«Da quando è stato eletto è impossibile dialogare con lui». «A me interessano i problemi di San Bovio, avevo fatto una civica solo per quello». «Mi scuso con i cittadini a cui ho chiesto il voto per appoggiare questa amministrazione»

2015-11-13

Alle ultime consultazioni amministrative si era schierato apertamente con l’attuale primo cittadino Luca Zambon. Per rafforzare la sua ascesa e per inseguire quel rinnovamento che, secondo il suo pensiero, avrebbe dovuto investire Peschiera Borromeo, aveva altresì costituito la lista civica Cambiamo Peschiera. Tuttavia, terminato il battage elettorale Pino Carraro, già assessore all’Ambiente nel comune di Segrate, ha dovuto fare i conti con una realtà, a suo dire, completamente diversa. Da esponente attivo della coalizione, sostiene di essere caduto nel dimenticatoio. Come più o meno tutti coloro che lo stesso aveva coinvolto nel progetto. Così ha abbandonato il carro dei vincitori e ha ripreso le sue attività da presidente dell’Associazione Residenti San Bovio, sebbene nel suo animo aleggi ancora un’amarezza per nulla nascosta.
Lei e i membri di Cambiamo Peschiera vi sentite traditi, delusi o cosa?
«Certamente. Credevamo nel cambiamento. Abbiamo riposto le nostre speranze in un giovane, che ha rappresentato la novità politica della nostra cittadinanza, sebbene alle spalle non avesse questa grande esperienza. Ciononostante, una volta conclusasi la corsa elettorale, del nuovo primo cittadino non abbiamo più avuto notizia, riscontri o possibilità di dialogare».
In che senso? Si può spiegare meglio?
«Le abbiamo provate davvero tutte per dialogare con lui. Gli abbiamo telefonato, mandato messaggi e spedito una serie di mail. Eppure, in cambio abbiamo ricevuto solamente il classico due di picche. Avremmo voluto dare semplicemente il nostro contributo d’esperienza, professionale, politica per supportare l’attuale amministrazione comunale. Senza ricevere nulla in cambio. Tuttavia, non c’è stato permesso».
È riuscito a comprendere il perché?
«Mi sono accorto solo dopo che la scelta di questo candidato, spuntato dal nulla, non è stata casuale bensì derivante da una precisa strategia. Luca Zambon è stato selezionato a tavolino da quei personaggi che, in passato, avevano staccato la spina al governo locale guidato da Francesco Tabacchi. Qualcuno, a dire il vero, aveva provato a mettermi in guardia. Ma non ci ho creduto. Sono stato uno sprovveduto».
Una volta giunto a questa conclusione, allora, che cosa ha deciso di fare?
«Ci sono rimasto male. Moltissimo, aggiungerei. Così, dopo un anno di totale indifferenza da parte di chi è a capo dell’istituzione locale ho mollato. Ho chiuso il capitolo della lista civica Cambiamo Peschiera. E ho ripreso le attività, che comunque non ho mai smesso di seguire, dell’Associazione Residenti San Bovio. Con educazione e tanta buona volontà ho ripresentato all’attenzione del municipio alcune richieste, che sono rimaste ugualmente inascoltate. Per di più, nessuno si è preso la briga di rispondermi. Neanche un cenno».
Può sfruttare l’occasione per esporle adesso...
«La frazione di San Bovio è soggiogata dai problemi di viabilità perché risulta relegata in strade chiuse e distanti che rendendo difficoltosa l’uscita dagli insediamenti edilizi, come in via Caduti di Nassiriya e via Umbria. Da qui, inoltre, è complicato arrivare al cuore di Peschiera Borromeo: è obbligatorio transitare sulla pericolosa provinciale 160, cioè la Mirazzano-Vimodrone. In questo senso, anche Cascina Fornace non se la passa meglio. Per questo motivo dovrebbero essere adottate delle misure per migliorare la circolazione di alcune zone».
A proposito di circolazione, sbaglio o in via Caduti di Nassiriya furono i cittadini a non volere aprire la strada?
«Sì, per paura che i veicoli si riversassero all’interno del tratto urbano. Basta dotarsi di panettoni a scomparsa e affidare i comandi esclusivamente ai residenti. Non c’è da aggiungere altro».
Le altre questioni rilevanti?
«Il trasporto pubblico è un altro argomento delicato. Siamo praticamente imprigionati nella nostra frazione, sprovvista di collegamenti. Gli uffici comunali di Bettola o la sede dell’Asl diventano allora raggiungibili solamente con il proprio veicolo personale o, in alternativa, usufruendo del servizio taxi. Non va molto meglio la connessione con il capoluogo lombardo, vincolata a una linea dell’Atm che, con un percorso tortuoso, lento e precario, attraversa San Felice, Novegro e Linate impiegando quasi 75 minuti per varcare piazza San Babila. E se si perde per caso una corsa? Oppure la stessa viene cancellata? I tempi diventano biblici e non è accettabile».
A servizi, invece, come siete messi?
«Malissimo. Non esiste a San Bovio una qualsiasi struttura decentrata che possa emettere un semplice certificato e/o per analisi cliniche o visite mediche specialistiche. Si avverte, oltre a questo, l’assenza di spazi di aggregazione giovanile o per attività associative e di un centro civico adeguato allo sviluppo residenziale di questi ultimi anni».
Nient’altro?
«Si rileva, in generale, una totale negligenza nella manutenzione del verde, arredo urbano, manto stradale e rete di illuminazione. Ad esempio, bisogna pazientare mesi prima che venga sistemata una lampadina fulminata di un lampione. Non voglio, infine, pensare cosa accadrà a seguito del futuro insediamento urbanistico di Cascina Deserta. Le mancanze già citate si amplificheranno in maniera negativa».
Il sindaco Luca Zambon non ha forse promesso che a breve incontrerà la popolazione a San Bovio?
«È la sua ultima occasione. Last call, come direbbe un americano. In caso contrario io e altre persone ci prepareremmo per organizzare nella frazione una consultazione volta a chiedere, con tutti i mezzi istituzionali previsti dalle leggi vigenti in materia, l’annessione al comune di Segrate. A tale proposito abbiamo già avviato delle consultazioni in merito, anche con altre frazioni limitrofe che vorrebbero e potrebbero aggregarsi alla nostra iniziativa».
Che cosa dovrebbe dire il sindaco alla cittadinanza per non far scoppiare la protesta?
«Noi non vogliamo i “faremo” o i “promettiamo”. Esigiamo di sapere cosa si può fare sulla base delle nostre richieste con tempistiche ben precise, a 3 e 6 mesi. E così via. Stop alle storielle. Non siamo delle mucche politiche da mungere».
Ma lei quando ha incontrato l’ultima volta il primo cittadino?
«La campagna elettorale è stata a maggio-giugno. L’ho visto il 14 novembre, in compagnia di Silvio Chiapella di Nota Democratica e Marco Galeone della lista civica Cambiamo Peschiera».
Vuole, infine, aggiungere qualcosa?
«Visto che ci ho messo la faccia, mi sento in dovere di chiedere scusa ai cittadini per avere appoggiato questa squadra di governo. Sono molto dispiaciuto di ciò e devo riconoscere i miei errori. Voglio precisare che la mia attività politica, come quella degli altri componenti di Cambiamo Peschiera, era rivolta semplicemente alla risoluzione dei problemi».