2023-07-24

I sogni a volte si avverano. Lo sa bene Ezio Bellotti, cernuschese che ha dato vita alla sua passione di sempre per il disegno, improvvisandosi fumettista. Con un libro già alle spalle e l’altro attualmente in cantiere, ci abbiamo parlato un po’ per conoscere meglio il lungo lavoro che sta dietro ciascuna delle sue opere.
Ha sempre fatto questo mestiere?
«No, facevo il tecnico di impianti a gas. Però da ragazzo ho sempre avuto la passione per il mondo dei fumetti e dopo essere andato in pensione mi sono deciso a coltivarla. In passato, quando i miei colleghi avevano visto che mi piaceva disegnare, ogni volta che c’era un compleanno o un’occasione per celebrare ero io che facevo la caricatura del festeggiato e preparavo il biglietto. Ho sempre scritto anche qualche piccola storia, ma mai per pubblicarla, finché non mi sono informato e sono riuscito ad autopubblicare, ma sia chiaro: di sicuro non lo faccio per guadagnarci, è proprio solo una passione».
Di cosa narra il suo primo fumetto?
«Si intitola “La grande vincita” ed è incentrato sulla storia di due persone: la prima che ottiene 2 milioni al Gratta&Vinci e la seconda solo 50 euro. Non voglio svelare troppo, dico solo che le loro vite alla fine si intrecciano in una maniera inattesa, con un risvolto morale che denuncia l’attaccamento al denaro. È tutto inventato, a parte l’ambientazione che è tra le vie di Cernusco, anche se in realtà, dopo averlo pubblicato qualcuno ha davvero vinto due milioni di euro. Spero non si realizzi anche la trama del libro che sto scrivendo ora...».
Ora siamo curiosi, di cosa parla?
«È un giallo: in città spariscono delle persone e non si capisce perché, finché non emerge un elemento che fa chiarezza sul caso. In questo fumetto ho preso una strada un po’ diversa, sia perché l’italiano usato è più corretto, mentre il primo libro era ricco di espressioni dialettali, sia perché ho scelto un altro genere. In una delle strisce compare anche inFolio, perché mi piaceva inserire un giornale che avesse una distribuzione capillare e magari che fosse anche gratuito, oltre al fatto che vi leggo. Si intitolerà “Il macellaio” e si svolgerà sempre a Cernusco, soprattutto al mercato, sul Naviglio e al bar Quaranta».
Come mai la scelta di ambientarli a Cernusco?
«Sono nato e vivo qui. Ho voluto inserire la città per un mio sfizio, perché non volevo una località inventata ma un contesto reale. Anche le persone che compaiono sono cernuschesi veri. Per esempio nel primo fumetto c’è Gemma, dell’edicola sotto casa mia, ma in generale ci sono sempre miei amici e familiari».
Cosa pensa chi compare nelle tue storie?
«Ne sono entusiasti: fare parte di una storia fa sempre piacere. Anche i miei figli sono contenti, un po’ perché condividiamo la passione per il disegno, anche se mia figlia è molto più brava di me, un po’ perché sono felici che mi dedichi ai miei interessi».
Progetti per il futuro?
«Ho in mente un’altra storia ambientata nella palestra di judo di Cernusco, dove io sono aspirante allenatore. Anche questa volta vorrei che il fumetto avesse un insegnamento morale, per poterlo poi distribuire tra i ragazzi che praticano lo sport. Vedremo, intanto devo prima finire “Il macellaio” e mi prendo il mio tempo».
Chiara Valnegri