2019-03-08

Potrebbe parlare di pittura, scultura, musica, letteratura e di arte in genere per ore e ore, e non si stancherebbe mai. Quando intervisti l’assessore Gianluca Poldi percepisci subito l’amore che ha per la principale delega, quella della Cultura, assegnatale dal sindaco. Vediamo se riusciamo a trasmettere questa sensazione anche al lettore.
Partiamo con una domanda un po’ a sorpresa. Tra le sue deleghe troviamo anche quella di Marketing Territoriale. Mi spiega come la sta portando avanti?
(sorride) «Si tratta di provare a raccontare il proprio territorio al di fuori dei confini segratesi. A inizio mandato, sull’onda lunga di Expo,  organizzammo una serie di eventi sulla darsena di Milano, a bordo di una chiatta. Diciamo che quello  fu un’esperienza tanto entusiasmante, quanto unica. Ma il Marketing Territoriale si può fare anche in altro modo, a mio giudizio».
Ad esempio?
«Quando facciamo mostre patrocinate dalla Regione. O quando allestiamo iniziative, come quella recente dedicata ai Beatles, che attira un pubblico non solo segratese. E nei giorni scorsi finalmente siamo entrati a fare parte dell’Ecomuseo Martesana che ci permette di diffondere iniziative e valorizzare i nostri luoghi di interesse culturale in un ambito più vasto».
Insomma, alla fine si torna a parlare di Cultura, che è la delega che la mette più a suo agio...
«È vero. Mi diverto, sono molto contento di potermene occupare. È il mio campo professionale, non avrei potuto fare altro all’interno di una giunta. Quest’annno poi è entrato qualche soldino e mi piace l’idea di poter pianificare qualcosa di diverso e di spessore. Credo comunque che fino ad oggi abbiamo fatto molto, con iniziative popolari e altre un po’ meno. E poi mi piace provare a lasciare una testimonianza dei lavori che presentiamo, magari con un catalogo».
Il prossimo evento di cui va fiero quale sarà?
«Presenteremo Stefano Bonacci, un artista contemporaneo che porterà in città delle sculture davvero particolari. Parliamo di un artista di spessore internazionale. L’obiettivo è quello di intercettare i segratesi magari non avvezzi all’arte contemporanea o, comunuqe, non abituati a vederla sul proprio territorio. Sono convinto che sarà una mostra davvero apprezzata».
Nel frattempo proseguono le trattative con l’Accademia delle Belle Arti di Brera che vorrebbe portare i suoi laboratori di scultura a Cascina Ovi. Possiamo dire che è cosa fatta?
«Direi di sì, anche perché l’ha reso noto il suo presidente, Livia Pomodoro, durante la presentazione del  nuovo anno accademico».
Com’è andata la vicenda? Possiamo raccontarla?
«Certo. Loro sapevano del bando che avevamo fatto, ma avevano preferito non parteciparvi, facendoci un’offerta esterna. L’abbiamo valutata e ci sembrava molto interessante. E quando il bando è andato deserto, abbiamo intensificato i contatti. A loro piace molto la nostra struttura, al punto tale che sono disposti ad avere anche degli spazi leggermente più stretti di quelli che sono soliti usare per quel genere di laboratori, pur di venire a Segrate, attirati anche dall’Idroscalo, che gestisce giovani scultori».
Insomma, sono stati loro a scegliere Segrate?
«Sì, e per noi è un onore, anche se abbiamo avanzato alcune richieste che sono state accettate».
Tipo?
«Organizzare mostre e presentare libri».
Per il 2019 avete in calendario numerosi eventi. Non sono forse troppi?
«L’idea che ci ha portato a creare questo calendario è quello di avere eventi a getto continuo, in modo da avere almeno un appuntamento alla settimana. La città è un organismo vivo e dobbiamo alimentarlo. E poi se ci capitano occasioni, come il recente spettacolo dei detenuti di Opera non possiamo farcelo sfuggire, anche se si va a sovrapporre a qualcosa d’altro già previsto. È una questione di opportunità da cogliere al volo».
Ma non si rischia talvolta di avere un numero di spettatori medio basso proprio per l’offerta così massiccia? Non è che la gente esce tutte le sere...
«Quello del rischio di avere poca gente è un tema interessante. Secondo me, però, se riusciamo a pubblicizzare meglio le iniziative, e mi rendo conto che non è facile, sia chiaro, possiamo portare i segratesi fuori casa più spesso. Abbiamo una struttura importante come il centro civico Verdi, mettiamola a frutto. Non mi piace l’idea che possano esserci settimane senza proposte culturali».
