«L’amministrazione è pronta a concedere maggiori volumetrie». «A Cascina Boffalora non è detto che sia tutto risolto». «Tanti giovani segratesi si avvicinano al Carroccio». «Mi manca il mio ruolo in consiglio? Per niente»

2016-10-14

La scorsa legislatura è stato presidente del consiglio comunale per tutti e cinque gli anni. Nel frattempo è stato eletto segretario cittadino della Lega Nord, ruolo che ricopre ancora, anche se la sua vita da pensionato si divide tra Segrate e Borgo Val di Taro, in provincia di Parma, di dove è originario. Lui è Luciano Zuccone, vediamo cosa ha da raccontarci.
Allora, oramai è più parmense o segratese?
(ride) «Faccio avanti e indietro, visto che ora posso prendermi un po’ più di tempo per me. Ma è chiaro che resto il segretario della Lega Nord a Segrate e quando c’è da correre, salgo in auto e arrivo subito. Come martedì quando abbiamo fatto una riunione a Milano di tutti i segretari del Carroccio della Lombardia. Poi me ne torno nella mia Val di Taro anche se quest’anno è stata grigia per una delle nostre più grandi passioni: i funghi».
È vero che non è più in consiglio comunale, ma da segretario come si sta all’opposizione dopo vent’anni di maggioranza?
«Mi viene da dire che non c’è nessuna opposizione».
Partiamo subito con una provocazione...
«Ma neppure tanto, sa? Mi pare di notare che all’interno della minoranza ci sia un po’ di scollamento. Le singole forze portano avanti da sole le loro istanze e se da un lato ci può anche stare, dall’altro ci rende molto deboli. Proprio per questo sto pensando di organizzare una riunione delle forze di opposizione. Per parlarci a quattr’occhi e capire se non sia arrivato il momento di portare avanti una condotta comune».
Non è che questo scollamento c’era anche quando governavate solo che dovevate stare uniti per forza? Non a caso inizialmente voi volevate correre da soli alle amministrative...
«Ma guardi, adesso secondo me invece non parlandoci si litiga meno di allora. Però poi c’era da governare, allora si smetteva e si lavorava sodo. Va anche ammesso che se non fosse stato per la Lega, un paio di volte si sarebbe andati a casa durante l’era Alessandrini».
In minoranza voi avete due consiglieri di tutto rispetto. Eppure il suo ragionamento non credo che escluda i vostri esponenti o sbaglio?
«È verissimo che abbiamo due ottimi consiglieri e di peso. Vittorio Rigamonti, che era il nostro candidato sindaco quando pensavamo di correre da soli, e Tecla Fraschini che è stata la candidata sindaco della coalizione di centrodestra. Così come è verissimo che all’inizio c’era più entusiasmo, eravamo carichi e pronti a fare una decisa opposizione. Poi, non certo per colpa loro, tutto si è un po’ fermato qui a Segrate e anche loro si sono adattati a questo clima di immobilismo. Ma è arrivato il momento di ripartire determinati nel nostro ruolo di controllori».
Da segretario della Lega cittadina, invece, come se la passa il Carroccio a Segrate?
«Direi bene. Si stanno avvicinando a noi numerosi giovani. Cinque di loro da sostenitori molto presto passeranno a essere militanti. La Lega a Segrate è tutt’altro che in crisi. Anzi, molto presto organizzeremo dei gazebo perché vogliamo raccontare la nostra verità, in particolare su Westfield».
Si andasse al voto domani avreste la vostra rivincita?
«Intanto diciamo subito che non si va al voto domani perché sono certo che governeranno per cinque anni. Posso dire invece che tra tre anni e mezzo quando saremo chiamati a scegliere il nuovo sindaco prevedo una bella battaglia con un nuovo testa a testa. E questa volta potremmo anche vincerla».
Entriamo un po’ nel dettaglio dei temi più caldi. Partiamo da Boffalora, o Milano4you se preferisce. Alla fine pare si farà con le condizioni volute dalla maggioranza. Che ne pensa? Una vittoria per loro?
«Ma... Io non ne sarei proprio così sicuro. La vicenda la sta seguendo da vicino il nostro capogruppo Rigamonti e mi racconta che qualche dubbio sul fatto che si possa arrivare a chiuderla ce l’ha eccome. Staremo a vedere, mi sa che è ancora presto per considerare chiusa la partita».
E sul nuovo intermodale che mi dice? Tante proteste e polemiche e poi a un tratto nessuno ne parla più.
«In effetti me lo chiedo anche io perché ora c’è questo silenzio. Ad ogni modo personalmente non sono tanto preoccupato per l’intermodale in sé, quanto per il fatto che sorgerà in un punto dove c’è già l’aeroporto e in futuro anche Westfield. In quell’area arriverà un inquinamento atmosferico e un traffico che non ci farà più muovere».
Mi ha anticipato. La prossima domanda era proprio su Westfield. Che ne pensa?
«Che ci preoccupa e parecchio. Non si è riusciti a mettere dei paletti e ora che tutto è stabilito è troppo tardi».
Voi come Lega non potevate fare niente?
«Ma, se ricorda, noi votammo contro, tant’è che uscimmo dalla maggioranza e al nostro posto entrò il Pd addirittura con un assessore, Rindone. È lui che dobbiamo ringraziare per tutto questo».
Voi però dopo siete stati ancora cinque anni in maggioranza. Perché non siete intervenuti?
«Perché oramai era impossibile. E comunque va detto che ora questa amministrazione sta pensando di portare Westfield da 1,6 milioni di metri cubi addirittura a 2. Se guardate il progetto pare che a Segrate si costruisca il nuovo Pentagono».
Anche sulla variante al Pgt siete critici?
«Anche qui mi rifaccio al nostro capogruppo Rigamonti che la sta studiando e mi dice che lo preoccupa e molto come vengono spostate certe volumetrie. Invece di andare a rivalorizzare le parti vecchie della città, si sposta tutto verso Westfield perché portano soldi. Oramai siamo diventati “westfieldipendenti”».
È molto d’attualità anche il tema dei profughi. Parrebbe che ogni Comune ne debba ospitare 2,5 ogni 1000 abitanti. Qual è la vostra posizione?
«Nei Comuni dove la Lega governa c’è un netto rifiuto a questa imposizione dall’alto. Il problema comunque esiste ed è serio e mi chiedo che senso abbia parlare di Europa se poi davanti a situazioni come queste si lascia l’Italia a gestirle da sola».
Un’ultima cosa: non le manca proprio per niente il suo ruolo di presidente del consiglio comunale?
(ride) «Esatto: proprio per niente. Sto così bene fuori».