«Il nostro obiettivo è quello di portare avanti il programma elettorale a cui abbiamo contribuito, e molto». «Sull’Intermodale pronti a votare la mozione dell’opposizione. Ma dovevamo proporla noi». «Micheli durerà dieci anni»

2016-04-15

Era presente anche nello scorso consiglio comunale, solamente che sedeva sui banchi dell’opposizione. Eletta con il Pd, è tra le fondatrici di Segrate Dem, la neonata corrente all’interno del partito. E allora vediamo cosa ha da raccontarci Barbara Bianco.
Sto intervistando il capogruppo di Segrate Dem?
«No, perché?».
Perché ho la sensazione che più che una corrente siate un partito a parte...
«Assolutamente no. Siamo interni al Pd e mi spiace se passa un messaggio diverso. Il nostro obiettivo è aiutare l’amministrazione e il nostro partito a fare bene. Se non fosse così saremmo usciti dal Pd».
Dico questo perché vedo comunicati stampa firmati da voi e dal Psi e non dal Pd, quindi qualche dubbio che non vi confrontiate mi viene.
«Il confronto all’interno del Pd non sempre c’è per il semplice motivo che è difficile averlo. La campagna elettorale e quella per l’elezione a segretario cittadino sono finite da un pezzo, ma per errore da entrambe le parti a volte non riusciamo ancora a dialogare. Premesso questo le nostre sono posizioni di sprono. Non vogliamo denunciare niente, tantomeno mettere in difficoltà qualcuno».  
E perché in queste “posizioni di sprono” non troviamo anche il simbolo del Pd?
«Posso dire che affrontiamo temi dove non c’è una linea del partito quindi perché non esprimere in altro modo la nostra opinione? Questo ad esempio è avvenuto con la questione dell’Intermodale dove il Pd non ha elaborato una condotta precisa e allora Segrate Dem ha deciso di intervenire ribandendo il nostro fermo no e chiedendo all’amministrazione di fare altrettanto».
A proposito di Intermodale, voterete a favore della mozione presentata dalla minoranza?
«Certo, magari con qualche emendamento e se non ci saranno vizi di forma, ma la appoggeremo. Il problema però non è questo bensì il fatto che saremmo dovuti essere noi per primi a presentare una mozione in questo senso».
Ma non l’avete fatto con quel comunicato che iniziava con “Sindaco così non va bene”...?
«Intendevo noi del Pd. E così Segrate Dem ha dovuto redigere quel comunicato dopo che avevamo chiesto a Micheli di fare un consiglio comunale aperto proprio sulla questione Intermodale magari con la presenza degli enti coinvolti. Insomma, fare sentire ben chiaro alla cittadinanza che anche noi siamo contrari all’Intermodale».
Ma lei ha una delega specifica su questo tema datale dal sindaco?
«No. Paolo mi ha chiesto cosa ne pensassi, ma non ho avuto alcuna investitura in tal senso. E comunque non tocca a me fare scelte o prendere impegni. Se si allestisce un gruppo di lavoro allora posso anche parteciparvi, a patto di avere l’assenso del Pd».
In Segrate Dem troviamo esponenti che tra loro pare abbiano davvero poco in comune se non il disappunto verso il segretario Dalerba. Se mi sbaglio, cosa vi accomuna?
«Non è così. Probabilmente molti di noi vorrebbero una gestione diversa del partito. Chiariamo però che personalmente reputo Dalerba bravo, semplicemente non condivido alcune sue battaglie che reputo futili rispetto ad altre di sostanza che sono solo sfiorate».
Quindi cosa accomuna gli esponenti di Segrate Dem?
«Il volere portare avanti il programma elettorale del sindaco e del Pd a cui abbiamo contribuito, e molto. Questo è l’unico elemento di rinnovamento vero che ci interessa».
E nel Pd questo non avviene?
«Secondo noi il Pd non lo fa come dovrebbe. Tutto qui».
Ma dove è finito non dico il vecchio Pci, ma quella sinistra che i panni sporchi li lavava in casa invece di metterli stesi sul balcone? Parlo anche a livello nazionale.
«Mi pare una visione un po’ surreale. Le correnti interne al partito ci sono sempre state. La chiave di lettura non è quella che propone lei. La voglia di spronare a fare meglio mi sembra evidente. È naturale che ci siano argomenti che a nostro giudizio meritano una discussione anche pubblica. Non abbiamo alcun interesse a prendercela con l’amministrazione o il nostro segretario, bensì a confrontarci sulle cose entrando nel merito».
E cosa ne pensa del suo capogruppo Barsanti che ha definito la sua nomina come il nuovo in rapporto a lei che rappresenterebbe il vecchio?
«Il rinnovamento passa dalle idee e dal metodo con cui si agisce. Per il resto posso dire che ho 39 anni e sono fiera della mia cultura politica maturata in una dozzina di anni».
Quindi nessun problema se lei non è il capogruppo?

«No. È stato designato Barsanti con 4 voti rispetto ai miei 3. Forse a quel punto potevamo pensare a una staffetta o cercare una terza persona che andasse bene a tutti, ma personalmente non ho alcun problema nei suoi confronti».  
Non è che il Pd non è ancora pronto per essere forza di governo?
«Per nulla. Sono fortemente convinta che abbiamo le idee per esserlo. Anzi, dovremmo essere la forza trascinante di questa amministrazione. Per questo mi spiace che non siamo visibili nelle linee da tracciare in cui si dovrebbe muovere Micheli. Vero che ereditiamo grossi problemi dalla precedente amministrazione, ma dobbiamo essere presenti e reattivi. Micheli è un ottimo maestro d’orchestra, noi però dobbiamo essere i giusti solisti per fare suonare la macchina amministrativa alla perfezione. E possiamo farlo tranquillamente».
Quando Segrate Dem chiederà un’assessore di riferimento?
«A me piace pensare che lo siano tutti. Comunque Micheli mi chiese se volessi fare l’assessore. Lo ringrazio ancora oggi di questo, ma ho rifiutato per motivi personali a conferma che non è questo il nostro interesse».
Mi dà un voto dell’amministrazione Alessandrini?
«Adriano ha una grossa personalità capace di creare consenso. Ha una visione diversa della città, ma è innegabile che abbia fatto cose importanti. Peccato che poi si sia fatto prendere la mano con manie di protagonismo e abbia degenerato. Un voto? Direi 7 nella prima parte, un 4 negli ultimi due anni».
L’amministrazione Micheli durerà cinque anni?
«Ne durerà dieci».