«Era nel loro programma, mi aspetto che la aumentino». «Mi infastidisce quando mi attribuiscono frasi mai dette e devo perdere tempo a fare chiarezza». «Su Boffalora posso fare domande senza rischiare il conflitto di interessi»

2016-01-29

Rappresenta per la prima volta in consiglio comunale il Movimento Cinque Stelle. Un impegno e una responsabilità per Diego Di Malta, che andiamo a conoscere meglio.
Allora, come prosegue questa prima esperienza politica in aula consiliare?
«È molto dura. Che sarebbe stata difficile lo sapevo, ma non pensavo così tanto. Per fortuna ho alle spalle un gruppo di cui sono il portavoce che mi aiuta e supporta, ma le difficoltà restano notevoli. Non è come quando ti ritrovi a parlare tra la gente. In consiglio ho trovato tutte persone educate, ma di fatto sono nemici e appena sbagli qualcosa sono pronti a rinfacciartelo. Ci sta, è giusto. Siamo alla prima esperienza e anche io sono lì per controllare l’operato altrui. A volte però mi pare si tenda a esagerare. La mia vita personale e professionale è stata modificata, inutile negarlo».
Qual è la cosa che più la infastidisce oltre alle sedute consiliare che iniziano in ritardo?  
(Sorride) «Il ritardo è una cosa che non mi piace in generale, anche nella vita di tutti i giorni. Quello che però mi infastidisce è che certe persone per motivi personali mi hanno messo in bocca parole mai dette e mi ritrovo costretto a  perdere tempo per fare chiarezza e spiegare quale sia la verità».
Visto che siete dei novizi, dove pensate di poter e volere migliorare?
«Come in tutte le prime volte bisogna prendere le misure delle cose, trovare la giusta confidenza. Nonostante questo siamo la prima forza politica in quanto a numero di atti prodotti, segno che siamo presenti e reattivi. Però vogliamo comunque migliorare, riuscire a essere più incisivi».
Questo consiglio comunale è anche il primo che va in streaming. Soddisfatti?
«Certo. Avevamo presentato una mozione sull’argomento che poi è stata discussa due giorni dopo che era diventato realtà. Abbiamo comunque dato un piccolo contributo sotto il profilo giuridico della privacy».
Qualcuno sostiene che però i consiglieri rischiano di essere pilotati da chi guarda il consiglio da casa...
«Non vedo il problema. Sono assolutamente favorevole se ci vengono dati suggerimenti sia da chi è a casa che in aula ad assistere in presa diretta. Se qualche cittadino ci invia messaggi io lo vedo solo come un vantaggio. Il Comune è la loro casa e io sono solamente un loro portavoce. Non a caso noi avevamo chiesto di inserire il question time dando parola ai segratesi e purtroppo c’è stata bocciata la proposta da parte della maggioranza».
Questione Boffalora. Lei, da avvocato, come pensa possa finire la richiesta di 70 milioni di euro di risarcimento che Vegagest ha chiesto al Comune?
«Premettendo che senza vedere gli atti è difficile fare una valutazione, io non sono un amministrativista, mi occupo del civile. Nel mio settore se uno fa causa senza presupposti oltre a perderla è condannato a un risarcimento. Qundi prima di intentarla conviene pensarci molto bene. Credo che lo stesso principio valga nel diritto amministrativo. Come finirà non posso saperlo. Posso però dire che l’atto è stato notificato mercoledì, noi l’abbiamo saputo venerdì e subito abbiamo fatto un’interrogazione per chiedere al Comune conferma e capire come pensano di muoversi. Mi pare normale sapere anche il parere dell’avvocato dell’amministrazione comunale su questa richiesta, non ci vedo nulla di strumentale».
A proposito, lei vive a Boffalora ed è stato accusato di avere un conflitto di interessi sulla questione, Vuole spiegare per quale motivo a suo giudizio non è così?
«Il conflitto nasce solo nel momento in cui io influisco su una decisione che ha ripercussioni su me o sulla mia famiglia ed è per questo che io non voterò mai in aula su questioni legate a Boffalora, Altra cosa però è fare domande, chiedere spiegazioni. Parlare è un conto, incidere un altro ancora. Chiaro che la questione Boffalora è uno dei più grandi problemi che deve affrontare questa amministrazione e così a loro fa comodo tirare in ballo la storia del conflitto di interessi per provare a zittirmi».
Qual è la prossima battaglia che il M5S intende portare avanti?
«Avviare il progetto internazionale “Rifiuti zero” che mira a ridurre al minimo appunto i rifiuti non riciclabili mediante il riuso. Abbiamo già fatto un incontro su questo tema a Redecesio e i consensi sono stati notevoli, ricevendo anche l’appoggio di alcuni assessori. Pensiamo che possa essere un obiettivo raggiungibile con una programmazione ben attuata e per questo abbiamo presentato una mozione sul tema».
Come sono i vostri rapporti con le altre forze di minoranza?
«Noi ci teniamo a distinguerci da tutte le altre forze, minoranza o maggioranza che siano. Detto questo il nostro obiettivo è votare le idee e non le bandiere. Se una proposta è in linea con i nostri principi, e va dalla parte del cittadino, non ci interessa da dove arrivi: noi la votiamo».
Che giudizio si sente di dare di questa giunta a sei mesi dal suo insediamento?
«Deve migliorare sotto l’aspetto della trasparenza. Era uno dei punti del loro programma però più volte ho riscontrato  una mancanza in tal senso. E se la si chiede si viene tacciati di essere rivoltosi o polemici. Non penso solo a Boffalora, ma ad esempio anche a Westfield dove non abbiamo informazioni ufficiali su cosa stia succedendo. Per questo abbiamo disposto un ordine del giorno chiedendo al sindaco di venire a riferire in consiglio comunale. E la stessa cosa faremo per l’intermodale».
Ma il sindaco non vi aveva riuniti per mettervi al corrente di come si sarebbe mossa questa amministrazione?
«A parte che parlo di incontri pubblici e non privati, a quella riunione con il sindaco non ne sono seguite altre come aveva annunciato».
Vede analogie o differenze con la precedente amministrazione? La rimpiange anche lei?
«Premesso che di certo non la rimpiangerò mai, credo sia prematuro dire se l’attuale porterà quel cambiamento che tanto ha promesso. Sei mesi sono pochi e per giunta si è trovata a gestire problemi obiettivamente grossi che non possono dare risultati immediati e che di solito all’inizio di una legislatura non si devono affrontare. Io aspetterei per bocciarla, rimandarla o promuoverla».
Sei mesi sono anche pochi per dire se lei è soddisfatto di questa nuova esperienza?
«Lo sono molto. Mi ha dato l’opportunità di conoscere molte persone mosse dalla mia stessa motivazione. E comunque anche se è un percorso stancante  anche aiutare un solo cittadino mi rende contento».