14 Ottobre 2016

La passione per la fotografia è come un’onda che si allunga verso la riva per poi ritrarsi portandosi dietro qualcosa di ciò che ha lambito. E qualcosa la foto lo coglie e lo ferma nel tempo e nella memoria, sempre.
L’incontro  condotto da Giusy Baffi in collaborazione con Paola Pancaldi, tenuto allo Sporting Club di Milano 2, mercoledì 28 settembre,  aveva come tema “Trasformare il banale in straordinario” e su questo binario si è svolto mantenendo le aspettative che il titolo prometteva.
Giusy Baffi è un’esperta d’arte con la passione per la fotografia. Le sue foto spaziano dall’Architettura industriale (eccellente fotografia della ex fabbrica Innocenti abbandonata di via Rubattino) alla Natura (splendide foto della scogliera di Lanzarote) e in mezzo scorrono foto che ritraggono strade, chiese, volte affrescate, palazzi moderni e vecchie costruzioni; ma in ogni foto si ritrova la sua capacità di cogliere il particolare per fissarlo e proporlo all’occhio dell’osservatore. Durante l’incontro, la proiezione delle sue foto, da lei stessa commentate, ha suscitato il coinvolgimento e il plauso di tutti i presenti.
Le foto della Paola Pancaldi, raffinata e profonda poetessa e scrittrice, sono ritratti che oltrepassano il semplice scatto da turista per entrare nell’intimo dialogo tra un volto e un obiettivo che guarda con rispetto e condivisione. I colori forti, le diverse etnie raffigurate, la staticità emotiva delle facce e l’innocente liquida meraviglia catturata negli occhi dei bimbi, fanno di queste foto un variopinto racconto di viaggi fatti non solo da turista con macchina fotografica incorporata, ma da donna sensibile e ricettiva che cerca di fermare e metabolizzare con lo scatto un ricordo, un’emozione durati appena  un attimo.
A proposito di fotografia, proviamo a fare un breve excursus nella sua storia. Il 1839 è l’anno di Daguerre e del suo dagherrotipo. Anche in Italia il dagherrotipo viene ufficialmente presentato; è il 12 marzo e il fisico Macedonio Melloni tiene una relazione sul tema all’Accademia delle Scienze di Napoli.
Sempre in Italia, i primi esperimenti di fotografia sono condotti da Enrico Federico Jest e da Antonio Rosetti nell’ottobre del 1839, con un macchinario di loro costruzione, basato sui progetti di Daguerre. Le prime fotografie italiane rappresentano le vedute della Chiesa della Gran Madre, di P.zza Castello e di Palazzo Reale, tutte realizzate a Torino.
Ogni fotografo, sia egli amatoriale o professionista, cerca un modello a cui ispirarsi; un personaggio  che con la sua particolarità sia  riuscito ad essere annoverato tra i nomi che hanno fatto la storia della fotografia mondiale.
Attualmente i professionisti della fotografia più conosciuti, premiati e imitati sono parecchi ma volendo restringere il campo spiccano in particolare alcuni nomi.
Annie Leibovitz, la più famosa fotografa ritrattista esistente. Sebastião Salgado, classe 1944, considerato il più grande fotografo al mondo. Michael Kenna, famoso per i suoi paesaggi in bianco e nero. David LaChapelle, conosciuto a livello internazionale come fotografo e regista di documentari. è considerato da molti il Federico Fellini della fotografia. Anne Geddes, conosciuta in tutto il mondo per le sue fotografie che ritraggono bambini e maternità. Kenro Izu, noto per i suoi servizi dedicati a luoghi suggestivi e sacri come la Scozia e il Tibet. E, dulcis in fundo, due nomi italiani: Oliviero Toscani, famoso fotografo milanese particolarmente dedicato alla pubblicità; e Ferdinando Scianna, primo ed unico italiano divenuto membro effettivo nel 1989 dell’agenzia fotografica parigina Magnum Photos. Firma, tra l’altro, un’apprezzata campagna pubblicitaria per Dolce e Gabbana.