Provocazione: non ci sono troppi eventi di “nicchia”. Faccio un esempio: un rapper qualsiasi vi porterebbe migliaia di persone. È una scelta o c’’è sotto altro?
«Se contatti un artista che ha già una certa fama, si parla di cifre che vanno dai 20 ai 50 mila euro solo di ingaggio, a meno che non vengano a suonare in amicizia. Obiettivamente sono cifre che non possiamo permetterci con tutte le ristrettezze economiche a cui abbiamo dovuto sottoporci. Poi chiaro che piacerebbe anche a me organizzare, ad esempio, un Festival, ma, oltre a non avere la struttura adatta, sorgerebbero una serie di problemi davvero complicati, come quello della sicurezza, per citarne uno».
Ha parlato del centro civico Verdi. Almeno in questo caso un applauso all’ex sindaco Alessandrini che l’ha fortemente voluto, lo vuole fare?
«Sì, giusto farlo, è una struttura che possiamo dire: meno male che c’è. Anche se poi si potrebbe discutere su come sia stato progettato. Ci sono una serie di errori che si potevano evitare».
Addirittura?
«Purtroppo sì. La qualità del materiale esterno non è buona e la scelta del parquet è molto bella, però si doveva riflettere un attimo: richiede una manutenzione incredibile. E anche le modifiche apportate non sono proprio esenti da critiche: la scala esterna sul retro, realizzata in cemento, rovina l’architettura di un’opera di assoluto livello. Sarebbe stato molto meglio una scala in ferro che facesse subito capire di essere davanti a un qualcosa installato in un secondo momento. Peccato perché, ripeto, è un centro civico importante che permette di organizzare e ospitare numerosi eventi culturali».  
Lei è anche assessore con delega alla Scuola. E proprio il Piano del Diritto allo Studio è una delle poche cose che non fa litigare maggioranza e opposizione...
«È giusto dire che la precedente amministrazione aveva fatto un buon lavoro con le scuole. L’assessore Pedroni aveva costruito un bel dialogo  con i dirigenti scolastici e questo è stato fondamentale perché ho seguito il percorso tracciato da lui. Il Piano del Diritto allo Studio è frutto di un’ottima collaborazione tra tutte le parti interessate. Per quanto riguarda invece i plessi scolastici, quest’estate finalmente potremmo intervenire con una serie di lavori di riqualificazione. E investiremo anche sugli asili nido e sulle materne, grazie ad appositi  dei finanziamenti regionali per iniziaitive dedicate ai bambini dai 0 ai 6 anni».
Nell’ultimo consiglio comunale, dove si discuteva del Bilancio, la minoranza era presente con soli tre  esponenti. La sua riflessione su questa vicenda?
«Una brutta pagina per la città. Voglio pensare che l’influenza che gira in questi giorni avesse fatto una strage. Non riesco a dire altro».
Ma che rapporto ha lei con i consiglieri d’opposizione?
«In generale non ho mai avuto problemi, fatto salvo la scelta di aumentare la retta dei nidi, quando ci prendemmo le nostre responsabilità a fronte di ridurre la spesa corrente.  Piuttosto, se devo dire una cosa che mi spiace, è quella di vedere poca partecipazione dei consiglieri durante gli eventi che organizziamo, ma questo vale un po’ anche per quelli di maggioranza. Se posso capirlo per manifestazioni come MigrAzioni, che prendono una posizione precisa, anche se il confronto è sempre ben accetto, lo comprendo meno quando parliamo di un concerto dedicato a Chopin».
E che voto dà al suo sindaco?
«Direi 9. Ha gestito situazioni difficili, ereditando una situazione davvero complicata. Ha senso della politica e capacità di mediare che io non mi riconosco».
Facciamo un salto temporale: tra un anno e mezzo che succede?
«Sarà una bella lotta, non vedo nulla di scontato. Abbiamo lavorato bene, se pensiamo alle condizioni trovate, ma non so quanto la gente possa avere compreso. Di una cosa però sono certo: alle elezioni ci potremo presentare a testa alta».
Prevede le primarie di coalizione?
«Le eviterei assolutamente. Già è difficile trovare un buon leader, mettersi a discutere su un rinnovo di mandato lo trovo assurdo».
E lei è pronto a proseguire come assessore?
«È molto prematuro. Certo, mi piacerebbe magari andare a chiudere qualche progetto iniziato, ma non è una questione prioritaria. Vedremo tra un anno e mezzo».