«Sto cercando di coinvolgere anche Peschiera Borromeo e Vimodrone». «È necessario quanto prima adottare il nuovo Piano Urbano del Traffico». «A Redecesio dobbiamo stare attenti a non creare un disequilibrio sociale»

2015-12-11

Qualche mese per prendere confidenza con la macchina burocratica e cercare di portare le proprie idee in municipio. Dopo circa sei mesi si può iniziare a conoscere meglio gli assessori della giunta Micheli e come si stanno muovendo. A cominciare da Viviana Mazzei, al suo primo incarico politico, tra le cui deleghe spiccano Mobilità, Informatizzazione, New Media, Politiche di Benessere e Qualità della Vita.
Come è stato l’impatto con la cosa pubblica per un manager che opera nel privato?
«Stimolante. Trovo energie dove ci sono nuove sfide. Non è stato semplice, ma neppure così traumatico. Venendo dal mondo delle aziende ho trovato dinamiche diverse. Ho un approccio nel lavoro, come nella vita, che mi porta a individuare problemi e risolverli il più velocemente possibile. Metodo che non si sposa con le modalità della pubblica amministrazione. Ho dovuto imparare a controllarmi e frenarmi».
E l’impatto con le sue deleghe invece? Ha ereditato un buon lavoro?
«A parte la Mobilità ho deleghe completamente nuove. Non ho avuto alcun contatto con la passata amministrazione e non c’è stato neppure il passaggio di consegne, quindi non ho ereditato nulla. Così inizialmente ho dovuto fare indagini nei diversi uffici e trovare collegamenti tra loro visto che non c’era alcun progetto sinottico di quello che nel complesso mi compete. Situazione farraginosa peraltro anche sul versante Trasporti che già esisteva».
Il sindaco ha iniziato a fare il giro dei quartieri, partendo da Redecesio e Lavanderie dove lei è l’assessore di riferimento. Come è andata?
«Abito a Redecesio quindi il contatto con i residenti è quotidiano e costante nei più svariati modi. Non ho sentito nulla che già non sapessi. So che sono due quartieri, i miei, che negli ultimi anni vivono una situazione particolare. C’è una crescita urbanistica che se proseguirà aumenterà di molto il numero degli abitanti, sbilanciando gli equilibri sociali. A Redecesio ci sono molti anziani attivi che vogliono vivere tranquilli la loro vecchiaia e, in parallelo, sono arrivate molte giovani coppie con bambini. C’è bisogno di creare un’idea sociale compatta. Emblematico è lo spazio del centro civico dove ci sono progetti per i giovani e che noi vorremmo portare a coinvolgere anche tutti gli altri abitanti».
Altri problemi emersi?
«Quelli storici come il rumore degli aerei e la convivenza con l’intermodale. Stiamo cercando di capire come muoverci per dare qualche soluzione in più. E poi ci sono Redecesio Est e il Borgo che non godono di loro servizi di prossimità in rapporto al numero di abitanti. Qui però c’è stata una progettazione approssimativa. Per esempio la viabilità è tale da creare disagi agli eventuali passaggi di un autobus. Ai loro residenti abbiamo detto che nella revisione del Pgt cercheremo di muoverci su progetti nuovi. E revisioneremo anche il Piano Urbano del Traffico che risale al 2004. Anche la viabilità a Lavanderie va rivista. Quella attuale è, diciamo così, creativa».
Con i rappresentanti dell’opposizione che rapporto ha? Di collaborazione o contrasto?
«Siamo ancora in una fase di studio reciproco. Non ho avuto incontri diretti, ho solo parlato con qualcuno di loro in commissione viabilità. Per ora non c’è stato alcun rapporto polemico o conflittuale però mi pare che con alcuni ci sia voglia di costruire insieme. Atteggiamento che ho trovato anche in alcuni ex consiglieri come il leghista Andrea Donati con il quale ho avuto confronti interessanti».
Parliamo della sua unica delega che era già presente: i Trasporti. Da dove partiamo?
«È un argomento tra i più sentiti sul territorio. Fin da subito ho cercato di capire da dove nascesse questa insoddisfazione piuttosto generale. Io stessa da cittadina mi arrabbiavo per alcune criticità. Ora che sono entrata nel merito ho capito molte più cose».
Per esempio?
«Che il trasporto pubblico cittadini ha solo due linee: Pollicino e Easybus. Le altre sono linee urbane di collegamento. Sono di Atm, gestite da loro, con le loro funzioni. Ad esempio la 924 collega Lambrate con Cascina Burrona e secondo questa logica va su strade ad alto scorrimento. Nasce con obiettivi diversi rispetto alla mobilità locale».
Quindi?
«Quindi siamo davanti a una situazione che va studiata bene. Quando avremo i dati delle indagini del Piano Urbano del Traffico vedremo come creare un percorso adeguato alle necessità del traffico locale. Se il nostro obiettivo è incentivare la mobilità sostenibile come prima cosa i mezzi pubblici devono essere efficienti e studiati su misura della città. E poi serve una campagna d’informazione. Mancano le mappe alle pensiline».
A proposito di mobilità: intanto si è fermato il car sharing...
«Peccato perché progetti innovativi di questo tipo sono molto utili e stava pure avendo un successo enorme. Stiamo pensando di fare usare gli stalli ad altri operatori, ma abbiamo anche altre idee».
Tipo?
«Sono due mesi che lavoriamo per portare il bike sharing a Segrate. Dobbiamo agganciarci a quelli esistenti e ampliarli. In questo senso siamo in pressing su Peschiera Borromeo e Vimodrone per creare un unico distretto di bike sharing con lo stesso operatore. Però serve una rete ciclabile unita e funzionante. Abbiamo partecipato, in tal senso, a un bando regionale per creare una continuità intercomunale con Pioltello e Vimodrone. Inoltre dovremmo collaborare con Segrateciclabile che ha grande esperienza e servono soldi per creare nuovi stalli. In questa direzione stiamo lavorando con le grande aziende del territorio per farle diventare sponsor degli stalli stessi come avvenuto a Pioltello con l’Esselunga».
Nel programma di questa amministrazione si parla spesso di Smart City che con la mobilità ha collegamenti...
«Vero. E ci stiamo muovendo anche in questa direzione. Ci sono molti strumenti smart che promuovono la mobilità sostenibile. Sono delle App, ad esempio, che indicano dove ci sono parcheggi o fermate degli autobus. Possiamo addirittura diventare Smarter City e vogliamo muoverci in questa direzione».
Infine parliamo di soldi, visto che in fondo hanno il loro peso: questo settore quanti ne richiede?
L’importo annuo per il trasporto pubblico è di 1 milione e 800mila euro, compresi lo scuolabus, l’autobus a chiamata e quelli di convenzione con il Comune di Milano. Di questa cifra, un milione e 300mila euro sono per il trasporto pubblico locale. Il mio obiettivo è che questi soldi siano ottimizzati studiando percorsi intelligenti e che vengano differenziati gli autobus. Vorrei, ad esempio, che la fermata della stazione potesse diventare di interscambio. Si può utilizzare l’autobus piccolo che deve percorrere il ponte degli specchietti, per collegare Linate e San Felice, e una volta arrivati alla stazione utilizzare la 923 per il trasporto pubblico locale».