2018-10-05

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle di Peschiera, Davide Toselli, torna a parlare della linea politica del suo partito, del rapporto con i suoi elettori  e delle relazioni all’interno del consiglio comunale.
Nonostante la maggioranza abbia goduto in passato dell’appoggio del M5S, ora i rapporti sembrano raffreddati e il dialogo pare difficoltoso, come se lo spiega?
«A Peschiera si è sempre cercato di inquadrare il nostro partito da una o dall’altra parte, a destra o a sinistra, a favore della maggioranza o contro. La realtà è che noi non abbiamo rapporti con nessuno e andiamo avanti col nostro lavoro ascoltando le numerose richieste dei cittadini. La maggioranza ha un programma molto vicino al nostro per alcune questioni e molto lontano per altre. Hanno avuto il nostro appoggio quando si è trattato di andare incontro ai cittadini, ma quando c’è stato bisogno di far notare loro una sostanziale mancanza di comunicazione all’interno delle istituzioni e del consiglio non ci siamo tirati indietro. La gente non deve inquadrarci: noi guardiamo alla sostanza dei provvedimenti e siamo sempre dalla parte della gente».
Ad oggi, che voto si sente di dare alla maggioranza?
«Direi dal sei al sette. La sufficienza non posso negargliela anche se ci sono delle pecche da sottolineare nel loro operato. In primis il poco coinvolgimento della minoranza che spesso si trova a votare cose già messe nero su bianco. In più devo riconoscergli un’estrema limitatezza nel gestire il personale e la macchina pubblica. Molti componenti della maggioranza vengono dal settore privato e credono di poter gestire l’istituzione nello stesso modo, ma non è possibile, e quando glielo faccio notare non vengo ascoltato. Nonostante questo si vede che stanno lavorando e qualcosa si muove, anche a favore dei cittadini».
Quali sono, invece, i vostri rapporti all’interno dell’opposizione?
«Ho sempre mantenuto una certa distanza nei confronti di tutti proprio per rimanere fuori da certe dinamiche di giochi. Io porto avanti il mio programma e appoggerò sempre chi lavora nell’interesse degli abitanti, opposizione o maggioranza che sia. Sono sempre ben disposto al dialogo finché non vedo prevaricazioni di certi meccanismi tipici politici che non fanno parte di me e del mio gruppo. La nostra è una giusta distanza che può essere colmata in qualsiasi momento se c’è l’intento di lavorare per il bene comune».
Mi nomina un assessore che l’ha sorpreso in maniera positiva e uno che invece l’ha delusa?
«Devo sicuramente fare i complimenti ad Antonella Parisotto, assessore alle Politiche Sociali, perché si è trovata davanti un compito davvero difficile e un ambito particolarmente arduo da gestire. Con la pazienza e l’umanità che la contraddistinguono va avanti lavorando per le persone. Tanto di cappello. Non farò nomi di assessori che, a mio parere, non stanno facendo un buon lavoro. Mi limito a dire che credevo che qualcuno fosse più flessibile e capace di entrare nei panni del gestore della macchina comunale, mentre sono emerse delle difficoltà e delle chiusure che non sono utili al lavoro di nessuno».
Su quali punti intendete insistere nei prossimi mesi?
«Stiamo lavorando a 360 gradi, ovviamente. Ci interessa particolarmente il discorso ecologico, perché abbiamo scoperto che in passato ci sono state delle attività che hanno compromesso il territorio a livello di inquinamento. Crediamo poi che i servizi sociali siano molto importanti: l’assistenza agli anziani e la qualità dell’istruzione, per dirne due. L’importante è coinvolgere di più le persone nelle buone pratiche civiche, come la differenziata e lo sfruttamento delle isole ecologiche. Puntiamo molto sulla smart city e sullo sport, nell’ambito del quale chiediamo un impegno serio nella riqualifica degli impianti pubblici. Le frazioni periferiche, infine, non devono essere abbandonate».
Il suo partito ha fatto della linea diretta coi cittadini il suo cavallo di battaglia, anche sfruttando il web e i social. Come mai a livello locale il vostro gruppo stenta a trovare dei buoni canali comunicativi?
«Forse delle mancanze ci sono, ma stiamo cercando di far fronte al problema. C’è da dire che nel tempo siamo rimasti più volte delusi da come le nostre dichiarazioni e i nostri comunicati stampa siano stati usati dai media che troppo spesso hanno tagliato e ridotto all’osso i concetti che cercavamo di esprimere. Non sto parlando di censura, intendiamoci, però chiediamo che i nostri messaggi passino nella loro completezza come capita ai partiti convenzionali».
Il vincolo dei due mandati, cavallo di battaglia del M5S, la spaventa?
«Assolutamente no. Vivo la cosa in modo molto tranquilla perché so di avere alle spalle un gruppo che saprà portare avanti il mio lavoro. Io semplicemente mi occuperò di dare consigli e consulenze da dietro le quinte, ma resto a disposizione. Il terzo mandato sarebbe perfetto perché, dopo il primo di assestamento e il secondo in cui si inizia a essere operativi, nel terzo si potrebbe davvero essere incisivi. Nonostante questo credo che, in questo momento, due, siano sufficienti per svolgere un buon lavoro».
A livello nazionale, come vede l’alleanza M5S-SLega?
«Io sono del Movimento e lavoro per lui. A livello personale non posso dire di supportare certi modi che ha la Lega di rispondere ad alcune emergenze come quella dei flussi migratori. Nei programmi dei due partiti ci sono punti che si avvicinano, ma questo non vuol dire che il mio modo di ragionare sia uguale a quello di Salvini. Credo che l’alleanza serva per lavorare in tranquillità, l’importante è che le due visioni politiche non si mischino e che l’una non prevarichi sull’altra. Per quanto riguarda la questione immigrazione, credo che vada seguita e normata in modo serio, senza ovviamente naufragare in politiche razziste o xenofobe».
Mattia Rigodanza