«Il primo anno abbiamo messo in salvaguardia il Comune, adesso porteremo avanti in modo deciso il nostro programma». «Su Westfield non ho cambiato idea, ma visto che non si può più bloccare sono pragmatico». «Opposizione e maggioranza mirano a fare il bene della città»

2016-09-09

Come consuetudine la prima intervista post vacanze è dedicata al sindaco. E per Paolo Micheli è anche l’occasione per fare alcune riflessioni sul suo primo anno di mandato.
Allora, che estate ha passato?
«In realtà ho fatto solo dieci giorni di vacanza e ho cercato di riposarmi anche se sono sempre stato proiettato sugli eventi locali e negli ultimi giorni, purtroppo, anche su quelli nazionali. Come amministratore di un Comune, e come persona, è impossibile non sentire il richiamo della solidarietà. È inevitabile sentirsi coinvolti e adoperarsi in qualche modo per aiutare le persone colpite dal terremoto».
E ora che siamo già a a settembre, quali sono i primi punti in agenda?
«Nell’anno appena trascorso ci siamo mossi in salvaguardia del Comune, concentrandoci sul territorio e sul bilancio, che ne avevano bisogno. Ora finalmente possiamo mettere la nostra impronta. Partiranno tante iniziative. Ne cito alcune: l’app del distretto del commercio, il censimento dei negozi sfitti, la nuova bocciofila, la sistemazione del Pastrengo, il nuovo piano cimiteriale e il suo nuovo regolamento, la sperimentazione del sacco rosso, il bando di gara per il nuovo trasporto pubblico locale con un’attenzione particolare sui nuovi quartieri, l’Urban Center per raccontare il nuovo Pgt, la sistemazione definitiva del Village e il nuovo Put, cioè il Piano urbano del traffico».
Quindi promette un deciso cambio di marcia?
«Se vogliamo metterla così, dico di sì. O più semplicemente andiamo a portare avanti in modo deciso il nostro programma».
In questo suo primo anno da sindaco, qual è stata la maggiore difficoltà che magari non si aspettava?
«Trovare un bilancio così tanto disastrato e una gestione familiare della macchina comunale. Avevo una vaga idea, visto che sono stato consigliere comunale di minoranza, ma non mi immaginavo una situazione del genere».
C’è, invece, qualcosa che pensava sarebbe riuscito a fare in questo anno e invece non ce l’ha fatta?
«Non abbiamo ancora terminato la riorganizzazione della macchina comunale, cosa che invece pensavamo di compiere in tempi più brevi. Fattori interni ed esterni ci hanno ritardato, però aggiungo anche che ci sta. Io sono per le rivoluzioni gentili e non per le grandi scosse».
E i rapporti con i consiglieri di minoranza come sono stati?
«Mi pare di aver visto in larga parte un’opposizione costruttiva. Mi sembra che sia un consiglio comunale formato da persone che mirano a fare il bene della città e questo mi pare molto intelligente. Poi che a volte ci sia stato qualche contrasto aspro ci può anche stare, lo vedo nell’ordine delle cose».
E della maggioranza cosa diciamo? Qualche piccolo mal di pancia si è avvertito...
«A me non pare. Io vedo sempre un supporto e suggerimenti costruttivi. Ripeto il concetto: c’è voglia di fare il bene della nostra città».
Quindi non si è mai sentito tirato per la giacca?
«Dire proprio di no».
Passiamo ai temi cosiddetti pesanti: Boffalora finalmente si sblocca?
«Penso proprio di sì. Nei prossimi giorni si entrerà subito nel vivo della discussione. Da parte dell’operatore è  arrivata una proposta che collima con il nostro Pgt. In sostanza avremmo gli stessi servizi previsti prima e una diminuzione del 50% della volumetria rispetto alla prima proposta, oltre alla rinuncia da parte loro di tutte le cause giudiziarie annunciate. Toccherà al consiglio comunale fare le sue valutazioni, ma credo che non ci dovrebbero essere sorprese. Infine vorrei sottolineare due aspetti nuovi importanti. Il primo è il nuovo grandissimo impegno tecnologico che è previsto, mentre il secondo è la riqualificazione che hanno in mente della Cascina con una fondazione che mira a creare una Casa dello Spirito e delle Arti. Stiamo parlando di un centro di eccellenza mondiale per la cultura in tutte le sue forme, come arte, danza, musica, teatro e poesia».
Dica la verità: un po’ gongola, vero? In tutta questa vicenda si sente vincitore?
«Sì, posso dire che abbiamo vinto. La visione che avevamo in mente lo scorso anno si è dimostrata corretta e per portarla avanti ci sono voluti molta calma e molto sangue freddo. I momenti delicati non sono mancati».
Da consigliere era sempre stato critico nei confronti del progetto del mega centro commerciale Westfield e ora si appresta a portarlo avanti lei. Cambia la visione delle cose, una volta che si diventa amministratori?
«Continuo a ritenere che una struttura di quelle dimensioni era opportuno pensarla in un punto più lontano della città. Detto questo, sono pragmatico per natura. Westfield è un processo che, una volta subentrati come abbiamo fatto noi, non si può più bloccare e, quindi, va accompagnato. Il mio passato atteggiamento critico è, per Segrate, un punto di forza nei confronti del costruttore. Lui sa che vigilerò con grande attenzione sull’aspetto ambientalista e su quello della legalità».
Città metropolitana: si sussurra che potrebbe diventare vice sindaco...
«In effetti mi è stato chiesto di candidarmi. Ringrazio che me l’ha proposto, ma mi sembra prematuro parlarne ora, ho altre cose più imminenti a cui pensare».
Un’ultima cosa: il buon padre di famiglia già a settembre inizia a pensare al regalo di Natale per i propri figli. Cosa pensa di far trovare sotto l’albero dei segratesi?
«L’approvazione del Pgt e la conseguente messa in salvaguardia definitiva del territorio».