2015-12-11

Non hanno presentato la terza mozione di sfiducia, ma hanno trovato un modo più rapido. Lo scorso venerdì mattina i 9 consiglieri dell'opposizione si sono presentati in municipio e hanno consegnato le loro dimissioni all'ufficio protocollo. In pratica hanno fatto decadere il consiglio e mandato a casa il sindaco Luca Zambon.
Carla Bruschi, Luigi Di Palma (Forza Italia), Paolo Spreafico, Davide Toselli (Movimento Cinque Stelle) Chiara Gatti (Noi di Peschiera) Antonella Parisotto, Giancarlo Capriglia, Anna Baratella e Franca Costa (Peschiera riparte). Sono questi i nomi che passeranno comunque alla storia della politica cittadina con la Costa che è rimasta in carica per soli cinque giorni (aveva accettato l'incarico il 30 novembre), il tempo di fare pendere l'ago della bilancia dalla parte degli anti-Zambon. E adesso toccherà al commissario straordinario Donatella Cera, arrivata a Peschiera ieri pomeriggio, giovedì 10 dicembre, traghettare la città svolgendo solamente l'ordinario in attesa delle prossime elezioni che si dovrebbero tenere a giugno. Che la situazione per l'ex primo cittadino fosse critica si era capito anche nell'ultimo consiglio comunale dove la maggioranza era andata praticamente sempre sotto. A Di Palma che gli intimava di andarsene, Zambon aveva risposto: «Io non mi dimetto e vado avanti a lavorare per la città come mi hanno chiesto i peschieresi dandomi il loro voto. Ora comunque avete i numeri, prendetevi la vostra responsabilità fate una nuova mozione di sfiducia e mandatemi a casa». Forse neppure lui si immaginava però che sarebbe successo in questo modo. E questo è il suo commento sull'intera vicenda: «Stavamo lavorando bene, proprio di recente abbiamo portato risultati concreti e positivi per la nostra Città. Due esempi su tutti, i bandi della Fondazione Cariplo che sono stati vinti: 140mila euro ottenuti insieme a Paullo per realizzare interventi di riqualificazione energetica sugli edifici di proprietà pubblica, e un altro contributo di 99mila euro per gli orti in Comune. Ancora un altro esempio, il progetto che è atteso da anni: il lavoro in sinergia con San Donato per attivare una pista ciclabile tra i due comuni. Oppure i progetti di riqualificazione delle cascine, per citare ancora altri casi di concretezza. Tutto questo lavoro viene interrotto per una decisione messa in atto da persone che con questo gesto hanno tradito il mandato elettorale e non hanno rispettato il programma che loro stessi avevano concordato. Le ragioni di questa decisione sono totalmente incomprensibili. Queste persone non hanno tenuto conto di quello che è la cosa più importante: il bene di Peschiera Borromeo.  Chiaramente sono rammaricato e dispiaciuto, soprattutto per questo. E anche perché dispiace non portare avanti il programma che avevamo costruito, credendoci».