un suo difetto o ad una sua caratteristica; la gara di bocce, che fa da filo conduttore a tutta la storia, è un elemento che ricorre sovente nei romanzi di Vitali proprio perché la realtà paesana spesso ricorre alle gare o alle competizioni per coinvolgere e motivare i suoi abitanti. Il libro riserva al lettore un finale a sorpresa, un finale che non riesce ad essere tragico neanche sotto la scure della morte.
Il prossimo appuntamento allo Sporting Club Milano 2 con il Tè Letterario vedrà come protagonista il grande Eduardo De Filippo.  A  raccontarlo sarà Edmondo Capecelatro, impresario teatrale e attore.
Eduardo è stato un grande Maestro ma anche un uomo che al teatro ha consacrato tutta la sua vita e che, nelle sue ultime apparizioni ufficiali, ha consegnato al suo pubblico la sua fragilità crepuscolare, i suoi rimpianti e la sua tenerezza di padre.