«Gratificante vedere tanti studenti alle mostre che organizziamo». «L’approccio alla macchina amministrativa è stato morbido, facilitato dalla competenza del personale». «Biblioteca: l’idea è ripristinare quanto prima i vecchi orari»

2016-02-05

Le sue deleghe sono rivolte soprattutto alle nuove generazioni, ma non solo. Cultura, Politiche Giovanili, Scuola e Istruzione, Eventi, Agricoltura, Rapporti con Università e Ricerca, Marketing. Assessore di riferimento per i quartieri di Villaggio Ambrosiano e Rovagnasco, lui è Gianluca Poldi, alla sua prima esperienza amministrativa. Andiamo a conoscerlo meglio.
Come è stato l’impatto con la macchina burocratica?
«Direi abbastanza morbido. Ho trovato del personale che mi ha subito messo a mio agio. Penso ad esempio al funzionario Antonio Calvani e al suo staff che sono un gruppo di lavoro ben oliato. Certo, un po’ la mia inesperienza l’ho avvertita all’inizio, ma le cose si imparano, basta confrontarsi con le persone che si hanno accanto anche se non sempre si ha la stessa visione».
Calvani con cui ha lavorato sul piano del diritto allo studio, il suo primo ostacolo ufficiale che ha affrontato in aula consiliare...
«Esatto. Sul piano del diritto allo studio devo ammettere che c’è stata lasciata una buona eredità. Forse mancava un migliore dialogo con i presidi per conoscere meglio i fili di alcune proposte educative. In questo senso ho voluto coinvolgerli in alcuni progetti culturali che il Comune ha proposto come la mostra che abbiamo allestito sul Giorno della Memoria e come quella che abbiamo in mente di organizzare per il Giorno del Ricordo. Inviteremo le scolaresche a visitare anche quella. Posso aggiungere un altro appuntamento a cui teniamo molto?».
Certo, quale?
«Faremo presto una mostra che arriva dagli Stati Uniti intitolata “Infanzia rubata” che parlerà del lavoro minorile e sarà davvero interessante. In Italia fino ad ora solo un paio di Comuni hanno avuto l’onore di ospitarla».
I consiglieri di maggioranza partecipano attivamente ai suoi progetti?
«Ce ne sono alcuni che sono particolarmente attivi, come Rosa che è spesso in Comune e si informa su come ci stiamo muovendo. È una pressione, ma positiva. E poi anche altri esponenti del Pd e il consigliere Bontempi che presiede la commissione cultura».
E con i colleghi dell’opposizione come va?
«Alcuni sono molto attivi, come il rappresentante del M5S Di Malta. A volte si sfocia nello scontro politico come con la polemica nata con il consigliere Airato sulla collaborazione di Sinistra per Segrate sulla mostra dei documenti relativi alle leggi razziali. L’esposizione non è stata accompagnata da alcun simbolo politico, ma era giusto riconoscere che la ricerca era stata effettuata da loro. Sono pronto ad accettare proposte da qualsiasi partito provengano».
Tra le grane che ha dovuto affrontare c’è stata anche quella della biblioteca e del centro civico che hanno visto ridotti i loro orari d’apertura. Vuole fare maggiore chiarezza?
«Il problema è solo di bilancio. La precedente amministrazione si è fatta anticipare 8 milioni da Westfield e noi ci preoccupiamo di fare in modo di avere quei soldi da dare indietro se qualcosa andasse storto. Il blocco della spesa corrente ci porta a maggiore attenzione e cautela. Per il rinnovo di alcuni servizi, oggettivamente sappiamo che abbiamo dovuto effettuare alcuni tagli con cooperative esterne e ridurre seppure in minima parte alcuni orari, ma siamo obbligati a  concentrarci sulle risorse interne che abbiamo a disposizione. Il nostro obiettivo è quello di ripristinare le chiusure come prima, ma lo potremo fare solo dopo l’approvazione del bilancio. È vero che le nostre biblioteche, come amava dire l’ex primo cittadino, sono in classe A, tuttavia una mattina alla settimana abbiamo lo stesso intenzione di chiudere la biblioteca per un motivo semplice: manca il back office e il personale ha necessità di compiere il lavoro informatico e di catalogazione. Non voglio che i nostri dipendenti vadano in affanno, ne risentirebbe l’intero servizio».
E la famosa aula studio che chiude anticipatamente?
«Stiamo parlando di un’ora, dalle 23 a mezzanotte. Puntiamo comunque a ripristinarla quanto prima, nel frattempo abbiamo deciso di coinvolgere gli studenti e, perché no, incrementare anche la loro coscienza civica. Ho parlato con alcuni di loro ed è stato un dialogo costruttivo. Si sono iscritti nel volontariato civico ed è stato formato un contratto individuale. Si impegnano loro a tenere aperta l’aula studio e a chiuderla a mezzanotte. Vorrei aggiungere che anche quando riusciremo a ripristinare la situazione precedente, questa è un’esperienza che auspico possa comunque continuare. La partecipazione civica è un concetto a cui mi piacerebbe ci si abituasse».
Sul versante eventi vorrei però fare un’osservazione: non le pare si punti un po’ troppo a un tipo di cultura, diciamo, di alto livello? Non sembra che manchi qualche proposta più popolare?
«Vero, ma il tema è sempre legato ai costi e non alla buona volontà. Faccio un esempio: portare a Segrate una rock band richiede un impegno economico non paragonabile a un concerto per pianoforte. Dobbiamo cercare di trovare sponsor per promuovere eventi di questo tipo perché le idee non mancano. Pensiamo al cinema: abbiamo Sanfelicinema, ma a me piacerebbe anche ragionare su un cinema digitale per bambini. Comunque siamo consapevoli di questo e lavoriamo apposta su due piani distinti».
In che senso?
«Nel senso che insieme all’assessore Di Chio, titolare di deleghe con cui possiamo integrarci, ci occupiamo della cosiddetta cultura più popolare con microfeste che coinvolgono cittadini di ogni fascia d’età. Comunque, rimanendo su questo tema, per la festa della donna abbiamo in calendario un concerto con Susanna Parigi, una cantante melodica».  
Si è mai confrontato con il suo predeccessore Pedroni e che eredità ha trovato?
«Di certo non terra bruciata. Penso ad esempio alla scuola. Non so quanto ci mettesse di suo o quanto sia merito del personale, ma la situazione ereditata è buona. Sul versante cultura era già medio-alta, forse mancava di un po’ di continuità. Comunque non mi sono confrontato con Pedroni semplicemente perché l’ho fatto con i responsabili dei vari uffici da cui ho sempre ricevuto risposte più che esaurienti».
Lei è l’assessore di riferimento del Villaggio Ambrosiamo e di Rovagnasco. Quali sono i principali problemi che le hanno segnalato i residenti?
«La viabilità innanzitutto su cui abbiamo delle proposte che siamo pronti a mettere in campo. Poi la sicurezza, dove però carabinieri e polizia locale ci assicurano che non c’è un’emergenza particolare. E poi una certa sporcizia che abbiamo notato anche noi. Ma qui l’impressione è che siamo davanti a una certa maleducazione».
Ultima cosa: non si alza mai domandandosi: chi me l’ha fatto fare?
«Succede, ma subito dopo mi rendo conto che sono davvero contento di avere intrapreso questa esperienza e di avere deciso di impegnarmi così a fondo».