Oggi parliamo della cura dei denti dei bambini (PEDODONZIA) con il dott. Fabio Colombelli.

29 Novembre 2019

“Come posso mantenere sana la dentizione del mio bambino?”
Domanda posta da S.M. (29 anni)

La possibilità di avere una dentizione sana da adulti è inversamente proporzionale alle cure già sui denti; un dente trattatoèsempre più vulnerabile di uno sano. Inoltre i denti da latte possono cariarsi molto rapidamente.
Mantenere abitudini alimentari corrette e un adeguato livello di igiene orale è quindi una terapia; da qui l’importanza di prevenire lo sviluppo di problemi e patologie dentali già dall’età pediatrica.
In assenza di problemi una prima visita dal “dottore dei dentini” intorno ai 6 anni, età di inizio della permuta, diventa fondamentale perché spesso piccole problematiche non visibili, ne sintomatiche, in questo modo possono essere scoperte e affrontate prima che diventino più importanti. Ad inizio della permuta possono poi essere intercettate anomalie di sviluppo delle strutture ossee e quindi inquadrato rapidamente un piano di intervento in ambito ortopedico-ortodontico.
A volte, però, ci si trova già alla prima visita dei bambinion il dentista a dover affrontare delle cure. La causa principale di carie è la scarsa igiene orale, spesso legata a un consumo esagerato di dolci, caramelle, bibite zuccherate, fermo restando che nel DNA esistono predisposizioni individuali. Oggi viene posta in secondo piano l’utilità del fluoro per via orale, visti i contrapposti pareri scientifici.
Fondamentali invece una dieta bilanciata e l’adozione di corrette manovre di igiene orale che possano diventare per il bambino una abitudine quotidiana.
Ma in caso di patologie già sviluppate è possibile curare un bimbo in età così precoce?
Nei bimbi realmente non collaboranti le terapie possono essere eseguite ricorrendo a tecniche di sedazione cosciente (eseguibili anche in ambulatorio) o, nei casi di assoluta mancanza di collaborazione, con tecniche di narcosi (da eseguirsi solo presso strutture ospedaliere). Nei casi comuni si può invece procedere adottando qualche attenzione psicologica specifica: un ambiente in grado di trasmettere serenità e tranquillità (colori solari e caldi, vivacizzazione dell’ambiente con disegni) lo dispone a una fase di ascolto curioso che può essere sfruttato come chiave di accesso alla sua collaborazione. Il medico dovrà poi approcciarsi con calma, gentilezza, con una modalità espressiva quasi da messa in scena teatrale. Il linguaggio da utilizzare va trasformato secondo uno schema dove, senza mentire o prenderlo in giro, si entra nel suo mondo trasformando quell’esperienza in un gioco, con regole che a volte potranno non piacergli ma che lui cercherà di rispettare per non “tradire” il gioco stesso.
In tal senso la presenza dei genitori deve essere il più possibile passiva: la percentuale di riuscita del trattamento è molto più elevata quando il genitore resta in sala di attesa durante le terapie.Con un approccio “olistico”, nel più ampio senso del termine, si ha in genere un’ottima percentuale di successo nelle cure dentali pediatriche, limitando al minimo i casi di assoluta non collaborazione, da trattare insieme all’anestesista.