2016-01-29

«Non è un rimpasto di giunta, semplicemente è venuto a mancare il presupposto di fiducia che lega un sindaco al suo assessore». Parole del primo cittadino Eugenio Comincini all’indomani della decisione di togliere le deleghe al suo, oramai ex, assessore ai Lavori Pubblici e Bilancio, Maurizio Rosci.  E proprio il primo cittadino ieri mattina, alla presenza di tutti i componenti della giunta e dei segretari cittadini dei partiti che compongono la coalizione di maggioranza, ha voluto spiegare per quale motivo si sia arrivati alla rottura definitiva. «Ho sempre pensato che ciascun assessore debba muoversi all’interno di  un gioco di squadra, ma negli ultimi mesi Rosci è parso troppo individualista al punto da interferire con i compiti altrui e innalzarsi a factotum e salvatore di Cernusco. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un convegno organizzato da Enjoy il 18 gennaio dove si parlava di sport. Rosci ha voluto a tutti i costi partecipare e ha preso la parola snocciolando una serie di priorità sugli impianti sportivi senza avere condiviso nulla con l’assessore allo Sport Zacchetti e con gli altri componenti di giunta. Ho reputato questo atteggiamento molto grave. È una scorrettezza enorme che ha creato una frattura inaccettabile sul modo di lavorare del gruppo. Zacchetti con grande spirito di squadra non ha fatto alcuna polemica quella sera, ma la situazione andava chiarita una volta per tutte. Ne ho parlato con Rosci il quale non ha ammesso alcun errore e a quel punto non potevo più fare finta di nulla. Avevo il dovere di difendere la dignità di Zacchetti. Gli ho fatto presente che era mia intenzione togliergli le deleghe visto che oramai era venuto a mancare il rapporto di fiducia necessario per proseguire il percorso insieme e lui per tutta risposta mi ha detto che da tre mesi aveva già portato gli scatoloni in ufficio». Comincini ha poi ammesso che già nel settembre 2014 ci furono alcuni scricchiolii allorché non tenne in alcun conto nella programmazione dei lavori pubblici le priorità segnalate da Zacchetti. «Ammetto che forse ho sbagliato nel credere che la situazione fosse ancora gestibile. In realtà avrei dovuto prendere una decisione così radicale prima. Aggiungo per correttezza che con Rosci ho lavorato, e bene, per quasi nove anni, ma il suo modo di fare è cambiato negli ultimi tempi». Il segretario cittadino del Pd, Daniele Mandrini, confermando il suo appoggio al sindaco, spiega che: «Rosci, che ringrazio per quanto fatto in questi anni, fino ad oggi non aveva mai esternato un certo malumore nei confronti del modo di agire del sindaco e degli altri componenti di giunta. L’altro giorno gli ho telefonato  e l’ho invitato a venire al direttivo ed esporre le sue ragioni, ma non ho avuto risposta». Infine Zacchetti ha voluto precisare che: «Non ho mai chiesto al sindaco di decidere tra me e Rosci. Ho letto anche questo sui social network, ma smentisco categoricamente. Ho solo posto la questione su come si stava comportando nei confronti della squadra». Anche gli altri componenti di giunta hanno voluto sottolineare che la coesione della maggioranza non è mai stata messa in discussione. La questione è solamente legata a un rapporto oramai divenuto incompatibile. Queste invece le riflessioni di Maurizio Rosci: «Sappiamo che il sindaco è molto umorale. In realtà è da tempo che la macchina non funzionava più come prima e mi sono solo fatto carico di tamponare certe falle per il bene dei cittadini. Evidentemente questo al sindaco ha dato fastidio. Il pretesto per mandarmi a casa è stata la riunione sportiva organizzata all’Enjoy dove ho spiegato quali fossero le priorità. Zacchetti è stato zitto e poi è andato a piangere da Comincini. D’altronde se fosse per loro avremmo dovuto impegnare 3 milioni e mezzo per il centro sportivo di via Boccaccio, buttando via i soldi dei cernuschesi. Ma oramai è chiaro a tutti che ho ricevuto un attacco politico strumentale. Non ho mai fatto lo “yesman”, non vedo perché dovrei iniziare ora.  Aggiungo solo che sono stati approvati un bilancio e un piano triennale dei lavori pubblici stilati da me. Spero che ora non rovinino tutto». Anche sulle modalità del suo allontanamento c’è discrepanza. Questa la versione di Comincini: «Lunedì gli ho detto che gli avrei tolto le deleghe e lui che si sarebbe dimesso anche se poi non l’ha fatto». E questa quella di Rosci: «Mi ha chiesto di dimettermi e gli ho risposto che non ci pensavo proprio visto che ho lavorato sempre bene. A quel punto mi ha tolto le deleghe». Ora resta da sciogliere il nodo di chi sarà il nuovo assessore. «Mi sono preso qualche giorno per decidere» conclude Comincini. «Di certo sarà un uomo del Pd». I rumors ci sono già e danno in pole position il consigliere comunale Pietro Melzi.
Roberto Pegorini