Bibiana, una delle inquiline

L'iniziativa è portata avanti dall’associazione Materiali Scenici e dalla Cooperativa Industria Scenica in collaborazione con l'assessorato ai Servizi Sociali

27 Settembre 2013

Chi sei? Dove abiti? Qual è il tuo primo ricordo di piazza Pirola? Cosa ti piacerebbe che accadesse qui? «Io mi chiamo… Io abito al primo, al terzo, al piano rialzato, abito lì dove c’è quel balcone, vedi dove sono le tende verdi? Abito... Io so fare la casòla, il risotto, la torta nera... Cernusco non era una città, era un paese. Fatto di contadini. E questa piazza non si chiamava piazza Pirola...». Questo un estratto dell’indagine fatta presso i condomini della storica e centralissima piazza diventata un progetto intitolato “Mi presti il sale?”, condotto dall’Associazione di Promozione Sociale Materiali Scenici e della Cooperativa Industria Scenica (www.industriascenica.com) che promuove da anni forme di cultura locale a favore di una valorizzazione territoriale creativa. E l’iniziativa è stata vincitrice del bando curato per promuovere l’associazionismo giovanile dalla Provincia e sviluppato a Cernusco in collaborazione con il Comune e l’assessorato alle Politiche Sociali condotto da Silvia Ghezzi. «“Mi presti il sale?” ha l’obiettivo di incrementare le occasioni di fruibilità di luoghi come i cortili dei condomini, le piazze, i parchetti per produrre socialità, migliorare e generare rapporti di buon vicinato, scambi di competenze, microeconomia e infine potenziare una maggiore coesione sociale» spiegano i referenti dell’associazione. E questa sera, venerdì 27 settembre alle ore 20.30 presso piazza Pirola, si terrà l’evento clou e conclusivo di tutto il percorso, ovvero la proiezione di un video che vede come protagonisti proprio gli inquilini degli stabili che si affacciano su questo angolo nascosto della città. Un momento d’aggregazione aperto a tutta la cittadinanza, così come le iniziative andate in scena fino ad oggi. Il progetto, infatti, ha già visto la realizzazione di uno spettacolo teatrale, di una mostra fotografica, un periodo di scambio di interviste e incontri porta a porta, una festa di condominio a luglio con tanto di anguriata, tombolata e racconti musicati sulla Cernusco di una volta. Ecco allora di seguito un  passo delle interviste che i ragazzi dell’associazione hanno effettuato anche a scuola. A molti alunni è stata fatta questa domanda: «Se ti dico buon vicinato tu cosa mi dici?». «Un buon vicino è qualcuno con cui giocare, parlare, qualcuno che quando fa la torta la sua mamma te ne porta un pezzo, qualcuno su cui puoi contare, qualcuno con cui scambiarti le figurine, un buon vicino è come un compagno di classe il primo giorno di scuola, prima non lo conosci, poi diventa un tuo amico». Della signora Bibiana il testo in milanese intitolato “Eh, che bei tempi” che ha dato il là al progetto. Ecconealcuni spunti. «Io avevo dei parenti “in campagna” e d’estate mi mandavano in villeggiatura da loro. In campagna, a quindes chilometri da piaza del Dom! Faseva pusè cald che in via Torino. Però seri in campagna! “Divertiti” mi diceva mia madre quando mi lasciava lì e se ne andava. E mi me divertivi. C’era una zia Marela che mi portava a far visita alle sue amiche. “Che bel fiulet”, mi dicevano dandomi una pacca. “L’è chi in campagna”. “Bravo, ai miei tempi l’era minga inscì, adesso cominciano presto a divertirsi”. “Ti, Luigia”, continuava l’amica rivolta alla zia, “te senti del Giuan Perteghet?”. “No, se l’ha fa?”. “L’è mort!. Oh pover omm... era ancora giovane”. “Beh, abbastanza, 87 anni...”. “Ma no, allora me sconfundi, chi l’è sto Giuan Perteghet?”. “L’era quel che l’ha spusa la Giovanna Mainetti...”. “No, quela mora granda che l’era de la curt vegia…”. E così andavano avanti tutto il pomeriggio. Che divertimeeeent! Quando la zia Marela ch’aveva da fare, il mio svago era affidato alla zia vedova che mi portava al cimitero. Dopo la tomba di suo marito visitavamo la tomba del cugino, del nonno di Gallarate che però aveva voluto essere sepolto lì, la tomba della famiglia della cognata (t’è vist, i sciuri gan anca chi la cà bela...) e via così su e giù per tutto il cimitero. Io mi portavo la merenda e mi sedevo sull’erba delle tombe più trascurate. L’è lì che è cominciata la moda del week end e del picnic altro che americani! Su e giù da una lapide all’altra e tutte le volte passavamo davanti a quella dello zio e tutte le volte la zia recitava un requiem». «I temi del buon vicinato e della coesione sociale» commenta l’assessore ai Servizi Sociali Silvia Ghezzi, «sono argomenti a cui l’amministrazione sta dedicando molta attenzione. “Mi presti il sale?”, così come il “custode sociale” per il condominio di via Pietro da Cernusco, hanno l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini su un’idea di comunità che oggi si sta un po’ perdendo. Le relazioni tra vicini, della solidarietà, dell’apertura verso l’altro, sono valori che vanno spinti e preservati. Già dalle scuole. E questo progetto è entrato anche nella classi della media di piazza Unità di Italia. I ragazzi hanno raccontato come vedono e cosa intendono con il termine buon vicinato. Il progetto ha anche l’obiettivo di incrementare le occasioni di aggregazione ed è stato bello vedere come gli inquilini di piazza Pirola si siano resi protagonisti e collaborativi. Interessante anche vedere accendersi una piazza sconosciuta a molti cernuschesi». Dalla prossima settimana e fino a dicembre, Cernusco in Folio e Radio Rcs, pubblicheranno un’intervista o un racconto della Cernusco che era, vista dai condomini di piazza Pirola.