12 Gennaio 2018

Quasi mille euro all’anno, un vero salasso per l’Adusbef, associazione di tutela dei consumatori, che da giorni punta il dito contro l’aumento dei prezzi che le famiglie italiane subiranno nel 2018. Una vera e propria stangata che riguarda tantissimi settori, dai pedaggi autostradali alle assicurazioni auto, dalla Tari all’acqua, dai ticket sanitari alle tariffe postali fino ai tanto vituperati rincari di luce e gas. Per quanto riguarda proprio questi ultimi, dal primo di gennaio l’elettricità è aumentata del 5,3%, il gas del 5%. Ma, polemiche a parte, conosciamo davvero le ragioni di questi rincari? Sappiamo cosa sta accadendo e abbiamo tutte le informazioni per poterci muovere nel mercato, tutelando i nostri portafogli? «Intanto, è bene che i consumatori sappiano che è in atto un cambiamento nel sistema delle tariffe, iniziato già da diversi anni» spiega Massimo Milita, responsabile marketing e comunicazione di Cogeser Energia. «Questo percorso porterà nel luglio del 2019 al completamento della liberalizzazione del mercato, con la scomparsa delle tariffe di tutela sia per il gas che per la luce; il che significa che chi non ha ancora scelto il suo fornitore, dovrà farlo». E proprio Milita entra nel dettaglio, per farci comprendere meglio la situazione.
IL PERCHÈ DEGLI AUMENTI
Partiamo dal perché dei rincari. L’aumento dell’elettricità è legato a una serie di fattori, tutti al rialzo, che hanno portato a una decisa crescita dei prezzi all’ingrosso nell’ultimo trimestre (+20% del Prezzo Unico Nazionale solo a novembre rispetto ad ottobre). Tra questi, la ripresa dei consumi (positiva come segno della ripresa delle attività produttive, ma con l’effetto parallelo di una risalita dei prezzi al crescere della domanda); l’indisponibilità prolungata di alcuni impianti nucleari francesi; alcune limitazioni nei transiti di elettricità nella rete italiana, che creano una riduzione complessiva dell’efficienza del sistema; la minore disponibilità della produzione idroelettrica nazionale per la scarsa piovosità del periodo (il 2017 è stato l’anno più “arido” degli ultimi 200 anni), sostituita dalla più onerosa produzione delle centrali a gas; l’aumento stagionale dei prezzi all’ingrosso del gas a livello europeo (e quindi anche italiano), che ha contribuito a far innalzare i prezzi elettrici insieme a un aumento generale degli oneri di sistema. Per quanto riguarda il gas, invece, l’aumento è determinato dal cosiddetto “effetto invernale”, ovvero dalle dinamiche legate alla stagione fredda, con consumi e quotazioni in aumento a livello europeo, e quindi anche italiano.
GLI AUMENTI EFFETTIVI
Nel dettaglio, l’aumento totale delle spese per gas e luce in una famiglia-tipo sarà di 59 euro (al lordo delle tasse). Per l’elettricità, la spesa annua sarà di circa 535 euro, con una variazione del +7,5%, corrispondente a un aumento di circa 37 euro. Per il gas la spesa annua sarà di circa 1.044 euro, con una variazione del +2,1%, pari a un aumento di circa 22 euro. «A livello locale, le cose non sono differenti, perché solo una percentuale del costo delle bollette è competenza effettiva dell’operatore di vendita (il 48% per la luce e il 40% per il gas), mentre la restante parte è rappresentata» continua Milita «dalle cosiddette voci passanti, quali oneri di sistema, gestione del contatore, voci stabilite periodicamente dall’Autorità (Arera), accise e Iva». Inoltre, prosegue Milita, «nel luglio del 2019 si completerà il periodo previsto dall’Autorità per dare tempo ai consumatori di prepararsi alla fine del mercato tutelato. Questo significa che, chi ancora non ha scelto di entrare nel mercato libero ed è rimasto nel regime di tutela, cioè con prezzi indicati dall’Autorità (si parla di una buona fetta di mercato, più del 60%), dovrà decidere quale sarà il suo operatore. Ancora non è chiaro cosa succederà a chi non lo farà: è probabile che la continuità delle forniture sarà garantita provvisoriamente attraverso i Servizi di Ultima Istanza (per il gas) e di Salvaguardia (per la luce), con prezzi più alti di quelli di mercato». Come comportarsi dunque? «È necessario informarsi: il risparmio è e sarà in funzione di ciò che si conosce, perché la disinformazione rende più alto il rischio di prendere delle cantonate».
UN RISPARMIO È POSSIBILE?
«Prima di tutto, per risparmiare è fondamentale avere consapevolezza del fatto che l’energia è un bene prezioso» spiega ancora Milita. «Diamo per scontato che, se schiacciamo un pulsante, abbiamo la luce; giriamo la manopola del fornello e abbiamo il gas. Dobbiamo invece prendere più coscienza del valore dell’energia. Più si accrescerà questa consapevolezza, più si farà attenzione a evitare sprechi e si potrà quindi beneficiare di risparmi effettivi, consumando meno. È importante, dunque, il modo in cui si utilizza l’energia, sono importanti le abitudini che adottiamo in casa, per salvaguardare un bene che è davvero prezioso».
Fondamentale è anche la scelta consapevole del proprio operatore di riferimento. «Occorre informarsi, conoscere le voci in bolletta, in modo da avere la capacità di capire quale operatore può farci risparmiare davvero, tenendo conto non solo dei costi, ma anche della qualità del servizio. Ad esempio, bisogna cercare di scegliere un operatore facilmente contattabile (sportello, telefono e web) in caso di bisogno. Essenziale, infine, individuare un operatore che garantisca la trasparenza dell’offerta: il consumatore deve sapere esattamente cosa e quanto andrà a pagare, deve ricevere una proposta dettagliata, che si traduca poi in una bolletta allineata con quanto sottoscritto. Sono questi i criteri da considerare per operare una scelta ragionata».
Eleonora D’Errico