15 Ottobre 2020

Per una volta partiamo dalla fine. E precisamente dalla dedica. Già, perché il nuovo

romanzo della cernuschese Laura Bonalumi è in ricordo di Loredana Limone, scrittrice concittadina, scomparsa prematuramente due anni fa, lasciando un grosso vuoto nei suoi lettori, ma anche nei tanti colleghi che la conoscevano e che erano suoi amici.

«La sua morte improvvisa mi ha scosso tantissimo e mi ha anche bloccato. Non riuscivo più a scrivere» racconta Laura che finalmente torna in tutte le librerie con “Bianco”, il suo sesto lavoro edito da Il battello a vapore. E per la prima volta la scrittrice si è cimentata in un romanzo che non è dedicato esclusivamente ai ragazzi, come ci aveva abituato. «Si può leggere dalla terza media in su, tant’è che l’editore ha scelto una copertina diversa dal solito, chiamiamola “adulta”, per differenziarlo dai miei precedenti. È un libro che si potrebbe definire trasversale». E sì, visto che ci troviamo davanti a pagine che raccontano una storia potente, al tempo stesso thriller inesorabile (lei, che ama alla follia Jo Nesbo, chissà se è stata un po’ influenzata), romanzo di formazione profetico e spirituale e riuscita metafora della condizione umana. Per leggerlo bisognerà attendere ancora poco, precisamente martedì 20 ottobre. Nel frattempo, vediamo come è nato “Bianco”. «Mi trovavo a Castel Franco Veneto, dove avevo incontrato alcune scolaresche» ci confida Laura. «In albergo ho acceso la tele e trasmettevano il film “The day after tomorrow”. Contemporaneamente, guardando fuori dalla finestra, ho visto tanti ragazzi che stavano manifestando per il Friday for future ed è stato come un lampo: come per magia avevo finalmente trovato la storia che avrei raccontato».

Nessuno spoiler, sia chiaro. Però qualche precisazione va fatta. Il romanzo, pur uscendo tra qualche giorno, è stato scritto nel 2019. E quando vi imbatterete nei personaggi, che sono 7 sopravvissuti, vi sembrerà quasi incredibile, ma il lockdown che abbiamo vissuto nei mesi scorsi non ha assolutamente influenzato la storia. «Questo è un particolare che, ci tengo sia precisato, perché non vorrei sembrasse un libro, mi si passi il temine, un po’ paraculo» prosegue la scrittrice. «Doveva, infatti, uscire lo scorso marzo, poi è slittato e non perché nel frattempo ci siamo ritrovati in piena emergenza sanitaria. Sono state delle ragioni editoriali, per non andare ad accavallarsi con altri libri lanciati in quel periodo».

A questo punto, però, è inevitabile chiedere qualcosa sul titolo, che peraltro troviamo davvero suggestivo. E Laura è molto sincera: «Quello che avevo proposto io era più complesso. Poi con l’editore ne abbiamo scelto uno più immediato che fa subito entrare il lettore nell’atmosfera del libro: una nevicata epocale che di fatto ferma il mondo». La cernuchese in queste pagine vuole provare a lanciare anche un messaggio: «Con molta umiltà, l’obiettivo del romanzo è quello di far riflettere un po’ più seriamente tutti sul nostro ambiente e su come stiamo trattando la nostra terra». A questo punto non resta che aspettare una settimana, con una certezza: Loredana sarebbe stata orgogliosa del lavoro di Laura.

Roberto Pegorini