Rigamonti (a sinsitra) con il segretario Zucconi

«Nulla contro Laura Aldini, ma reputiamo i Monti e i Fornero il male dell’Italia e non potevamo fare altrimenti». «Micheli candidato forte, ma sarà una campagna elettorale leale». «I programmi saranno tutti molto simili»

2015-03-06

Questa volta i bookmakers inglesi sarebbero andati sotto e anche di parecchio. Già, perché una Lega Nord che corre da sola alle elezioni amministrative per non aver trovato l’accordo con Forza Italia e l’Ncd di Zanoli avrebbe avuto una quotazione altissima. E invece a fine settimana il Carroccio ha rotto gli indugi: «Ufficiale: andiamo da soli. Il nostro candidato sindaco sarà Vittorio Rigamonti» ha dichiarato il segretario cittadino Luciano Zucconi. E allora sotto a conoscere meglio l’attuale consigliere comunale che la Lega Nord vorrebbe far sedere sulla poltrona di primo cittadino. 
Innanzitutto, si presenta?
«Ho 67 anni, sono architetto, sposato con una segratese di vecchia famiglia. A dodici anni sono venuto a vivere qui e non me ne sono più andato. Negli ultimi anni ho portato a Segrate anche il mio studio professionale. Sei anni fa ho iniziato a simpatizzare per la Lega e dopo un paio ho iniziato ad essere militante. Il ruolo di consigliere comunale che sto ricoprendo è il mio primo incarico istituzionale».
Alla fine correrete quindi da soli...
«A quanto pare sì. Non ci sono stati i presupposti per creare una coalizione con Forza Italia e zanoliani. Loro hanno insistito con Laura Aldini che peraltro è un’amica che stimo. Ma la Lega ha voluto essere coerente. Siamo da sempre contro i tecnici stile Fornero e Monti che consideriamo la rovina dell’Italia e non potevamo certo accettare un tecnico alla guida di Segrate. Per gestire un Comune secondo noi ci vuole un politico; uno che sappia l’arte della mediazione. Ripeto, nulla contro Laura, ma non potevamo accettare. Saremmo stati incoerenti».
Appurato che il direttore generale del Comune, Laura Aldini, non vi andava bene, come mai tanto tergiversare prima di ufficializzare che correrete da soli?
«Innanzitutto perché sono stato io il primo a tentennare. Ho dovuto riflettere visto il tempo che dovrei sottrarre a lavoro e famiglia. Poi il profilo del candidato sindaco della Lega convergeva su di me e a quel punto ho deciso di accettare. In secondo luogo il nostro spirito era quello di creare una coalizione forte visto che si punta a vincere. Quando però abbiamo capito che dall’altra parte la resistenza era ad oltranza, abbiamo deciso che non c’era più tempo per aspettare e abbiamo rotto gli indugi. Non siamo mai stati legati alle poltrone. Andiamo a contarci e vediamo cosa succede».
Ma è possibile che avendo 5 anni davanti abbiate aspettato l’ultimo minuto per trovare un candidato che potesse mettervi tutto d’accordo?
«In realtà si era già tentato di trovare un accordo. Al nostro interno avevamo lavorato per arrivare pronti e disponibili al dialogo. Forse dall’altra parte davano però per scontato che alla fine avremmo ceduto e così hanno sottovalutato le trattative che dovevano partire molto prima».
Peraltro proprio in queste ore è spuntato il nome di Ezio Lazzari come candidato di Forza Italia con Laura Aldini che si farebbe da parte...
«Già, e questa cosa non la capisco. Il nome dell’attuale assessore al Territorio era assolutamente uno di quelli su cui avremmo potuto discutere e probabilmente avremmo raggiunto un accordo. Non comprendo perché lo tirino fuori adesso che abbiamo deciso di correre da soli. Magari al loro interno non tutti lo volevano, magari era lo stesso Lazzari a essere titubante. Resta il fatto che si è persa un’occasione per andare uniti».
Mi dice tre punti chiave del vostro programma?
«Ne direi uno: sicurezza. In tutte le sue accezioni, partendo dal sociale, con l’ottimo lavoro svolto da Mario Grioni, proseguendo con la sicurezza all’ambiente e così via fino ad arrivare alla sicurezza personale. Penso sia giusto concentrarsi su pochi punti e portarli avanti bene».
Il Pgt annullato dal Tar costringerà a inserire qualcosa nei programmi elettorali?
«Credo che una minima revisione del Pgt la inseriremo, ma come Lega non ne abbiamo ancora parlato».
Altre cose che andranno valutate?
«Penso alle tante onlus che abbiamo, che sono valide e che andrebbero a mio avviso valorizzate meglio inserendole nel contesto cittadino. E poi mi piacerebbe dare vita al Centro Parco portando un po’ di cultura. Mi piacerebbe, ad esempio, un museo di arte contemporanea al posto dei soliti baretti».
Una volta stilato il programma non è che vi ritroverete a leggere quello di Forza Italia e scoprire che sarà uguale visto che avete governato insieme per tutti questi anni?
«In realtà credo che potrebbe essere così anche leggendo quello di Paolo Micheli. All’interno di un comune sono davvero pochi gli argomenti che diversificano i programmi. Quello che magari posso aggiungere è che i nostri punti inseriti nel programma di Alessandrini abbiamo fatto in modo che fossero portati avanti. A volte ci siamo riusciti un po’ meno visto che eravamo minoranza all’interno della maggioranza, ma nel complesso credo che i nostri elettori saranno soddisfatti. E comunque la cosa che ci stava più a cuore l’abbiamo portata a casa: l’azzeramento della Tasi».
Il ruolo di consigliere comunale che ha svolto in questi anni pensa che le potrà tornare utile in un futuro da sindaco?
«Non credo. Mi ha permesso di iniziare a comprendere come funziona la macchina comunale, ma fare il sindaco è sicuramente una cosa diversa, si allargano le prospettive, servono due marce in più».
Che campagna politica pensa ne uscirà?
«Sicuramente leale, ma dura. Micheli è un amico, ma molto agguerrito. A differenza mia, che ho poca dialettica, sa parlare. E poi sa raccogliere gente e amalgamare persone differenti».
Quindi niente colpi bassi?
«Non credo anche perché non ho nulla da offrire per farmeli rifilare. Diciamo che forse in questo momento non ho idea di come verrà utilizzata la questione del Piano di governo del territorio annullato».
Ci sarebbe anche il candidato di Forza Italia...
«Non credo ci sarà belligeranza con lui. Abbiamo governato insieme fino all’altro ieri e non penso che questo possa essere scordato».
Obiettivo?
«Si partecipa per vincere, ma credo che si arriverà al ballottaggio. A meno che Micheli non sia così forte da dare la corda a tutti, ma mi pare improbabile».
Ipotizziamo il ballottaggio. Si aprirerbbero due scenari. Voi ci sarete: cercherete apparentamenti?
«Dipenderà dai risultati. Presto per dirlo adesso».
Voi non ci sarete: darete indicazioni di voto o libertà di decidere?
«Non ne abbiamo mai parlato al nostro interno anche perché siamo convinti di andare al ballottaggio. Comunque credo che un’indicazione la daremmo».

Roberto Pegorini