07 Aprile 2017

Giovedì 23 Marzo quindici classi del liceo Niccolò Machiavelli hanno avuto l`onore di incontrare il professore Nicola Gardini, docente di letteratura italiana e comparata presso l`Università di Oxford.
In realtà si è trattato di un piacevole ritorno, infatti anni fa il professore Gardini ha frequentato le aule del liceo come Commissario di Latino e Greco agli Esami di Stato e ha riconosciuto molti colleghi, ricordato alcuni aneddoti, lodato la buona preparazione degli studenti, raccontato di sentirsi ancora debitore di una metodologia didattica insegnatagli da un docente di lettere classiche del Machiavelli (ricordato nel romanzo I baroni).
Nato e cresciuto a Milano, Nicola Gardini ha frequentato il liceo classico Alessandro Manzoni e si è laureato in lettere classiche. Dopo la laurea si è trasferito a New York, si è dedicato allo studio della letteratura comparata e ha conseguito il dottorato con una tesi sull’imitazione della poesia latina e greca nella lirica rinascimentale europea. Attualmente vive tra Milano e Oxford, dove insegna, ed  è anche autore di romanzi, raccolte di poesia, saggi e traduzioni letterarie, tra i molti titoli Le parole perdute di Amelia Lynd, La vita non vissuta, I baroni; è molto attivo come articolista e come pittore.
Riuniti in palestra, gli studenti erano molto numerosi, provenienti dai diversi anni di corso del liceo scientifico e classico; i docenti infatti non hanno voluto escludere i propri studenti da un incontro che si annunciava assai stimolante.
In fondo, la presentazione del libro del professore Viva il latino: Storia e bellezza di una lingua inutile è stato un pretesto per volare alto, per parlare di civiltà e di politica, di istruzione e cultura, di educazione, di libertà e di democrazia. La passione che ha sorretto la conversazione con gli studenti è la stessa che emana dalle pagine del libro e che esprime tutto il  grande amore di Gardini per il latino, per quella lingua e quella letteratura che ancora adesso non smettono di sfidarlo in un inesauribile gioco intellettuale. Disciplina, impegno, perseveranza, dedizione sono le parole chiave che aprono la porta dell’eccellenza e del successo, “non permettete a nessuno” ammonisce il professore “di togliervi il diritto di eccellere. È pericoloso arrendersi a quei progetti di ipersemplificazione dei percorsi scolastici che creano una base sociale di plebi ignoranti sulle quali vuole prevalere chi ha potere economico e possibilità di accedere a percorsi formativi esclusivi.” Gardini racconta le proprie origini, la famiglia, la scuola e l’università come ascensore sociale, gli onori e le attenzioni che negli Stati Uniti e in Inghilterra gli sono stati riservati proprio per la conoscenza di quel latino che in Italia è al centro di un ampio dibattito e che alcuni vorrebbero limitare o addirittura eliminare dal curriculum scolastico.
Anche gli studenti spesso considerano il latino un peso e non come la possibilità di raccogliere un’eredità, di ricevere un patrimonio di conoscenze. Secondo il professor Gardini questo non accadrebbe se l’insegnamento del latino venisse liberato dal vuoto grammaticalismo e venisse dato spazio alla voce sempre attuale degli autori classici e dei loro capolavori. Alla domanda “Conoscere il latino è importante quanto conoscere la riproduzione delle cellule o la fisica quantistica?” Il professor Gardini ha dato una risposta illuminante “Molti non sanno nulla neppure di queste faccende, però nessuno si sognerebbe di contestarne l’importanza, perché le si ritiene scienze di oggi, mentre il latino è roba passata. Pregiudizi. Non sanno che la fisica e la biologia sono a loro volta costruzioni storiche tanto quanto il latino. Qualunque studio, pur nella sua pretesa di assolutezza, è inevitabilmente rivolto all’oggi. Il caso dell’archeologia mi sembra illuminante: quello che salta fuori dallo scavo entra in contatto con un tempo diverso. Da qui nasce la necessità di capire il reperto, ricollocarlo nel suo contesto, usarlo per capire che cosa è avvenuto tra il suo tempo e il nostro.
Bisogna accettare che l’oggi è fatto di ieri, di moltissimi ieri. Il mazzo che vedi dall’alto non è solo la carta che sta in cima. O non c’è partita.”

 


Alessia Roti e Claudia Carravieri
(III B liceo scientifico)