2018-03-30

Nella repentina ascesa di UpStream, marca di abbigliamento street che a Milano sta registrando numeri più che importanti, c’è anche un po’ della nostra città. Tra i fondatori, infatti, figura anche il peschierese Mattia Colombo, un vero esperto per tutto quello che riguarda il commercio di moda urban. Dal 2004, con il suo arrivo nella squadra vendite del colosso Billabong, Mattia ha macinato esperienza e accumulato i contatti che oggi gli permettono di spingersi oltre i limiti che talvolta il mercato locale impone.
«UpStream è nato per gioco», racconta il giovane imprenditore. «Io e Tarcisio Gilardelli, conosciuto come Ghilan nel mondo delle grafiche e della street art, siamo stati ingaggiati per occuparci di un progetto di abbigliamento che poi non è andato in porto per problemi con uno dei soci. Così, nel 2013, ci siamo ritrovati io e lui, e constatando quanto le nostre competenze avrebbero potuto produrre capi uguali se non migliori di quelli che vanno di moda adesso, abbiamo deciso di fondare UpStream e portare freschezza nel settore». Tendenza e impatto potente, unione d’intenti e genuinità: questo il messaggio che la loro marca porta nel mercato. «Abbiamo fatto un piccolo investimento e ci siamo forniti di una macchina serigrafica per stampare le magliette a mano in modo da sfruttare il made in Italy ed elaborare prodotti ecosostenibili», continua il peschierese. «Questo ci ha permesso anche di stampare piccole quantità di pezzi e di vedere se il progetto poteva davvero ricavarsi uno spazio nel settore. Siamo partiti con grafiche semplici e grazie ai miei contatti sono riuscito a proporle al noto negozio Amedeo D di corso Vercelli a Milano, store di culto per gli appassionati di street wear. E così tutto ha avuto inizio. Lasciati pochi pezzi in conto vendita, i ragazzi si sono subito accorti che piacevano moltissimo. «I primi tempi sono stati un po’ rischiosi perché, non avendo ancora registrato il marchio, avevamo paura che ce lo potessero rubare, ma vedendo l’andamento ci siamo decisi comunque a creare nuove grafiche e nuovi stili». La svolta arriva l’anno dopo con la creazione di Up Lab snc, società proprietaria del marchio UpStream che intanto Mattia e Ghilan avevano registrato in tutta Europa. Con questa novità  hanno potuto anche cambiare la strategia di vendita, in modo da arrivare puntuali con le consegne e da poter produrre un quantitativo maggiore di capi. Pianificazione, consapevolezza del venduto e strategia commerciale diventano fondamentali per un team che cresce a vista d’occhio. «Grazie ad Amedeo D ci siamo fatti conoscere e molte altre realtà hanno iniziato a bussare alla nostra porta», spiega il socio Ghilan. «La Lombardia a quel punto è diventato il nostro terreno d’azione e dalle 50 magliette che producevamo all’inizio siamo passati a migliaia di capi a stagione». Con la sua esperienza e le sue capacità creative Ghilan ha creato linee sempre più varie e ricercate, aprendosi poi a collaborazioni con artisti di fama internazionale provenienti da arte contemporanea, street art e mondo del tatuaggio. «Il nostro modus operandi consiste nel lasciare totale libertà agli artisti, ed è per questo che le nostre grafiche sono tutte originali e introvabili», sottolinea il grafico. Poi partono le collaborazioni: Maccio Capatonda, Max Brigante, il rapper Mondo Marcio e la iena Onnis hanno iniziato a vestire UpStream di loro iniziativa, dimostrando che il marchio piace e che è veramente qualcosa di nuovo e attuale. «Il rollerblader professionista Json Adriani ci aiuta a diffondere il marchio nello sport e la stylist Federica Salto ci dà quel tocco di professionalità che ci mancava dal punto di vista promozionale. A loro si aggiungerà tra poco Giacomo De Conno, anche lui peschierese, che entrerà proprio in società», spiega Mattia. L’obiettivo del team ora è quello di uscire dai confini della Lombardia, cosa che sta già accadendo, e in futuro dall’Italia. «Arrivare ad avere il proprio prodotto in una trentina di punti vendita in tutta la regione non è solo frutto di ricerca e passione», concludono i ragazzi. «Il nostro background e la nostra esperienza ci hanno permesso di muoverci con consapevolezza e con la giusta dose di spregiudicatezza nel mercato».
Mattia Rigodanza