2023-12-01

Tutto esaurito per l’inaugurazione della stagione di prosa all’Agorà. Il prossimo spettacolo in cartellone sarà a gennaio, mentre a dicembre si terrà lo speciale di Capodanno “Ride bene chi ride all’ultimo!”. Intanto, il compito di aprire le danze, lo scorso venerdì, è toccato al comico Enrico Bertolino, che con il suo “Instant theatre” ha fatto ridere tutta la sala, tra temi più scherzosi e altri più seri, spaziando dalla politica al covid. A fine spettacolo, l’abbiamo raggiunto nei camerini e scambiato due chiacchiere.
Come è stato esibirsi a Cernusco?
«È bello perché le realtà più vive in questo momento sono quelle che raccolgono l’hinterland, che di solito troviamo nei teatri di Milano solo nelle grandi occasioni. Ogni tanto è il teatro che si muove per venire qua, piuttosto che le persone per andarci, e trovo che sia sempre da fare».
Lo spettacolo ha trattato molti temi di attualità. Come comico, cosa ne pensa della questione del politicamente corretto?
«Credo che si sia esagerato. Trovo che il rispetto, il decoro e la dignità vadano sempre preservati, ma che sia giusta la sregolatezza. Soprattutto chi fa satira non può essere educato. Poi sta al buon gusto di ciascuno regolarsi, perché c’è a chi piace e a chi non piace ma noi dobbiamo servire un pubblico vasto e che non sia quello televisivo».
A proposito, cambia molto il pubblico di teatro da quello della televisione?
«Moltissimo. Il pubblico teatrale premia la qualità, la tv offre un altro modello. All’ultima registrazione di  Zelig c’erano 2.600 persone, ma non vengono allo spettacolo per te e tu devi comunque conquistarle, senza scordarti che ti trovi su un palco enorme come quello degli Arcimboldi a cui devi portare rispetto».
Dopo aver calcato tutti questi palchi, ha ancora ansia prima di esibirsi?
«Tanta, sempre. E il giorno che non ci sarà più penso che smetterò (ride, ndr)».
Chiara Valnegri