«Questo il motivo principale per cui abbiamo annullato quello vecchio». «Il progetto Boffalora con le volumetrie iniziali è impensabile». «Con Westfield possiamo dire di essere a un buon punto, nel 2019 potrebbe anche aprire»

2016-04-08

Nella giunta Micheli è certamente uno degli assessori messi maggiormente sotto pressione viste le deleghe che si ritrova. E allora conosciamo meglio Roberto De Lotto, responsabile di Territorio e Urbanistica.
Allora, come è stato l’impatto con la macchina amministrativa?
«In pochi attimi scopri che ci vorrebbero giornate di 48 ore per riuscire a fare tutto. Le problematiche sono numerose e complesse. Però da parte mia c’è grande entusiasmo a fronte di un impegno e una fatica notevoli per riuscire a fare quadrare tutto».
Entriamo nel vivo di questi problemi. Situazione Boffalora, a che punto siamo?
«Gli scenari ipotizzabili sono due. Il primo che ricalca lo scenario della convenzione della precedente amministrazione e bocciato da noi a novembre, il secondo che prevede le volumetrie dimezzate. Chiaro che come orientamento noi siamo per quest’ultima ipotesi. Cubature troppo elevate in una situazione come la nostra, dove ci sono piani che faticano a partire e altri a essere conclusi, non sono proponibili. Pensiamo inoltre che c’è un accordo di programma già approvato dall’amministrazione Alessandrini che prevede un insediamento urbanistico davanti a San Felice  di circa 2.500 abitanti. Non è possibile pensare a Boffalora senza diminuirne le volumetrie. Non sarebbe serio».
Chi sono allo stato attuale gli interlocutori ancora interessati?
«Inizialmente erano tre: Vegagest, proprietà che storicamente ha creato problemi, poi Red e Phoenix Germania. In seguito alla non approvazione della convenzione Red ha optato per una campagna di comunicazione pesantissima contro noi e questo ha inasprito i rapporti mentre i tedeschi ho la sensazione che stiano alla finestra in questo monento, Personalmente il soggetto con cui trattare è indifferente. A me interessa solo un operatore serio. Se Vegagest dimostra di avere un fondo di gestione che può stare in piedi, benissimo, sediamoci e parliamo».
Situazione Westfiled invece?
«Ad oggi la situazione mi pare positiva. Dopo un paio d’anni in cui la questione pareva congelata, grazie alla capacità del sindaco Micheli di dialogare con i ministeri interessati, finalmente si è riattivata. Credo che si stia parlando del più grande investimento straniero in Italia e quindi c’è interesse reale a concludere l’opera. Il nodo, oramai è noto, era la viabilità. Ci sono ancora piccole questioni tecniche, ma dovremmo essere in dirittura d’arrivo».
È ipotizzabile un cronoprogramma?
«C’è già, anche se flessibile. Gli australiani hanno fatto sapere che fino a quando Serravalle non parte con i lavori del primo lotto della strada non si muoveranno. E noi siamo d’accordo. Comunque entro fine 2016 la situazione si dovrebbe sbloccare e l’ipotesi è di aprire il centro commerciale nel 2019».  
Saranno tre anni di lavori pesanti per Segrate?
«È indubbio. Basti pensare che sono previsti 27mila posti di lavoro per i cantieri. Tuttavia non siamo preoccupati perché gli operatori sono seri e comunque vigileremo sotto tutti i punti di vista.  Ricordo che si prevedono 20 milioni di visitatori all’anno, una specie di Expo permanente e dovremo avere ben in mente come obiettivo la linea 4 della metropolitana che colleghi Milano con Westfield».
Quali sono le linee guida su cui avete disegnato il nuovo Pgt?
«Principalmente la riduzione del consumo del suolo, tema per cui è stato annullato il vecchio Pgt peraltro normato dalla Regione, ma che in urbanistica è sul campo già da una decina di anni. Poi abbiamo pensato di recuperare il più possibile gli ambiti del Centroparco e investire nel sistema dei tre parchi, Idroscalo, Centroparco appunto e Parco agricolo, inserendo una parte del territorio nel Plis della Martesana. E, ancora, ricalibrazione delle nuove volumetrie e incentivazione per la rigenerazione urbana. E poi abbiamo pensato di lavorare maggiormente con la Città Metropolitana e Milano ad esempio sul confine est sia come valorizzazione ambientale che come pressione insediativa, che come mobilità e trasporti. Infine la riqualificazione degli spazi collettivi».
Avete fatto assemblee pubbliche nei vari quartieri per presentare il nuovo Pgt. Che sensazione ha percepito nelle reazioni della gente?
«Innanzitutto sono molto contento della partecipazione che c’è stata. Davvero tante le persone che sono venute ad ascoltarci e a esporre le loro preoccupazioni. Chiaro che in ogni quartiere la gente si focalizzava maggiormente sui problemi che la riguardavano da vicino. Questo in particolare è stato avvertito a San Felice e Novegro. Nel complesso però sono soddisfatto delle reazioni che abbiamo registrato così come delle critiche che servono sempre».  
E poi c’è il problema del nuovo intermodale...
«Stiamo parlando di una decisione presa tra il governo svizzero e quello italiano, quindi ad altissimi livelli. Capiamo che ci sono logiche importanti di fondo, ma non capiamo perché debbano essere prese sulle nostre spalle. Segrate ha già notevoli problemi da gestire. Comunque personalmente dico che se spostare l’intermodale di Redecesio in quello nuovo con un impatto ambientale minore all’attuale allora dico subito sì. Altrimenti sono fortemente contrario».
Come finirà?
«Sarà una bella lotta, però tocca a noi dare il permesso di costruire. Diciamo che qualche cartuccia da sparare l’abbiamo anche noi».
Come definirebbe, invece, il suo rapporto con gli esponenti dell’opposizione?
«Come assessore tecnico sento poco le tensioni politiche. Tendo a essere pragmatico, ci sono tanti problemi da risolvere e velocemente anche. Direi che con l’opposizione ho un rapporto schietto e sincero. Non mi interessa il modo in cui uno espone i concetti. Se urli e dici qualcosa di intelligente ne prendo atto, se dici una stupidata in modo pacato sempre stupidata resta».
Un’ultima cosa. Come amministrazione avete iniziato in salita: riesce a vedere la discesa?
«La vedo e anche abbastanza vicina. Ora andiamo ad affrontare l’approvazione del bilancio e del pgt, due argomenti di sostanza, però stiamo andando avanti in maniera concordata e trasparente. Lavoriamo bene e questo mi fa essere molto ottimista: presto arriverà la discesa».