12 Luglio 2019

Esiste un solo bene, la conoscenza e un solo male, l’ignoranza.” (Socrate)
“Vivi il presente, lanciati su ogni onda, trova la tua eternità in ogni istante.” (Henry David Thoreau)
La cultura non va mai in ferie. Ci accompagna sempre e si nutre di curiosità, creatività e voglia di conoscere. Esiste dovunque ci sia l’opportunità di scoprire  e sperimentare, basta guardare non solo con gli occhi e ascoltare non solo con le orecchie. L’ultimo Aperitivo Filosofico del mese di maggio ha chiuso questa stagione di incontri, condotti dalla nostra magnifica coach filosofica Antonia Chiappini Bedi, con un argomento tanto interessante quanto intrigante: “Vivere il presente”. “Cosa significa vivere il presente?”. Noi spesso ci proiettiamo verso un altrove distante dall’attimo che viviamo, quando siamo adolescenti vorremmo già essere maggiorenni, quando siamo anziani rimpiangiamo la nostra gioventù. “Noi passiamo il nostro tempo a rimuginare sul passato e in questo modo mezzo momento presente è sprecato, l’altra metà del momento presente viene smarrita proiettando ansia sul futuro”. Cosa significa vivere il presente per un filosofo?  Henry David Thoureau recita: “Vivi il presente, lanciati su ogni onda, trova la tua eternità in ogni istante”. Marco Aurelio, 121 d.c. ammonisce: “Compi ogni atto come se fosse l’ultimo”.  Seneca sentenzia: “Per essere felici occorre dimenticare il passato e non temere il futuro... La vita appare breve perché passiamo il tempo a rincorrere quello che non abbiamo”. Dalla saggia penna di Italo Calvino sgorgano limpide parole: “Prendete la vita con leggerezza. Che la leggerezza non è superficialità. Ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. Ma i macigni nel cuore di noi comuni mortali non riescono a mettere le ali solo con la magia dell’antica saggezza e noi, abitanti contemporanei di un mondo dove la pratica del “fare” ha giustiziato l’insostenibile soavità del “pensare”, ci troviamo spiazzati dalla consapevolezza che esiste un vivere diverso, che potremmo davvero bere dalla coppa della sapienza il buon nettare tanto caro agli dei. Come si può vivere immersi nel presente? Come possiamo dimenticare il passato? A cosa andremmo incontro se non ci preoccupassimo del futuro? Queste e altre domande si elevano dalle voci dei presenti in sala e un’invisibile spirale comincia a prendere forma avvolgendosi verso l’alto e, raccogliendo dubbi e incertezze, volteggia nell’aria  lasciando cadere dolcemente su ognuno un piccolo seme di speranza e  comprensione.
“Vivere il presente vuol dire trasformare ogni banale gesto quotidiano in una affascinante esperienza.  Per esempio quando stiamo camminando non siamo consapevoli di come alziamo il piede sinistro e poi il destro, non guardiamo quello che ci circonda, non osserviamo i dettagli”. Antonia Chiappini  prova a condurci per mano in una più vasta dimensione del pensiero, ci invita ad uscire dalla gabbia dell’ “ovvio”. La nostra coach ci attira con la sua empatia, la passione e la competenza di chi ama ciò che studia, di chi semina per raccogliere e poi donare. Con lei ci siamo inoltrati in percorsi suggestivi e spesso impervi. “Il Desiderio”, “L’Amore”, “Dialogare per comprendere”, “Sospendere il giudizio” sono argomenti importanti ma, grazie alla nostra sensibile coach, ci sono sempre stati posti come spunto di riflessione e condivisione,  mai con l’approccio didattico docente-alunno. Durante tutti gli scorsi mesi sono state molteplici le occasioni di fare esperienze interessanti e incontri suggestivi anche attraverso la frequentazione dei Tè Letterari. Vari gli argomenti, tutti validi i protagonisti. Con Emma Atonna e Mimma Esposito le più belle canzoni napoletane, accompagnate dalla loro storia, hanno riempito la sala di musica e canti scaturiti spontanei e liberatori; l’ incredibile storia di Mama Giusy e i suoi 15 “figli africani” ha coinvolto e divertito grandi e piccini con i racconti e le danze eseguite, con fanciullesca grazia, dalle tre bellissime bimbe africane che ha portato con se; scrittori, saggisti, poeti, hanno condiviso con noi le loro opere raccontandosi a volte con ironia a volte con acuta sensibilità e a volte con delicato pudore. Ognuno di loro ha aperto una finestra su uno scorcio del sapere. Alberto Mattioli, autore di  “Meno Grigi più Verdi”, su un Giuseppe Verdi inedito e sul mondo della musica lirica; Sandro Greblo, con i suoi modi garbati e lo sguardo profondo rivolto ad un altrove “diverso”, ci ha raccontato, con il suo primo libro “Dal posto finestrino”, la sua esperienza maturata in tanti anni al servizio dei più deboli, in paesi “scomodi” quali Afghanistan, Sierra Leone, Ruanda ed Etiopia; e ancora Evita Paleari e il suo “Per fare la segretaria devi avere le scarpe adatte”, Laura Ephrikian e l’affascinate racconto dei suoi “Incontri”….     L’ultimo libro presentato è stato “I figli del bosco” scritto da Giuseppe Festa (uno dei prestigiosi autori che la Garzanti, gentilmente, ci propone). Festa è laureato in scienze naturali e si occupa di educazione ambientale. La sua passione per la natura lo ha portato a scoprire luoghi, persone e vicende quasi inverosimili. Il racconto- documentario, del salvataggio e reinserimento di Ulisse e Achille, due teneri lupacchiotti, commuove e invita alla riflessione sulla forza della natura e il potente richiamo che da essa arriva all’uomo primitivo che vive ancora dentro di noi.   Gli incontri culturali con i Tè Letterari e gli Aperitivi Filosofici dello Sporting Club di Milano 2 riprenderanno il 23 settembre. “Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta” (Socrate)