09 Giugno 2020

L’impatto del Coronavirus sulle nostre vite è stato improvviso e imprevedibile. Nella Fase 1 siamo stati chiamati ad affrontare il periodo di lock down e la sfida dell’isolamento sociale, che ha comportato, per molti, l’emergere di emozioni difficili, per alcuni nuove o a cui non avevano mai posto particolare attenzione, come ansia, paura, incertezza. Le forti restrizioni hanno avuto un impatto significativo sulla nostra quotidianità che ha dovuto subire una riorganizzazione, modificando gli stili di vita. Questo processo ha richiesto all’individuo un tempo soggettivo di adattamento, più o meno lungo o faticoso, in base alle proprie caratteristiche personali e precedenti condizioni di vita. Per affrontare il periodo di cambiamento molti di voi avranno dovuto ricorrere alla resilienza, ovvero a quella che, in psicologia, è la capacità dell’individuo di far fronte ad eventi traumatici in maniera positiva.

Adesso ci troviamo a fronteggiare una nuova sfida: la ripartenza. Nella fase 2 stiamo riprendendo la nostra quotidianità, ma non si sta tornando al mondo così come lo si era lasciato prima della diffusione della pandemia. Ci troviamo a riorganizzare i nostri stili di vita, che non sono più quelli a cui si era abituati, poichè occorre imparare a convivere con il virus attraverso una graduale ripresa delle attività lavorative e sociali, e continuando ad adottare le misure precauzionali per scongiurare il pericolo di un aumento dei contagi: E’ necessario nuovamente ricorrere alla flessibilità, alla nostra capacità di essere resilienti per adattarsi non più all’isolamento ma alla convivenza con il coronavirus. Non bisogna dimenticarsi, via via che le disposizioni governative lasceranno maggiori libertà, di agire responsabilmente, perchè questo rimane lo strumento più efficace per contrastare la diffusione del virus.

Le emozioni sperimentate nella Fase 2 possono essere diverse per ognuno, come euforia per la ripresa, paura per un virus ancora presente, ansia per l’allentamento delle restrizioni per chi ritiene sia ancora presto, frustrazione per quello che ancora non è possibile fare. La strategia migliore per fronteggiarle è accoglierle, accettarle e condividerle, appartengono all’esperienza di molti, non solo alla nostra, sono del tutto normali. Riconosciamole come presenti, nominiamole, proviamo a tenerle lì, non troppo vicine per non esserne travolti e non troppo lontane rischiando di negarle. Occorre ricordare che siamo persone resilienti, capaci di fronteggiare le difficoltà in maniera positiva. Può essere utile raccontarsi quello che si sta sperimentando, attraverso un dialogo interiore, per provare ad abbassare il livello di intensità dell’emozione provata. Di fronte a stati di tensione (respiro aumentato, battito accelerato, ansia, bisogno di muoversi molto) potete provare a diminuire l’agitazione interna osservando quali sono le parti del corpo che sentite più attivate. Concentratevi su una sola parte del corpo tesa, se ve ne è più d’una, contraetela volontariamente ed inspirate contando fino a 3, poi espirate più lentamente. Potete ripetete l’esercizio per ogni parte del corpo dove percepite tensione finchè non sentite che questa è scesa.

Durante un periodo faticoso e di cambiamento, come quello che stiamo affrontando, può succedere di sentire la sensazione di perdere il controllo di ciò che si pensa, prova o fa. Non spaventiamoci e non dimentichiamo che è possibile chiedere aiuto, intraprendendo un percorso di supporto psicologico che può essere preventivo e mirato ad affrontare le difficoltà di questo specifico periodo.

 

Per domande, dubbi o informazioni potete scrivermi all’indirizzo:

 

dott.marchesisimona@gmail.com