Mauro Aimi, portavoce del M5S di Cernusco
2015-07-03

Passerà sicuramente alla storia per essere stato il primo consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Cernusco. Proviamo a capire come sta andando la sua avventura ora che siamo ben oltre la metà del suo mandato.
Che bilancio può iniziare a trarre da questa esperienza in consiglio comunale?
«Sicuramente positivo. Ho imparato, abbiamo imparato, molto sia sul piano personale che come gruppo consiliare e non. Il mandato non è ancora giunto a termine e di argomenti in consiglio ne abbiamo sempre portati molti e continueremo a farlo».
Secondo lei il Movimento 5 Stelle in città sta crescendo?
«Sì, sia numericamente che qualitativamente, e non sono io a dirlo, basta venire a incontrarci per toccare con mano ciò che dico. Ormai capita con una certa frequenza che gruppi di cittadini si rivolgono a noi nel tentare di rendere più chiara una vicenda fumosa. E noi ne siamo felici, sia perché ci riconoscono come una fonte affidabile, ed è di fatto una chiara dimostrazione di fiducia, sia perché per ogni battaglia in cui ci cimentiamo diventiamo sempre più legati al territorio e alla comunità».
L’opposizione continua ad apparire tremendamente fragile. Proprio non si riesce a essere più incalzanti?
«Ha ragione e dal canto mio di più non so proprio che fare. Siamo sei consiglieri di opposizione e sono quasi sempre il solo a portare documenti, proposte, migliorie. Non è un vanto mio personale, ma è una chiara espressione di come lavoriamo come forza politica rispetto a ciò che non fanno i colleghi. E su questo posso solo suggerirle di chiedere a loro. L’M5S continua a essere attivo su diversi fronti. Poi c’è anche un’altra questione, legata al regolamento di questo consiglio comunale su cui tento sempre di sollevare osservazioni, ma, ahimé, invano».
Anche la vostra spinta però pare calata anche dal punto di vista della comunicazione?
«La comunicazione è legata proprio a una battaglia che volge al termine e per la ragione che ho appena tentato di introdurre, questa è diluita nel tempo. Provo a spiegare, posso? Rubo solo qualche attimo».
Prego...
«Quando deposito un documento questo deve avere una giacenza minima di venti giorni prima che vada in consiglio comunale e noi non sappiamo quando sono le date di tali incontri formali. Questo è un vantaggio strategico della maggioranza non indifferente. Bene, ipotizziamo che il primo del mese deposito un’interrogazione: andrà nel consiglio, qualora questo ci sia, dopo venti giorni di giacenza. Se viene fissato prima, entro il 21, la domanda slitta alla seduta successiva, ovvero il mese dopo. Quindi, in genere, tra una domanda e una risposta passano due mesi. Solo per avere delle informazioni, magari informazioni su cui poi basiamo un’azione. Posso farti un esempio pratico di una battaglia iniziata a ottobre 2014 e terminata a marzo 2015 solo per l’inerzia delle varie forze politiche. Si comprende cosa voglio dire? È un continuo rallentamento. Questa modifica è stata apportata recentemente con il silenzio di tutti».
Comprendo. La vostra prossima battaglia riguarderà?
«Non vorrei svelare le carte prima del tempo, ma posso darle una parola chiave: salute».
A quale assessore tiriamo le orecchie?
«Non me la sento di colpevolizzare una persona. Non importa chi, ma importa cosa. Punto più il dito contro il sistema, difficoltoso, machiavellico, lento. Pensi solo a quanto ho appena tentato di spiegare, ogni azione, anche la minima, richiede un tempo orientativo di due mesi. E non mi pare che nessuno si ponga troppo la questione. Se nella vita reale per soddisfare ogni bisogno dovremmo aspettare mesi, avremmo continuamente seri problemi. Tant’è che le problematiche in cui viviamo oggi sono anche frutto di questa lentezza cronica della macchina amministrativa».
In città cosa manca in particolare?
«Sono piuttosto evidenti aree di serie A e aree di serie B per quanto riguarda la viabilità. Penso al manto stradale che in taluni punti è davvero pessimo, penso alla luminosità scarsa e penso alla segnaletica confusionaria. Due esempi sono rispettivamente via Dante, a dimostrazione della buona gestione, e via Adua, a dimostrazione della pessima gestione. Poi c’è una politica poco aggressiva per quanto riguarda l’efficienza energetica: dove sono tutti i pannelli solari di cui si parlava tanto? Avete mai sentito parlare di bobine che producono energia usando le condotte dell’acqua già esistenti? E Cernusco Verde, quell’elefante zoppo, morente? Si parla tanto di migliorare la raccolta rifiuti che, non mi stancherò mai di ripetere sono una risorsa anche economica non indifferente, ma non si vedono luci all’orizzonte. Anche qui vince la lentezza di un sistema che è appesantito da se stesso. Infine un accento va sicuramente messo alla costruzione del nuovo polo scolastico con le sue pieghe confusionarie con stanziamenti fantasma e opere propedeutiche beanti».
Un post su Facebook del sindaco Comincini sulla crisi greca è stato molto criticato. Lei cosa pensa al riguardo?
«Non è quello che penso ciò conta, qui l’argomento è complesso e delicato e in ballo ci sono popoli, decine di milioni di persone che hanno diritto di avere almeno una vita dignitosa. Il post del sindaco è stato di pessimo gusto, come gli ho scritto direttamente. Specificando altresì che sembravano parole non uscite dalla sua bocca, bensì da quella di qualcun’altro. E poi in finanza e in economia non contano le opinioni, così come La Repubblica o la D’Urso non contano niente; qui ciò che vale sono i numeri e a me vengono in mente almeno sei premi nobel che dicono che l’euro, così come è impostato oggi, è una patacca: Krugman, Friedman, Stigliz, Sen, Mirrless, Pissarides».
A proposito il M5S fa della rete un veicolo di comunicazione, ma il vostro profilo Facebook non parla quasi mai di Cernusco. Come mai?
«Stiamo lavorando sul gap comunicativo tra Facebook e Twitter perché il primo fa troppa confusione nei dettagli. In ogni caso la ringrazio per avercelo fatto notare».
State già lavorando per porre le basi per le prossime amministrative?
«Per noi la politica non è una partita da vincere ma un programma da portare avanti, delle idee da migliorare. È una cosa in itinere, non da lanciare durante le campagne e poi mettere nei cassetti. Invito lei, e chiunque legga, a venirci a conoscere, ogni martedì sera, presso la sede dell’Africa 80, e scoprirete che ci siamo e siamo ben svegli»
La sua esperienza politica proseguirà anche alla prossima tornata elettorale?
«Il Movimento Cinque Stelle prevede due mandati per cui è possibile che mi ricandiderò. Però a questa domanda possono solo rispondere i cittadini».
Roberto Pegorini