«Dobbiamo capire che la campagna elettorale è finita». «Micheli è un amico e politico bravo. È partito bene». «La giunta è valida, va ammesso». «La città deve continuare a svilupparsi». «Pago il canone Rai, ci mancherebbe»

2015-10-30

Lo scorso maggio, per circa un mese il suo viso è stato un po’ ovunque, dato che era candidato sindaco per la Lega Nord. Poi il dietrofront per motivi politici. Dall’alto si è voluto l’accordo con Forza Italia e le due liste civiche PartecipAzione e Alessandrini per Segrate e lui si è ritrovato a correre per un posto da consigliere. Posto che Vittorio Rigamonti ha ottenuto. Non solo, è stato l’unico del carroccio ad essere stato eletto. Viso sempre sereno e sorridente, vediamo cosa ha da raccontarci.
Dica la verità, un po’ c’è rimasto male quando le hanno detto che non sarebbe stato più candidato alla poltrona di primo cittadino?
«Ma no, figuriamoci. Mi sono prestato e ho aderito con passione alla scelta del mio partito a livello locale, ma ero tranquillo. Sono abbastanza scafato per non sapere che in politica esistono certe dinamiche e certi risvolti. Nello specifico quello di unirci con Forza Italia e le due liste civiche per una scelta fatta dall’alto. Sinceramente ho sempre pensato che alla fine sarebbe andata così, mi va bene».
Ma se la Lega fosse andata da sola, il risultato sarebbe stato differente?
«Chi lo sa. La sensazione è che forse qualcosa di più di un consigliere comunale lo si poteva portare a casa».  
A proposito di consiglio comunale, visto che lei era già presente anche in quello precedente, come le è sembrato il primo impatto con questo nuovo?
«Vedo un po’ di impreparazione da entrambe le parti, però siamo ancora all’inizio e tutto sommato è normale, c’è bisogno di ingranare. Quello che però ho notato è che tutti i consiglieri sono molto partecipativi anche se siamo in una fase interlocutoria. Fino ad ora non è partito nulla, stanno lavorando su cosa vecchie che erano da terminare. Adesso vedremo con questo Pgt da riscrivere che incombe».
A proposito di Pgt, come si comporterà la Lega?
«Credo che il discorso collaborativo ostentato da questa amministrazione sia interessante. In realtà penso che vorranno fare delle varianti e adeguare alle loro idee le regole e i servizi. Non credo che butteranno a mare tutto. Diciamo che prima vogliamo capire come intendono muoversi e successivamente vedremo se e come intervenire. La palla è nei loro piedi, a noi tocca giocare di rimessa».
Due settimane fa la candidata sindaco del centrodestra Tecla Fraschini ha rotto gli indugi lasciando il gruppo misto e ha deciso di aderire alla Lega. Come giudica la sua scelta?
«Positivamente.  È da parecchio tempo oramai che ci conosce e spesso ha partecipato alle nostre iniziative. Per noi è certamente un aiuto importante. Ha voglia di fare e poi è giovane, abbiamo bisogno di fare crescere una nuova generazione per dare il cambio alla mia. Non penso che mi ricandiderò ancora tra cinque anni e come me anche altri».
Mi permetta una battuta: e pensare che non la volevate come sindaco...
«Non la volevamo nella maniera che c’era stata proposta. Secondo noi era deleterio vederla in tutti i manifesti accanto ad Alessandrini. Si è creata una grossa ambiguità, la gente non capiva bene chi stesse votando. A quel punto abbiamo scelto di fare campagna elettorale con Salvini anche se non era la cosa più logica. Comunque quando le abbiamo spiegato le nostre perplessità le ha capite subito. A quel punto era però difficile smarcarsi per lei e sinceramente l’ho anche capita. Scelta all’ultimo e voluta da Alessandrini come avrebbe potuto?».
La sua figura di capogruppo ad ogni modo non è in discussione...
«No. Siamo stati chiari fin da subito e con molta serenità ci siamo divisi le commissioni. Alcune che le interessavano a lei, altre, quelle a cui più tenevo, a me. Per il resto ci sentiamo spesso, lavoriamo in sintonia. Conflitti zero».
Quali saranno le battaglie che la Lega porterà avanti senza se e senza ma?
«In campo ci sono grossi temi, come la questione dell’intermodale. Bisogna capire come questi temi verranno affrontati. Di certo su una cosa insisteremo: che la città e che non si fermi. Segrate deve vivere, bisogna promuoverla e mi auguro che lo facciano. Poi starò molto attento al sociale, ma mi pare di vedere che qui siamo in sintonia. Se le cose saranno fatte bene non credo che ci sarà un’opposizione dura. Non avrebbe senso».
E l’opposizione come se la passa? Siete quattro forze, riuscirete ad andare d’accordo?
«Sto lavorando in questa direzione. Se non riusciremo ad andare d’accordo non avremo spessore. La sensazione è che si possa trovare sintonia anche se qualcuno ragiona ancora come se fossimo in campagna elettorale. E questo è negativo. Ad esempio inizialmente io ho avuto un po’ di contrasti con Viganò per la sua nomina a presidente del consiglio, ma una volta ratificata è finita lì».
A proposito, come si sta comportando da presidente?
«Per il momento molto bene. D’altronde ha due lauree ed  è da sempre in politica. Non avevo grossi dubbi sulle sue capacità».
Questione streaming: non le pare un po’ debole il suo voto contrario, giustificandolo con motivi di privacy?
«Ma sì, non ha torto. Diciamo che sono stato coerente con la passata legislatura allorché votai contro. Un pizzico di scetticismo c’è sul fatto che le immagini registrate possano essere tagliate ad arte, ma per il resto va bene così».
Un primo giudizio sul sindaco Micheli?
«Paolo è un amico e un buon politico. So che si darà molto da fare ed è partito bene. Ad esempio ho già detto di avere apprezzato il fatto che ha voluto incontrare l’opposizione e spiegare quali sono i problemi da affrontare a Segrate nell’immediato. Se devo trovargli un difetto dico che dovrebbe essere un po’ più decisionista. Però è solo agli inizi e mi auguro che riuscirà a fare anche questo».

E della giunta che diciamo? Dove vede l’anello debole?
«Non saprei. Gli assessori sono validi. Poldi, De Lotto e Stanca sono eccezionali, gli altri li conosco meno. Forse essendo professori universitari dovranno dividere il loro tempo tra cosa pubblica e lavoro, sperando che questo non vada a svantaggio del Comune. Però Micheli ha fatto ottime scelte, va ammesso».
Quasi quasi sembra che lei sia in maggioranza e Segrate Nostra all’opposizione...
(ride) «Un dubbio l’ho avuto anche io sentendo nell’ultimo consiglio comunale gli esponenti di Segrate Nostra».
Entrando in tematiche a più ampio raggio. Autodifesa nelle proprie quattro mura. Qual è la sua posizione?
«Credo che la legge attuale sia stata fatta quando i furti erano fatti, mi passi il termine, da gentiluomini. Le cose sono cambiate e credo vada rivista. E soprattutto serve maggiore controllo delle istituzioni e certezza delle pene. Per il resto sono contro la legalizzazione delle armi».
Lo paga il canone Rai?

«Assolutamente sì, scherza? Ah... per Salvini... No, diciamo che su questo non sono molto salviniano» e sorride.