Una polpetta avvelenata
30 Maggio 2014

Evidentemente il falso allarme del pedofilo che si aggirava nei giardini della scuola Don Milani non è stato di lezione. Nonostante gli accorati appelli del comandante della polizia locale, Silverio Pavesi, e del sindaco Eugenio Comincini fossero chiari: nel caso si venga a conoscenza di situazione fuori dalla legalità, o potenzialmente criminose, la prima cosa da fare è quella di sporgere regolare denuncia alle forze dell’ordine e non postare la notizia su Facebook. Invece anche questa settimana qualcuno ha pensato di allertare il popolo della Rete cernuschese proprietario di cani: un uomo misterioso si starebbe divertendo nel gettare polpette avvelenate lungo la ciclabile del naviglio, da Cologno Monzese fino a Cernusco, e nelle aree verdi, in particolare al Parco dei Germani. Non solo, nel post in questione viene anche fornito nel dettaglio l’insieme di sostanze che si trovano in questi bocconi ammazza-cani (un mix di veleno per lumache, topi, stricnina e pezzi di vetro) e il resoconto della morte di quattro cani avvenuta da un veterinario proprio per avvelenamento. E tra i quattro zampe uccisi ci sarebbe anche un Dogo argentino di 60 chili. Insomma, tutto farebbe pensare che la situazione sia realmente seria. Non si spiega, però, come una persona che ama gli animali non abbia pensato anche di avvisare le forze dell’ordine che potrebbero avviare indagini nel tentativo di risalire agli eventuali responsabili. La conferma che nessuna denuncia è stata fatta arriva dal sindaco Comincini che replica via post: «Ho parlato sia con la polizia locale che con i carabinieri, ma nessuno dei due corpi ha ricevuto alcuna denuncia e neppure segnalazione in merito. Sarebbe opportuno che chi ha informazioni circostanziate sul tema si rivolga alle forze dell’ordine perché possano svolgere al meglio il loro compito. Se non li si coinvolge è difficile che qualcuno possa indagare, se i fatti qui denunciati sono veri». Insomma ancora una volta si preferisce usare Facebook invece che affidarsi a chi è preposto a tutelare l’incolumità delle persone e degli animali. E il rischio che si possa creare una psicosi per nulla è concreto. Come nel caso, appunto, del presunto pedofilo che settimana scorsa ha tenuto per ore in apprensione diversi genitori, rivelandosi poi un bluff grazie alle ricerche della polizia locale che ha scoperto che si trattava di un ragazzo disabile assolutamente innocuo.