2019-02-01

Aveva nascosto la cocaina nei barattoli del caffè, anche per cercare di eludere un eventuale controllo dei cani antidroga. Ma non è stata necessaria l’unità cinofila per arrestare una donna peruviana, proveniente da Lima, capitale del Paese sudamericano, e sbarcata a Linate martedì mattina con nove chili e mezzo di polvere bianca nella valigia.
A metterle le manette ai polsi la guardia di finanza in servizio all’aeroporto, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle dogane. La peruviana ha ritirato la propria valigia dal nastro dei bagagli e si è incamminata verso l’uscita. Il suo camminare con continui cambi di direzione, come se cercasse di evitare qualsiasi persona in divisa, ha avuto un esito contrario alle sue intenzioni. Già, perché proprio questo suo atteggiamento piuttosto nervoso ha attirato l’attenzione dei doganieri, che hanno così deciso di fermarla per sottoporla a un controllo di routine. Una volta aperta la valigia, gli uomini delle fiamme gialle hanno trovato numerose scatole di caffè sigillate oltre a confezioni di altri prodotti alimentari. I vestiti, al contrario, erano un po’ troppo pochi. La peruviana ha iniziato a giustificarsi, spiegando che aveva portato in Italia caffé e generi alimentari tipicamente sudamericani perché voleva regalarli ad amici e parenti. Una scusa che non ha per nulla convinto i doganieri. E, appena aperti gli involucri, la scoperta: cocaina purissima per un totale di nove chili e mezzo. Un valore, una volta immessa nel mercato, di circa 300mila euro. E per la donna l’arresto è stato l’inevitabile conseguenza.
Si tratta dell’ennesima operazione antidroga messa a segno nello scalo milanese. Solamente la settimana scorsa era finito in manette un cileno che trasportava 3 chili e mezzo di cocaina, che si vanno a sommare agli altri sequestri effettuati negli ultimi tre mesi dalle fiamme gialle e dai funzionari della dogana, per un totale di circa 45 chili.