«Noi siamo neofiti della politica, altrove vedo gente che almeno da dieci anni è in pista». «Lavoro, rifiuti zero e aiuti ai disabili tre obiettivi che ci poniamo». «Corriamo per vincere e non faremo mai apparentamenti»

2015-05-22

Siamo giunti all’ultimo degli otto candidati sindaco da presentare. Lui è Diego Dimalta e rappresenterà il Movimento 5 Stelle al suo esordio alle amministrative segratesi. Conosciamo meglio lui e gli obiettivi del M5S a Segrate.
Innanzitutto direi che è il caso di partire con una sua presentazione.
«Ho 31 anni e da tre sono avvocato. Mi sono diplomato in ragioneria e successivamente laureato in giurisprudenza. Ho sempre vissuto a Segrate cambiando spesso casa e quartiere, attualmente sono a Boffalora. Sono alla prima esperienza politica come la chiamate voi, visto che noi preferiamo parlare di attivismo».
Come è venuto fuori il suo nome per rappresentare il M5S alla corsa di sindaco?
«Io milito nel Movimento Cinque Stelle segratese da quando è nato. Sono sempre stato molto attivo all’interno del gruppo, fatta eccezione per una parentesi di sei mesi per motivi personali. Quando c’è stato da scegliere un nome la maggioranza ha indicato il sottoscritto. Credo perché vedono in me una persona che fa sentire la voce di tutti e non solo la sua, nonché quella del movimento».  
Al vostro interno però c’è una spaccatura, giusto? Abbiamo ricevuto una lettera di alcuni esponenti, definitisi “amici di Beppe Grillo” che dissentono dalla vostra linea.
«Siamo davanti a quattro persone su ventuno, non mi pare si possa parlare di spaccatura. È una minoranza che non è d’accordo con la stragrande maggioranza, gente che ha molto tempo da buttare via e ha deciso di farlo criticando il nostro operato».
Ma sono stati espulsi?
«Scusi, ma non voglio dedicare altro tempo a queste persone, preferisco parlare d’altro».
Era una domanda legittima per capire la situazione, comunque se non vuole rispondere, passiamo ad altro. Visto che siete alla prima esperienza segratese, nelle vostre fila troviamo esponenti che in precedenza avevano appoggiato liste civiche?
«Che io sappia nessuno. Siamo solo cittadini stanchi di subire le decisioni di questa amministrazione e che si sono attivati per il bene di Segrate».
Il M5S soprattutto a livello nazionale raccoglie consensi perché prende le distanze dai partiti, ma a livello amministrativo pensa che le liste civiche potranno portarvi via voti?
«Le liste civiche sono cosa differente da noi. Il nostro attivismo ha un senso perché vuole il vero cambiamento. Se prendiamo le liste civiche presenti troviamo gente che fa politica da 10 o 15 anni. È una differenza che hanno da noi che teniamo venga sottolineata. So però che il messaggio che passa alla cittadinanza è che loro sono il rinnovamento. Con questa premessa è oggettivamente possibile che qualche nostro voto venga disperso. Sperando che questo non avvenga, ribadisco che noi siamo il vero e unico cambiamento».
Ha parlato di stanchezza nel subire le decisione di questa amministrazione; cosa critica in particolare di questa maggioranza?
«In particolare la mancanza di trasparenza. Ci sono decisioni, trattative e alcuni progetti che tanto voi giornalisti che noi che ci interessiamo della cosa pubblica non riusciamo a conoscere in pieno. Ad esempio sappiamo che esiste la società Phoenix che vorrebbe acquisire il complesso di Boffalora però nessuno sa a che punto siano le trattative e dove andremo a finire. Non si tiene informata la cittadinanza. Per una semplice mancanza o per volontà, non lo so, ma è così. Ecco perché noi punteremo sulla trasparenza e sull’abbattere le barriere tra cittadino e amministrazione pubblica e farlo così partecipe. In questo senso noi siamo per istituzioni come il bilancio partecipato e il referendum senza quorum. Anche se non vinceremo le elezioni ci impegniamo a portare in aula le proposte dei cittadini, compatibili con il nostro programma».
Mi dice tre punti cardine del vostro programma?
«Innanzitutto il lavoro con incentivi per imprenditori, giovani professionisti e disoccupati. Per i primi abbiamo elaborato un sistema di incubazione dedicando dei locali comunali per le imprese in start up in modo da mettere alla prova i loro progetti per sei mesi, aiutandoli con la burocrazia e fornendo assistenza legale per non gravarli di costi che spesso scoraggiano. Al termine dei sei mesi capiranno se sono in grado di partire o meno. Usciranno dall’incubatore e decideranno il loro futuro. Per i giovani professionisti vogliamo introdurre il coworking, che oramai funziona in tutto il mondo in modo da condividere e abbattere i costi. Infine per i disoccupati vogliamo implementare i corsi di formazione per rendere maggiormente appetibile il loro curriculum che spesso non coincide con le esigenze del mercato».
Il secondo punto?
«Rifiuti zero, un progetto oramai in uso negli Stati Uniti e anche in molti comuni italiani. Una strategia basata su punti che mira ad avere un riciclo totale di ciò che si consuma. Ad esempio l’introduzione di tariffe puntuali che tassino maggiormente chi ricicla meno e detassino i più virtuosi. Un progetto utile per l’ambiente e per le nostre tasche».
Infine il terzo...
«Direi la disabilità. Dobbiamo cambiare l’approccio verso questo problema. I disabili non devono essere visti come un peso per la società, bensì come una risorsa. Si deve partire con un censimento dei diversamente abili e delle varie disabilità per individuare le mansioni eseguibili anche per loro. E poi si deve venire incontro alle loro famiglie che spesso hanno finanziamenti a singhiozzo. Bisogna creare un fondo per garantire entrate costanti alle famiglie per dare loro una base economica certa a cui poi andranno a sommarsi gli eventuali bandi a cui si parteciperà».
Chi troviamo candidato nella vostra lista?
«Come dice il nostro slogan, gente comune. Giovani e pensionati, uomini e donne, qualsiasi categoria professionale».
Tutti segratesi?
«Eccetto due persone, sì. La lista prevede per legge un minimo di sedici candidati e noi ne presentiamo ventuno».

Che obiettivo vi ponete?
«Io punto sempre a vincere. L’obiettivo è governare e farlo bene. Se saremo all’opposizione faremo in modo di controllare l’operato altrui e che sia regolare».
Ipotizziamo un ballottaggio: se voi ci sarete, pensate ad eventuali apparentamenti?
«Noi andiamo sempre da soli. Per noi destra e sinistra sono la stessa cosa».
Se quindi non ci sarete, non darete neppure indicazione di voto?
«Io posso dire che andrò al mare, nel senso che mi asterrò. Per chi invece ci ha dato fiducia daremo libertà di scelta. Non arriverà nessuna indicazione di voto».

Roberto Pegorini