2018-11-16

Ex sindaco e capogruppo del Pd, Luca Zambon si sottopone al fuoco incrociato delle nostre domande.
Circa un anno fa l’avevamo intervistata e aveva espresso la volontà di aprire un dialogo con la maggioranza. Come è andata?
«È vero. Dissi che il dialogo era importante e che sarei stato ben disposto a portarlo avanti perché il mio partito aveva, e ha tutt’ora, delle proposte di cui vale la pena farsi carico. Tuttavia c’è stata una chiusura totale della maggioranza verso di noi. Più volte esponenti dell’amministrazione hanno sostenuto che avrebbero dialogato solo con il Movimento 5 Stelle. Oggi il Pd le sue proposte le fa direttamente alla città e si rivolge ai cittadini in primis. Dispiace che la maggioranza creda di avere le soluzioni per tutto e che quindi non sia necessario un confronto con noi».
Domenica si terrà il congresso locale del Pd. Quali novità verranno messe in campo?
«Il congresso parla del partito, o meglio, si rivolge al partito che a sua volta parla con la cittadinanza. È un momento volto a rilanciare la nostra azione politica e a rinnovare l’organizzazione interna del circolo. Inoltre è anche il momento di confrontarci con gli iscritti, vecchi e nuovi. Sono sicuro che vedremo un partito unito che ha voglia di riprendere le attività; un partito che, rinnovando il gruppo dirigente, lavorerà passo per passo, nelle strade e nei mercati, in vista delle prossime elezioni».
E che voto dà all’opposizione?
«Al Pd direi sette. Abbiamo fatto tante interrogazioni, interpellanze e mozioni dicendo sempre la nostra pur avendo spesso tutti contro. Il lavoro è sempre migliorabile, ma nel complesso sono soddisfatto. Emblematico è il fatto che spesso ci siamo trovati d’accordo con gli altri gruppi di opposizione, il che significa che le nostre proposte erano aggreganti e concilianti. Sul territorio abbiamo fatto raccolte firme e altre iniziative forti che hanno messo alle strette la maggioranza. Abbiamo sempre detto la nostra in consiglio e nelle commissioni, a dispetto della chiusura totale verso noi».
E alla maggioranza che voto dà?
«Estremamente negativo, non più di quattro. Le promesse elettorali non hanno trovato riscontro nella realtà e questo è facilmente riscontrabile da tutti. Oggi Peschiera è buia, l’impianti sportivi non sono nelle condizioni adatte, le strade sono malmesse, le cascine non sono ancora state riqualificate e la questione Bellaria è stata scaricata su avvocati e tecnici. A questa amministrazione manca la politica, le decisioni e le scelte, oltre che lo studio delle norme che regolano la macchina comunale. I problemi non possono essere risolti solo dagli avvocati. Io ero stato molto attaccato per questo e oggi i soldi spesi in questo ambito sono stati raddoppiati. Con gli annunci non si risolvono le cose e non mi si dica che è tutta questione di inesperienza, perché va bene il primo anno, ma poi diventa solo una scusa».
Chi nella maggioranza l’ha sorpresa positivamente e chi, invece, l’ha profondamente deluso?
«Credevo potessi instaurare un buon rapporto con il sindaco Molinari, ma non è stato così. Ho creduto in lei che è il garante dei cittadini e rappresenta tutta la maggioranza, ma con dispiacere, ho notato che non c’era alcuna apertura. Il Pd è sempre stato il comodo nemico su cui scaricare le colpe, ma non siamo più disposti a fungere da capri espiatori. Inoltre il sindaco dimentica spesso che l’opposizione rappresenta due terzi delle persone che hanno votato e che quindi merita rispetto. Per quanto riguarda l’assessore che mi ha deluso particolarmente dico solo che una persona giovane che invece di ascoltare le proposte va avanti sulla sua strada convinta di saper già fare tutto, per poi lasciare i campi sportivi e le scuole in balia di innumerevoli polemiche e insuccessi, senza rendersi conto dei danni che provoca, non è idonea al ruolo che ricopre».
Qual è il quartiere che vede più trascurato?
«Ne dico tre: San Bovio, Canzo e Linate, tutti rioni dove la maggioranza ha preso molti voti. Il centro civico di San Bovio, con annesso un referendum ignorato dai promotori, rappresenta un caso più unico che raro di presa in giro da parte dell’amministrazione. Per non parlare dei lavori incompiuti sul cimitero e l’ex Postalmarket. Canzo è ancora invasa da mezzi pesanti e Linate attende che la scuola venga sistemata, che cascina Lorini venga trattata e che il campo sportivo venga sistemato».
Su cosa interverrebbe subito se fosse il sindaco?
«Riprenderei i progetti che avevamo messo in campo in precedenza. La riqualificazione delle cascine e gli orti solidali, tutte questioni che interverrebbero sulla socialità del territorio in collaborazione con le associazioni. Sistemerei i campi sportivi, l’illuminazione in sinergia con gli altri enti comunali e affronterei la questione amianto alla ex Postalmarket».
Pd a livello nazionale: cosa non va e chi auspica come leader?
«Il Pd ha accusato uno shock non tanto per le elezioni quanto per il referendum costituzionale. Bisogna però guardare anche alle cose positive fatte e alle battaglie vinte di cui non si parla mai. È poi necessario tornare a parlare con le persone e rispondere ai problemi reali e di contingenza, continuando ad avere una visione politica di prospettiva, aperta all’Europa e alle nuove sfide. In questo caso le elezioni europee giocheranno un ruolo importante. Una riorganizzazione è necessaria, i nomi in campo sono tanti e sono tutti validi, il congresso dell’anno prossimo dovrà scegliere una persona che sappia lavorare su più fronti».
Come si vede tra qualche anno?
«La politica è la mia passione e rappresenta gran parte della mia vita. Mi piacerebbe continuare a occuparmi dei miei cittadini, rispondendo alle loro esigenze e aiutando la nuova squadra che andremo a creare. Se però mi stai chiedendo se abbia voglia di ricandidarmi come sindaco, la risposta è no».
Mattia Rigodanza