«La maggioranza cerca il marcio che non esiste». «Voler bene a Segrate vuol dire creare verde fruibile e non campi incolti». «Gli assessori si fanno pilotare nelle scelte politiche da persone esterne». «A inizio campagna elettorale mai avrei immaginato che Tecla Fraschini avrebbe aderito alla Lega Nord»

2016-02-19

Capogruppo in consiglio comunale per la lista Alessandrini per Segrate, Giampiero Airato per una dozzina di anni ha lavorato all’ufficio tecnico del Comune. Conosciamolo meglio in questa sua nuova veste.
Come è stato l’impatto da consigliere? Avvantaggiato dal fatto che ha lavorato a lungo in municipio?
«Sicuramente conoscere la macchina comunale e il suo funzionamento mi ha facilitato. In alcuni campi ho maggiore esperienza, come i lavori pubblici e il territorio, in altri cerco di farmela partecipando alle commissioni, studiando gli atti e facendo domande».
La minoranza è formata da cinque forze politiche e l’inizio non è stato dei più semplici: ora come va?
«In effetti c’è stata una prima fase dove si era alla cosiddetta ricerca del colpevole visto che abbiamo perso le elezioni. A me però è interessato fin da subito non perdere tempo e lavorare. Non è facile fare squadra unita, ma credo sia l’unico modo per fare qualcosa di concreto e fare sentire la nostra voce. Ad esempio come lista Alessandrini ogni volta che facciamo un’interrogazione o un esposto avvisiamo sempre tutti. Poi chiaro che il nostro ruolo è quello di verificare, controllare e in alcuni casi attaccare. E non significa non collaborare con la maggioranza. In questo senso sono favorevole a patto che sia un confronto reale».
E invece?
«Invece riunirci per raccontarci la bella favoletta di cosa fanno senza entrare nel dettaglio in modo che non possiamo contribuire realmente mi pare inutile».
Dialogo difficile con i colleghi di maggioranza?
«Non con tutti. Alcuni esponenti sono più inclini al dialogo. Si percepisce in particolare nelle commissioni. Ad esempio quando il consigliere di Forza Italia De Felice ha chiesto di ragionare sul riaprire alle auto via XXV Aprile, ho fatto presente che questa era una scelta politica e non tecnica. Vuol dire decidere se portare o meno il traffico in centro. E i consiglieri di maggioranza, tranne Rosa, hanno compreso il mio ragionamento e si sono trovati d’accordo».
La lista Alessandrini oltre a lei vede in aula un veterano come Borruso. Come va questa “strana coppia”?
«Benissimo, proprio perché strana. Grazie alla sua esperienza mi aiuta a capire certe dinamiche legate, diciamo così, alla vecchia politica e poi è attentissimo alle esigenze dei cittadini. Dal canto mio gli do una mano su questioni più tecniche che conosco meglio di lui».
Come lista Alessandrini avete voluto fortemente Tecla Fraschini vostro candidato sindaco. Sincero: ci siete rimasti male che sia entrata nella Lega Nord?
«A inizio campagna elettorale non l’avrei mai immaginato visto quanto abbiamo spinto per la sua candidatura. Poi, in corsa, qualche segno di avvicinamento alla Lega avevo iniziato a percepirlo. Ora ha preso questa decisione. Ognuno è libero di fare come meglio crede. Posso comunque dire che auspico che tra noi e il Carroccio ci sia sempre voglia di lavorare insieme, pur mantenendo la propria identità».
Lei è tra i più severi verso questa amministrazione. La definirebbe incompetente, incapace, inesperta, in malafede o altro?
«Potrei utilizzare tutti questi aggettivi a seconda del momento. A volte si sono dimostrati incompetenti, altre volte poco trasparenti e altre ancora in malafede. Ma al di là degli aggettivi quello che non mi piace di questa maggioranza è il voler distruggere a tutti i costi quanto fatto dalla precedente amministrazione cercando ovunque un marcio che non esiste».
Assodato che il sindaco Micheli non le piace per niente, c’è almeno qualche assessore che salva?
«Premetto che le mie critiche non sono mai sulle persone, ma sul modo in cui ricoprono il loro ruolo.  La giunta è formata da gente preparatissima, come De Lotto che conosco da tantissimo tempo anche se questo non mi impedisce di essere critico su alcune sue posizioni, ad esempio quando parla del Pgt. Questi assessori sono ottimi tecnici, ma poco politici. E le scelte politiche non le fanno loro. Questo fa sì che siano al servizio di altri soggetti esterni alla giunta».
Qual è il vostro più grande timore?
«Di recente ho detto che anche noi teniamo al territorio, ma mi sono sbagliato. Solo noi teniamo al territorio. In questi giorni ad esempio la giunta ha deciso di aderire al Plis, ma a mio parere così cedono porzioni di Segrate senza portare vantaggi ai segratesi. E questo mi fa paura. Con il nostro Pgt acquisivamo aree private e le trasformavamo in verde pubblico usufruibile. Il Centro parco è l’esempio principe. Per loro invece l’unica cosa che conta è non edificare. Ma tenere campi abbandonati o recintati che diventano discariche a cielo aperto o accampamenti per irregolari non è fare il bene di Segrate».  
Partita intermodale: come finirà?
«C’è ancora margine per fermarlo se si avesse la volontà. Ma questo intermodale è un accordo tra gli svizzeri e Renzi e sappiamo quanto il sindaco sia vicino al presidente del consiglio. Micheli sarà disposto a opporsi e a metterci la faccia?».
Come commenta la decisione del Consiglio di Stato di discutere il ricorso sull’annullamento del Pgt, voluto dal Tar, il 9 giugno?
«Che dire... Abbiamo chiesto in commissione come intenda muoversi l’amministrazione e c’è stato risposto che non attenderanno, andranno avanti e approveranno il nuovo Pgt e poi, eventualmente, vedranno cosa dirà la sentenza del 9 giugno.Stanno per compiere un grandissimo danno per Segrate che poi ci trascineremo per parecchio tempo».
E il caso Boffalora? Come finirà?
«Con la decisione di aderire a questi grandi parchi l’amministrazione cerca di spostare le volumetrie in altre zone. Sicuramente una di queste è dove sorgerà Westfield. E se un’altra fosse Boffalora? A quel punto chi si occuperà di costruire?  Viene spontaneo domandarselo».
La vostra prossima battaglia politica?
«Per forza sul Pgt. Non vedo compromessi, siamo su linee opposte, inutile negarlo. Cercheremo di limitare il più possibile i danni, faremo in modo di informare tutti i cittadini e vigileremo sulla correttezza degli atti».
Frustrante fare il consigliere di minoranza?
«No, dai. È una nuova esperienza e ci metto tanto entusiasmo anche se a volte ci si sente un po’ soli. Però credo in quello che faccio e cercherò di salvare il più possibile le belle cose fatte da Alessandrini negli ultimi dieci anni».
A proposito di Alessandrini, la vostra lista porta il suo nome. Vi sta aiutando oppure si è preso una pausa dalla politica?
«No, è sempre il nostro referente politico. Siamo noi che vogliamo parlare sempre con lui. La sua esperienza e la sua capacità di amministrare la città come ha dimostrato ci è indispensabile».