14 Dicembre 2018

Non è per nulla passato inosservato l’articolo apparso la scorsa settimana su La Stampa, a firma di Antonella Boralevi. La giornalista criticava la figura di Nico Acampora come educatore, partendo dalla nota drammatizzazione  storica che il neo assessore fa sull’Olocausto (con tanto di divisa da SS) e che in queste ultime settimane è al centro di una polemica infinita. Sulla pagina Facebook di Boralevi numerosi cernuschesi hanno scritto in difesa di Acampora, intervenuto lui stesso con una richiesta di scuse, mai arrivate. Anche il dirigente scolastico dell’istituto Montalcini, Nicola Ferrara, ha pubblicato una lunga lettera sulla pagina internet della scuola, in cui sottolinea “il valore morale ed educativo del progetto” e assicura che nessuno studente “è mai stato ferito o traumatizzato psicologicamente”. «Non voglio commentare chi ha calunniato la mia persona e il mio essere educatore, di questo si parlerà nelle sedi deputate» commenta Acampora, facendo intendere che potrebbero esserci degli strascichi legali.«Invece voglio ringraziare chi ha voluto innescare questa polemica, perché ha fatto emergere il racconto di decine di giovani cernuschesi, di genitori e insegnanti che negli anni hanno vissuto concretamente questa drammatizzazione teatralizzata sui campi di sterminio. Un’attività realizzata insieme ad altri educatori con la condivisione attenta degli insegnanti e della scuola, che cerca di tenere alta la memoria di quanto successo in uno dei periodi più bui della storia, di far ripercorrere da un punto di vista emotivo, attraverso una simulazione, il dramma dell’Olocausto, delle leggi razziali, dello sterminio organizzato di categorie sociali che venivano ritenute inferiori come disabili, omosessuali ed ebrei. Le decine di racconti che sono emerse dalla viva voce di chi ha vissuto questa esperienza hanno raccontato sicuramente di un’esperienza positiva, formativa e che arricchisce gli studenti, come confermato dal dirigente scolastico Ferrara nella sua lettera aperta». E, per quanto ci riguarda, mettiamo la parola fine a tutta la vicenda che ha tenuto fin troppo banco.