2018-01-26

«Ho sentito un rumore forte, come una mitragliata, e ho capito subito che stavamo deragliando». Bruno Borelli, pendolare 48enne di Romano di Lombardia, ha l’espressione provata. Mentre racconta è come se fosse ancora su quel treno. «Ho guardato fuori dal finestrino, c’erano fiamme e sassi che schizzavano dappertutto. È andata avanti così per un chilometro e mezzo». Bruno era insieme a tre amici. «Pensano solo all’alta velocità, ma di noi pendolari non si preoccupano», gli fa eco uno di loro, Alessandro Belotti, 50enne di Martinengo. «Eravamo sulla terz’ultima carrozza e la nostra fortuna è stata che a un tratto ci siamo staccati. Con il convoglio abbiamo abbattuto pali e fatto volare blocchi di cemento che ricadevano sui vagoni. Ho subito gridato al capotreno che stavamo deragliando, ma la cosa terribile è che in quei momenti non puoi fare proprio nulla. È durato un’eternità». Visibilmente scossa anche Antonella D’Angelo, 30 anni di Crema: «Ho sentito puzza di bruciato ed è iniziato il caos, 5 minuti interminabili. Istintivamente mi sono alzata e mi sono posizionata tra la porta e il vagone. Quando tutto è finito non sono scesa subito, ero come bloccata. Poi lentamente ho capito cosa era accaduto». Seduto su un seggiolino del palazzetto dello sport di Segrate, Ronald Korca, 35enne di Treviglio, beve del the portatogli da una volontaria delle protezione civile. Pare tra il rassegnato e l’incredulo: «Stavo guardando il cellulare, quando ho iniziato a sentire dei rumori secchi. In un primo momento ho pensato a una violenta grandinata, poi ho capito. E per un chilometro e mezzo è stato l’inferno. Mi sono aggrappato al maniglione del sedile perché vedevo il treno piegarsi, mi è andata bene».