«I peschieresi non guarderanno il simbolo, ma il candidato». «In questi 18 mesi all’opposizione abbiamo fatto solo gli intertessi dei cittadini». «Vogliamo far vedere che si può governare con i principi del buon padre di famiglia»

2016-05-06

Era già stato il candidato sindaco, o portavoce come preferiscono chiamarlo loro, del Movimento Cinque Stelle nella scorsa tornata elettorale. Davide Toselli ci riprova anche questa volta a convincere i peschieresi a dargli fiducia. E allora vediamo cosa propone e come spera di convincere i suoi concittadini.
Come siete arrivati alla sua candidatura?
«È stato pubblicato un avviso per l’evento di nomina del candidato sindaco sul Meetup dell’M5S Peschiera e abbiamo avvisato attivisti e simpatizzanti tramite le mailing list del gruppo. Sono stati invitati tutti a presentare la propria candidatura e poi ci siamo riuniti per votare in modo palese la nomina. In quella sede ho argomentato la mia candidatura e sono stato eletto dagli attivisti e simpatizzanti per rappresentarli in Comune».
Con quale entusiasmo si butta nella mischia della campagna elettorale?
«Sono soddisfatto per la fiducia che i peschieresi hanno dimostrato nei miei confronti dopo quasi due anni di battaglie per rappresentarli in consiglio comunale. L’incarico non è per niente facile, ma il gruppo che mi supporta è forte e competente così come gli assessori che mi affiancheranno. Mi dispiace un po’ per il fatto che ho un lavoro che amo e che avrà alcune difficoltà nel momento in cui dovrò assentarmi per assumere la carica, ma il mio senso civico e il desiderio di lavorare per i cittadini mi dà la forza per affrontare fiducioso la situazione».
Che sensazioni ha rispetto alla precedente campagna elettorale?
«In questa sono rimasto stupito dall’atteggiamento dei cittadini che non solo si avvicinano a noi per chiedere informazioni e dare il loro contributo al programma, ma addirittura se non ci trovano in giro ci cercano. È bella la sensazione e il riscontro che finalmente i cittadini vadano oltre ai soliti partiti deludenti e vogliano guardare in faccia il candidato, oltre al fatto che non decidano più ad occhi chiusi in base ad un simbolo; siamo agli inizi del risveglio della coscienza pubblica ed è bellissimo».
Avevate commesso errori che questa volta non farete?
«Non abbiamo commesso errori, se non di ingenuità al cospetto di vecchi politici esperti. Però notiamo che certe astuzie vengono ormai percepite dagli elettori e non pagano più: sono stanchi e non si fanno più abbindolare».
Solo quattro candidati vi favorisce o danneggia?
«Che siano 2, 4 o 10 per noi è indifferente, non ci crea problemi e non sposta il nostro obiettivo che è rappresentare i cittadini in Comune. Continuiamo su idee e progetti concreti e fattibili, questo i peschieresi l’hanno inteso e ce ne daranno atto il 5 giugno».
E come pensate di convincerli?
«Niente libri di fantasie; le nostre azioni in 2 anni rivolte sempre alle richieste dei cittadini parlano per noi e per la nostra trasparenza. Il nostro programma è semplice, chiaro e concreto, basta leggerlo per capire i punti saldi e in ogni caso un programma “in divenire” per adattarsi e riflettere i bisogni del territorio in tempo reale».
Lei dichiarò che avete mandato a casa Zambon perché vi aveva sfidati anche se non era il momento per farlo. Così non avete danneggiato Peschiera come sostiene Zambon stesso?
«Questa è un’interpretazione degna della ex-maggioranza. Per chiarezza, ho affermato che Zambon era così convinto, a novembre, che non avremmo avuto il modo di allontanarlo, al punto che in consiglio comunale ci ha sfidati a mandarlo a casa. Avevamo già presentato 2 mozioni di sfiducia, quindi era già da mesi chiaro che lo volevamo allontanare per il suo modo poco trasparente di gestire il Comune e non volendo lasciare ulteriori spazi di azione contrari al nostro mandato di consiglieri, abbiamo deciso di dimetterci. È stata una coincidenza le dimissioni dopo la sfida di Zambon. Difatti avevamo la maggioranza dalla nostra parte, ma non abbiamo trovato corretto approfittare di una situazione creatasi senza che il cittadino l’avesse avallata tramite le urne, quindi abbiamo preferito ridare la parola a loro. In merito all’aver danneggiato la città, ricordo che Zambon non ha portato avanti il recupero di circa 2 milioni di oneri urbanistici del centro commerciale che avrebbero aiutato le casse comunali, nonostante avessimo avuto l’appoggio del consiglio, quindi i danni, li aveva già abbondantemente fatti lui».
Obiettivo: arrivare al ballottaggio o puntate al bersaglio grosso?
«Puntiamo alla massima carica perché, mentre i vecchi partiti hanno già lavorato riducendo Peschiera a un insieme di problemi che crescono anno dopo anno, l’M5S non ha mai potuto dimostrare come un comune di cittadini possa operare. Puntiamo al seggio di sindaco per far vedere che dei cittadini con lo spirito dei buoni padri di famiglia possono anche gestire sapientemente un Comune».
Cosa pensa dei suoi tre avversari?
«Tralasciando Zambon a cui non credo di dover pensare, difatti lui non ha mai dato alcuna importanza a noi consiglieri di minoranza, ritengo che le mie due sfidanti siano persone motivate che in 18 mesi hanno collaborato con l’organo consigliare per progetti di pubblica utilità e mi auguro che questo spirito, insieme a una spinta di collaborazione vera, venga mantenuto anche dopo le elezioni, qualsiasi carica ricopriranno».
Se sarete esclusi dal ballottaggio darete indicazioni di voto?
«Non ci alleeremo con altre liste qualsiasi provenienza esse abbiano, perché se avessero avuto il nostro spirito si sarebbero unite direttamente a noi. Il gruppo non darà mai indicazioni, mentre i singoli attivisti potranno rivolgersi alla cittadinanza per dare la propria opinione».
Un flash: perché Peschiera ha bisogno del M5S?
«Perché è un movimento che si propone senza interessi personali sul territorio e verso le persone. Non abbiamo favori da dover ricambiare a nessuno e non dobbiamo ascoltare nessun personaggio singolo, i nostri interlocutori sono solo i cittadini. Ovunque abbiamo governato abbiamo dato segno di trasparenza e di rispetto del bene comune, e visto che i partiti non hanno fatto lo stesso, lasciateci mostrare cosa può un movimento pulito fare per Peschiera. Accetteremo tutte le critiche che giungeranno perché si può sempre migliorare, ma almeno la base di partenza ed il motivo di ispirazione saranno quelli giusti, per dare vita a Peschiera onesta e sociale».