2018-02-16

Pronuncia il nome degli Orfei a un bambino e i suoi occhi si illumineranno di gioia. Le luci, i clown, i giocolieri, gli animali, il mondo del circo ispira e rimanda sempre a qualcosa di fantastico, un’arte d’altri tempi destinata a vivere per sempre. Paride Orfei, celebre addestratore, figlio del grande Nando e nipote di Moira, superstar di fama mondiale, nel 2006 ha fatto di Peschiera Borromeo la sua casa e da allora non se n’è più andato, diventando un punto di riferimento per lo spettacolo locale. «Ho iniziato a lavorare nel circo di papà nel 1972, a soli 9 anni», racconta l’artista circense. «A 14 ho iniziato ad addestrare animali e per i successivi 34 ho avuto a che fare con cavalli, tigri e soprattutto elefanti, diventando un professionista di altissimo livello. Ma il circo cambia e a me piace anticipare le mosse del tempo. Nel futuro vedo spettacoli senza animali, non perché nel nostro settore siano trattati male, anzi. La questione etica è di primaria importanza e credo che ormai si possa fare a meno dei nostri amici a quattro zampe». Il cambiamento dunque era dietro l’angolo e nel 2005 un nuovo progetto inizia a prendere forma: l’Accademia del Piccolo Circo dei Sogni. L’iniziativa consisteva nel creare un luogo dove tutti, grandi e piccoli, potessero avvicinarsi al circo e approcciarsi alle varie discipline come fossero veri e propri sport. «L’accademia serve proprio a dare nozioni atletiche e psicomotorie a chi ci si avvicina», dichiara Paride. «Il circo è sport e cultura. Discipline come il trapezio, l’equilibrismo e l’acrobatica in generale aiutano a fornire grande padronanza del proprio fisico e molta autostima. Tutto questo ci serve poi a divulgare l’arte e lo stile di vita circense, veri patrimoni della nostra tradizione. Inoltre, diamo la possibilità a chiunque di iscriversi alla nostra scuola, di sfruttare il convitto e allenarsi con maestri specifici, professionisti nelle loro rispettive discipline». I risultati sono eclatanti e a oggi il Piccolo Circo dei Sogni ha una squadra di atleti che, oltre a partecipare agli spettacoli locali, sono molto richiesti anche da altre compagnie. Tutto questo riservando però molto spazio anche ai più piccoli, gli apprendisti, che si allenano in condizioni di sicurezza molto più restrittive e ravvivano piccole feste e saggi con le loro doti atletiche. Alcuni prendono queste esperienze come uno sport qualunque e magari dopo qualche anno decidono di cambiare strada, ma molti rimangono per anni diventando dei veri e propri astri nascenti dello spettacolo circense e intraprendendo lunghe carriere sotto i riflettori. «Intanto però stiamo pensando a qualcosa di nuovo», spiega l’ormai ex addestratore di elefanti. «Abbiamo organizzato uno spettacolo che unisce il circo al teatro e alla musica, sarà qualcosa di sorprendentemente nuovo. Ci saranno acrobati, trapezisti ed equilibristi insieme ad attori e musicisti. Qualcosa davvero di grande. Io e Daniele Braiucca, il regista, l’abbiamo chiamato “Anime volanti” e siamo già pronti all’inaugurazione, proprio qui da noi a Peschiera, per poi spostarci subito per un secondo appuntamento a Varese». Insomma, la vita dei circensi non si ferma mai, tra innovazione e tradizioni, e questo settore fa della sua capacità di stupire il suo cavallo di battaglia. Mentre il circo di Nando Orfei continua la sua tournée (attualmente si trova all’Idroscalo), Paride pensa sempre al futuro, determinato a realizzare i suoi sogni. «Intanto vorrei rimanere qui a Peschiera ancora per molti anni. Questa città mi ha adottato nel 2001 e da allora mi ha dato tanto. Credo sia giusto e importante portare il nome di questo territorio in alto nel panorama circense mondiale e ce la metterò tutta. Il mio sogno è quello di portare la mia accademia tra le più importanti del mondo e credo di essere sulla strada giusta. Abbiamo già tantissimi artisti internazionali che vengono qui da noi ad allenarsi e a esibirsi. D’altronde questa può diventare davvero un’eccellenza italiana, esattamente come è stato per il circo di Nando e Moira Orfei».
Mattia Rigodanza